Il Dottore ha rallentato leggermente i ritmi rispetto alla prima metà di stagione, ma sta gestendo con grandissima freddezza il momento più caldo del campionato. E i 4 punti guadagnati in Giappone su Lorenzo pesano come un macigno
Quella di Motegi doveva essere una pista “nemica”, più nelle corde di Jorge Lorenzo e sulla quale giocare in difesa per perdere il meno possibile. E’ andata a finire invece che Valentino è stato secondo al solo Pedrosa, portando a casa 4 punti in più del compagno di squadra grazie a una gara di grande lucidità nella quale ha dimostrato di sapersi adattare meglio dello spagnolo al variare delle condizioni meteorologiche.
Lorenzo è stato anche sfortunato. A differenza di Silverstone, quando la pioggia scatenò la furia di Rossi, questa volta sul bagnato nessuno stava girando più forte del maiorchino, che si è visto risucchiare prima da Pedrosa, e poi da Valentino, quando sull’asciutto le sue gomme morbide hanno mollato il colpo e non gli hanno permesso di tenere il ritmo degli avversari.
“Ma se avesse continuato a piovere non sarei riuscito a recuperare su Jorge”, ha ammesso Rossi, che a tre gare dalla fine si ritrova con un vantaggio di 18 punti (283 a 265), e con all’orizzonte due gare tendenzialmente favorevoli come Phillip Island e Sepang.
Se prima di Motegi le quote premiavano ancora lo Squalo col 99, ora la bilancia si è spostata decisamente dalla parte del Dottore, bancato 1,35 contro il 2,95 dello spagnolo.
Si era detto che un ruolo importante nella lotta al titolo l’avrebbero avuto anche i due piloti HRC, che fuori ormai dalla corsa iridata avrebbero gareggiato con testa e moto più leggere. Se le ultime cinque gare dovevano essere quelle della riscossa di Marquez, a guadagnarsi i maggiori onori è stato fin qui Dani Pedrosa, che col secondo posto di Aragon e la vittoria di Motegi (prima stagionale, l’ultima volta sul gradino più alto del podio fu a Brno 2014) è il pilota che ha raccolto più punti sugli ultimi due circuiti.
Un Dani ritrovato, che in MotoGp non è mai riuscito a replicare i risultati ottenuti nei primi anni di carriera fra 125 e 250. Per quest’anno ormai è tardi, ma un pensierino al titolo l’anno prossimo magari…