A campionato fermo, le società cominciano a farsi i conti in tasca: che cosa succederà agli stipendi della Serie A? Le ipotesi al vaglio sono tante, a cominciare dal mancato pagamento dello stipendio di marzo, opzione saltata fuori durante la riunione di Lega di qualche giorno fa. Oggi si dovrebbe riunire l’AIC, l’Associazione Italiana Calciatori, ma ci si aspetta una fumata nera. La priorità, secondo il presidente Damiano Tommasi, è quella di capire come e quando riprendere ufficialmente gli allenamenti: ci sarà tempo per discutere di come i calciatori potranno dare il proprio contributo.
Stipendi Serie A, società in subbuglio
Ma cerchiamo innanzitutto di ricostruire la bagarre sugli stipendi della Serie A da principio, cioè da quando i club si sono riuniti nella riunione di Lega di sabato scorso. Una riunione d’urgenza, che – una volta tanto – ha trovato tutti d’accordo: proporre all’AIC di congelare gli stipendi di marzo. ma questo non sarebbe che il primo passo, perché le società di Serie A devono correre ai ripari per minimizzare il più possibile l’impatto della pandemia, e dello stop ai campionati, sulle proprie casse (spesso non propriamente pingui).
L’impossibilità di proseguire con le competizioni ufficiali, oltre naturalmente a bloccare le scommesse sulla Serie A, ha provocato e provocherà sui bilanci delle squadre uno scossone non indifferente. In ballo c’è anche l’ultima rata dei diritti TV: giustamente le televisioni non hanno potuto mandare in onda un gran numero di partite, e non intendono pagare per un prodotto di cui non hanno potuto usufruire.
Non potendo certamente sollevare alcuna obiezione a riguardo, le società di Serie A si sono rivolti all’unica spesa su cui hanno un margine di manovra, cioè lo stipendio dei propri tesserati. L’idea di bloccare gli stipendi di marzo è già finita sul tavolo della Federcalcio, che non si è espressa a riguardo: ma che cosa potrebbe obiettare?
Le ipotesi sul proseguimento delle attività (e sui tagli)
Nel frattempo, molti giocatori hanno lasciato l’Italia, per ricongiungersi con le proprie famiglie: da Dybala a Higuain, passando per Ibrahimovic e Pjanic, in qualche modo la diaspora ha fornito alle società l’appiglio necessario a dare vigore alla propria proposta di bloccare gli stipendi della Serie A: i giocatori non solo non possono giocare, non solo non possono allenarsi, ma non sono neppure fisicamente presenti e a disposizione.
Qualora si riuscisse a ripartire in tempi utili, la situazione potrebbe anche finire in un nulla di fatto. Ma l’amministratore delegato della Lega, Luigi De Siervo, non ha certo la bacchetta magica. E ad ogni modo la data più vicina (e auspicabile) sarebbe quella del 2 maggio, una ripresa (ottimistica) delle attività che però dita ancora quasi un mese e mezzo. Insomma, ci sarebbe anche tutto il mese di aprile in stato di fermo, per il calcio italiano – sempre che non si riparta addirittura il 6 giugno, l’ipotesi meno ottimista.
E se alla fine il virus fosse più forte e resistente di qualsiasi misura l’Italia e l’Europa potessero attuare, e la stagione sportiva fosse irrimediabilmente compromessa? I club di Serie A propongono di tagliare fino al 30% degli stipendi.
La posizione dell’AIC
Damiano Tommasi (foto in alto) ex centrocampista della Roma e oggi presidente dell’Associazione Italiana Calciatori, si era già espresso in maniera piuttosto netta circa la possibilità di ridurre il salario dei calciatori di Serie A: “Ne parleremo a tempo debito, dopo aver calcolato i danni al sistema. Non possiamo imporre ai giocatori di accettare eventuali tagli”.
Ma dopo un paio di giorni burrascosi, anche l’AIC ha deciso di riunirsi in un’assemblea prevista per oggi. Il consiglio direttivo è previsto per le 14, ma con ogni probabilità si andrà al muro contro muro: i calciatori non accetteranno la proposta dei club di Serie A di non ricevere lo stipendio di marzo. Anche perché a quanto pare le priorità dell’Associazione sarebbero altre.
Tecnicamente, nell’assemblea di oggi, il consiglio direttivo si occuperà esclusivamente delle conseguenze che l’emergenza lascerà sul sistema-calcio italiano. A partecipare alla riunione ci sarà il consiglio direttivo dell’AIC, formato dal presidente Tommasi e dai rappresentanti non solo della Serie A, ma anche di Serie B, Lega Pro, dilettanti, calcio a 5 e calcio femminile.
Secondo quanto riportano i principali quotidiani sportivi di oggi, il consiglio discuterà dell’eventuale ripresa degli allenamenti, che non dovrebbe verificarsi prima del 4 aprile, e del campionato, ma soltanto se ricominciare non dovesse mettere in nessun modo a repentaglio la salute dei calciatori.
Ufficialmente, il tema del taglio agli stipendi della Serie A non fa parte dell’ordine del giorno. Ma che non se ne discuta minimamente è davvero poco credibile.