Inter, tutti gli errori del pasticcio De Boer

Inter, tutti gli errori del pasticcio De Boer

L’esonero di Frank De Boer è l’epilogo di questo inizio di stagione disastroso da parte dell’Inter. Ma non doveva per forza finire così

Il risvolto più spiacevole dell’esperienza di Frank De Boer all’Inter non è stato il problema di capire se sarebbe stato esonerato o meno prima della fine della stagione, ma semplicemente quando la spada di Damocle sarebbe definitivamente piombata sulla sua testa.

Prendere le redini di una squadra in una fase di ricostruzione delicatissima come quella che sta affrontando l’Inter è un’impresa difficilissima, che diventa impossibile se non c’è perfetta comunità di intenti attorno all’uomo insignito dei gradi di timoniere.

La sensazione è che Frank De Boer non abbia mai avuto la piena fiducia della società nerazzurra nemmeno nel giorno della presentazione alla Pinetina. Un punto nelle prime due giornate, le figuracce in Europa League e la quinta sconfitta in undici giornate di campionato hanno fatto il resto.

Inutile aspettarsi che una squadra segua il proprio tecnico se al collo di quest’ultimo viene attaccato il cartello di “dead man walking” alla prima difficoltà. E viste le premesse iniziali – con l’addio a Mancini a metà della preparazione – pensare che l’inizio di stagione nerazzurro sarebbe stato privo di ostacoli sarebbe stato molto miope e poco intelligente.

Invece, ancora una volta, sulla visione di lungo periodo hanno trionfato le esigenze dell’ora e adesso.

De Boer non è esente da responsabilità, sia chiaro. Ma stiamo parlando di difficoltà fisiologiche per un allenatore che dopo sei stagioni (e quattro titoli di Eredivisie) alla guida dell’Ajax, si è ritrovato per la prima volta ad allenare in un campionato straniero, in una società e in una piazza in questo momento molto “difficili” come sono adesso quelle dell’Inter, in cui si pretende tanto e subito, ma partendo da fondamenta appena abbozzate.

Se di De Boer non è piaciuta l’attitudine offensiva e la scarsa cura di quella difensiva, sarebbe stato forse il caso di informarsi meglio prima di far ricadere la scelta su di lui. Se non c’era la volontà di pazientare per vedere superate le difficoltà nell’adattarsi al calcio italiano, che senso ha avuto andare a prendere un tecnico che in vita sua non aveva mai allenato fuori dall’Olanda?

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La scelta di Vecchi come traghettatore in attesa di formalizzare l’ingaggio di Pioli (o Marcelino, o Hiddink…) non cambierà le sorti di una stagione che doveva essere quella del rilancio e che invece – per l’ennesima volta – assumerà le fattezze dell’annata di transizione. Nulla che non si sarebbe potuto ottenere con De Boer, la cui esperienza alla guida dell’Inter però non è neppure mai iniziata.

La quote molto alte dell’Inter di questi giorni sono lo specchio della situazione: la vittoria di questa sera sul campo del Southampton è a 4,60; un piazzamento a fine campionato nelle prime tre è a 6,00.

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