Milano, lo scudetto ora è molto più di un obbligo
Milano, lo scudetto ora è molto più di un obbligo

Milano, lo scudetto ora è molto più di un obbligo

L’Olimpia esce – male – dall’Eurocup e dopo Supercoppa Italiana ed Eurolega si ritrova a fare i conti col terzo flop stagionale. La vittoria in Coppa Italia per ora mette una pezza, ma senza scudetto l’operato della società biancorossa sarebbe indifendibile

La sconfitta nella finale di Supercoppa Italiana con Reggio Emilia è stata dimenticata in fretta, visto anche il valore “relativo” del titolo e il momento particolare della stagione. L’eliminazione dall’Eurolega, da ultima di un girone certo non irresistibile, aveva fatto suonare i primi preoccupanti campanelli d’allarme (coincisi con gli ingaggi di Kalnietis, Sanders e Batista), poi il primo posto in regular season e la vittoria della Coppa Italia avevano ampiamente messo una pezza, convincendo i più di avere a che fare con una squadra finalmente solida mentalmente e completa tecnicamente.

La brutta eliminazione contro Trento nei quarti di Eurocup rimescola le carte in tavola e riapre pesanti interrogativi sul futuro di Milano, per la prima volta in stagione fischiata da una parte del proprio pubblico al momento dell’uscita dal campo.

Troppo facile parlare a posteriori e dire che a questa squadra sarebbe servito un centro vero fin da inizio stagione, soprattutto in ottica europea: gli equivoci Lawal (troppo poco adatto a un allenatore come Repesa), McLean (troppo poco pivot) e Barac (troppo…scarso?) sono stati pagati a caro prezzo. E Batista, utilizzabile solo in campionato, ha dimostrato in pochi giorni cosa voglia dire poter contare su un centro di ruolo nell’economia di una singola singola (16 punti, 13 rimbalzi e 26 di valutazione contro Cantù nell’ultima gara di campionato) e cosa avrebbe voluto dire nell’arco di un’intera stagione.

Troppo facile anche ricordare di come non sia stata forse la più saggia delle idee quella smobilitare per metà la squadra campione d’Italia 2013/14, facendo poco o nulla per trattenere Keith Langford e Curtis Jerrells, due delle pedine più importanti di quel successo (e della cavalcata fino ai playoff di Eurolega).

Il mix di sciabola e fioretto dell’anno scorso non ha funzionato e ha portato all’ennesimo smantellamento di una squadra che sembrava aver finalmente ritrovato il proprio spirito vincente dopo un ventennio di vacche magre o scheletriche.

Quest’anno si è ripartiti da zero e da zero o quasi si riparte il 24 marzo, a sei giornate dalla fine della stagione regolare, con una squadra che dovrà guardarsi allo specchio per far luce sui propri coni d’ombra e fare i conti con la pressione derivante dal fatto che a questo puto lo scudetto è molto più di un obbligo.

Non potrebbe esserci partita migliore che quella di sabato al Forum con Reggio Emilia per trovare al più presto delle risposte. L’Olimpia parte da favorita 1,28 contro il 3,60, ma occhio: la squadra di Menetti è una delle poche ad avere un record positivo contro Milano in stagione (2-0 fra Supercoppa e campionato).

Un’altra è giust’appunto Trento, 3-1 fra Italia ed Europa, con cui l’Olimpia si ritroverebbe accoppiata nei quarti di finale playoff se la stagione finisse oggi. Sotto la Madonnina cominciano a scendere i primi sudori freddi?

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