Milan, non di solo attacco si vive sul mercato

Milan, non di solo attacco si vive sul mercato

I rossoneri puntano Ever Banega, trequartista del Siviglia. I rapporti col club andaluso sono buoni e l’affare potrebbe concludersi rapidamente, ma gli interrogativi intorno all’acquisto dell’argentino restano

Via Suso, in prestito al Genoa, dentro Banega? Il mercato in casa Milan è stato a dir poco schizofrenico nelle ultime stagioni per quanto riguarda il reparto offensivo, puntualmente smontato e rimontato ogni sei mesi alla riapertura delle trattative, estive o invernali che fossero.

Il nome del trequartista del Siviglia è stato più volte accostato negli ultimi giorni agli affari in entrata rossoneri: l’argentino, 15 presenze e 5 gol quest’anno con gli spagnoli, piace però anche alla Juventus ed è fin qui uno dei giocatori più positivi nella difficile stagione vissuta dalla squadra di Emery.

Rimanendo in ottica Milan, la domanda è d’obbligo: si tratta di un acquisto capace di alzare in maniera significativa il livello della rosa di Sinisa Mihajlovic e rendere più vicino l’obiettivo di un posto in Champions nel 2016/17, attualmente quotato 15/1?

Bacca, Luiz Adriano, Niang, Balotelli, Bonaventura, Cerci, Honda. Il Milan in attacco, a qualità e a quantità sta piuttosto bene. I 24 gol messi a segno nelle prime 17 giornate non fanno gridare al miracolo, ma stiamo comunque parlando del sesto miglior attacco della Serie A, perfettamente in linea con la posizione occupata in classifica.

A preoccupare dovrebbero essere semmai le 21 reti al passivo e un gioco ancora troppo lento e macchinoso (per non dire assente) dopo sei mesi di cura serba.

Già durante le ultime stagioni rossonere di Andrea Pirlo si diceva come il Milan avesse bisogno come il pane di un regista, capace di dettare i tempi, cambiare passo al centrocampo, e far valere la propria fisicità. Troppe qualità in un solo giocatore? Forse.

Nella stagione 2010/11 il Milan vinse il proprio diciottesimo scudetto grazie soprattutto allo strapotere atletico di Boateng (ora tornato all’ovile, ma con una condizione tutta da testare) e le qualità da metronomo di Van Bommel. Senza di loro probabilmente la squadra allora guidata da Allegri non avrebbe trovato quella solidità e continuità necessaria per reggere l’assalto dell’Inter e piazzare poi la stoccata decisiva durante lo scontro diretto coi nerazzurri, gestendeo peraltro benissimo l’Ibrahimovic calante del girone di ritorno.

L’attacco segna i gol, la difesa impedisce che se ne subiscano, ma senza una mediana solida che protegga chi sta dietro e inneschi quelli davanti si fa poca strada. E la storia recente del Milan lo insegna meglio di qualunque altra trattazione teorica.

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