A metà dicembre della scorsa stagione il Leicester era primo con il miglior attacco della Premier League, oggi deve difendersi dalla zona retrocessione. E le quote sono cambiate di conseguenza…
A metà dicembre 2015 prendeva forma con sempre più consistenza il miracolo Leicester.
La squadra di Ranieri era prima in classifica in Premier League con 35 punti e il miglior attacco del campionato. Jamie Vardy e Riyad Mahrez combinavano insieme la bellezza di 28 gol e tutto il panorama europeo spostava gli occhi su una squadra che avrebbe dovuto pensare solo a salvarsi con relativa tranquillità e che invece si era messa dietro di sé le superpotenze Arsenal, Manchester City, Manchester United, Liverpool e Chelsea e che a fine anno avrebbe conquistato il primo – clamoroso – campionato della propria storia.
Metà dicembre 2016, il miracolo Leicester sembra essere definitivamente giunto al capolinea.
I Foxes arrancano al quattordicesimo posto con meno della metà dei punti di un anno fa, a sole quattro lunghezze dalla zona retrocessione. Ripetere la cavalcata del 2015/16 era francamente impossibile, ma un campionato nella parte sinistra della classifica sembrava l’obiettivo minimo, con aspirazioni nemmeno troppo nascoste di cementare la propria posizione nell’elite del calcio inglese, puntando perlomeno all’Europa League.
Una serie di cose, evidentemente, è andata storta.
Il Leicester fa peggio della scorsa stagione sotto ogni voce statistica. Punti, vittorie, gol segnati, gol subiti… Fra gli uomini chiave nell’undici titolare di Ranieri solo Kantè ha cambiato maglia, ma ricondurre tutti i problemi Foxes alla partenza del centrocampista francese sarebbe errato. Il vero problema è che gli altri due totem, Vardy e Mahrez, stanno disputando campionati ben al di sotto delle aspettative.
Un anno fa, arrivati alla sedicesima giornata, Vardy aveva già timbrato il cartellino 17 volte. Mahrez 11 volte, per un totale di 28 dei 34 gol del Leicester. Quest’anno le reti sono solo 5 per l’inglese e 3 per l’algerino, su un totale di 21 gol di squadra.
La difesa tutto sommato tiene botta (i gol subiti in più sono solo 5), ma il reparto offensivo ha ridotto di più di un terzo la propria efficienza.
Senza il miglior apporto dei suoi attaccanti la squadra non gira e non è un caso nel poker sul Manchester City di sabato scorso il maggior contributo sia arrivato da Vardy, autore di una tripletta.
La situazione in casa Leicester non può che ripercuotersi sulle quote. Lo scorso dicembre i Foxes erano l’invitato a sorpresa nel listino scommesse per il titolo, con una quota che ancora si aggirava intorno alla doppia cifra abbondante. Oggi non si parla più di vittoria della Premier, ma di zona retrocessione: un arrivo fra le ultime tre della squadra di Ranieri paga 10/1, meno di quello che avreste vinto nel 2015/16 se aveste scommesse sul Leicester campione d’Inghilterra.
In pratica, oggi è molto più facile immaginare i Foxes in Championship di quanto non lo fosse pensarli campioni un anno fa.
Il Leicester ha già dimostrato una volta che nulla è impossibile. Il rischio è di finire per dimostrare di nuovo la stessa tesi con prospettive invertite.