Golden State vince la quinta gara su cinque grazie al suo playmaker (179 punti in 5 gare, nessuno aveva questi numeri da MJ). I Clippers incassano la prima sconfitta, ma per Rivers non è un ridimensionamento
Percorso netto. Alla faccia di quelli che – una settimana fa – dicevano che i Golden State Warriors erano dietro nelle graduatoria dei favoriti all’anello (bancato 5.50), dopo i Cavs, gli Spurs e i Clippers. E proprio questi ultimi lo sanno bene, avendo ceduto stanotte alla supremazia e allo strapotere della franchigia di San Francisco e del loro favoloso MVP Steph Curry.
I Warriors hanno piegato 112-108 i Clippers in una gara formato “battaglia”, dove già alla quinta partita si respirava aria da playoff. Curry ha siglato 13 punti dei suoi 31 nel quarto periodo, arrivando a 179 punti in 5 partite (l’ultimo a riuscirci era tale Michael Jordan nel 1991).
Per la prima volta da molti anni siamo di fronte ad un giocatore che può reggere (e superare) il confronto con LeBron James su chi sia il giocatore più forte della Lega. Curry è sempre stato un giocatore talentuoso, ma se l’anno scorso c’è stato l’effetto sorpresa sul suo rendimento, quest’anno si sta migliorando in tutto, puntando al re-peat del titolo di Most Valuable Player.
Certo, nella cavalcata di Golden State non c’è solo il numero 30. Harrison Barnes, ad esempio, ha sfornato una prova da 17 punti e 9 rimbalzi, mentre il resto del quintetto ha chiuso in doppia cifra, con solamente 12 palle perse. Curry è l’uomo-copertina, e quello al quale tutti si rivolgono quando la palla scotta tra le mani, data la sua facilità di tiro da tre (28 triple in 5 gare, mai successo nell’NBA prima d’ora).
Dall’altra parte i Clippers hanno perso la prima gara della stagione, ma hanno mostrato evidenti miglioramenti a livello caratteriale, reggendo botta e battaglia fino all’ultimo quarto, dimostrando che se c’è un anno buono per…questo è l’anno buono (i losangelini campioni della Western Conference sono bancati 6/1).
La panchina profonda costruita in estate con gli arrivi di Stephenson, Smith e Pierce è stata la chiave per costruire il vantaggio che ha portato poi a condurre per gran parte del match. E poi ci sono Chris Paul e Blake Griffin, due autentici fenomeni. Il primo è indubbiamente il miglior playmaker della Lega (play inteso come vecchio-stampo), mentre il secondo migliora ogni partita: 23 punti, 10 rimbalzi, 6 assist a San Francisco. Rivers può davvero costruire qualcosa, e la quota di 10/1 per vedere i Clips vincenti non rende giustizia.