La Meistaradeildin – la “Divisione dei Maestri” – è il massimo campionato di calcio delle Far Oer: semi-professionistico e considerato tra i più deboli al mondo, è un torneo dove comunque non mancano storie interessanti e valori genuini, a dispetto di mezzi tecnici ed economici sicuramente limitati. Scopriamolo insieme tra storia, numeri e curiosità.
La storia del campionato di calcio delle Far Oer
Il calcio arriva nelle isole Far Oer già alla fine del XIX secolo: nel 1892 vede infatti la luce il Tvoroyrar Boltfelag (TB), più antico club dell’arcipelago, ma è soltanto mezzo secolo più tardi, nel 1942, che va in scena la prima edizione del campionato. Da allora, esclusa l’edizione del 1944 che viene incredibilmente saltata per “carenza di palloni” – probabile conseguenza dell’invasione britannica come risposta a quella nazista in Danimarca – il torneo va in scena regolarmente e ha letteralmente conquistato la popolazione pur restando costantemente tra il dilettantismo iniziale e il semi-professionismo dei giorni nostri.
Se lo sport nazionale rimane il canottaggio, praticato su imbarcazioni tradizionali, il calcio è sicuramente la disciplina più seguita e praticata nel Paese: i calciatori rappresentano infatti il 60% degli atleti dell’arcipelago, e il campionato di calcio delle Far Oer vanta un grande seguito a livello nazionale, con un’assidua copertura a livello mediatico e squadre di grande tradizione che si alternano in testa alla classifica rendendo il torneo equilibrato e incerto. L’ingresso nella FIFA risale 1988, quello nella UEFA al 1990: attualmente quello faroense è il 53esimo campionato “più debole” d’Europa, davanti soltanto a San Marino e Andorra, mentre la Nazionale occupa il 110° posto nel ranking mondiale.
La formula della Meistaradeildin
Doveroso parlare, nel caso della Meistaradeildin – la “Divisione dei Maestri”, dal 2018 per motivi di sponsorizzazione rinominata Betrideildin – di un campionato cosiddetto “minore”: secondo il popolare sito Transfermarkt il valore complessivo delle rose dei 10 club che prenderanno parte all’edizione 2020 si aggira intorno ai 12 milioni di euro, mai nessun club delle Far Oer si è fatto strada in modo significativo nelle competizioni UEFA e quello che viene considerato il più forte calciatore espreso dal movimento, Todi Jonsson, ha avuto successi limitati a Danimarca e Norvegia.
È sbagliato però pensare che il calcio, a queste latitudini, venga preso semplicemente come un gioco: vero è che i valori del campionato sono molto genuini e che parliamo di semi-professionismo, con i calciatori impegnati nella vita di tutti i giorni nei lavori più disparati, tuttavia l’alta attenzione da parte del pubblico locale si accompagna alla grandissima cura degli impianti, dei terreni di gioco e dei vivai: ogni club possiede una seconda e a volte persino una terza squadra, impegnata nelle divisioni minori, e il Torsvollur, lo stadio nazionale situato nella capitale Torshavn, può ospitare fino a 6mila spettatori ed è un piccolo gioiello.
La formula del massimo campionato delle Far Oer prevede la partecipazione di 10 squadre, che si scontrano tra loro per tre volte con un sorteggio che stabilisce quale squadra giocherà una gara in più in casa. Chi vince il torneo ottiene il pass per il primo round di qualificazioni alla Champions League, mentre accedono ai preliminari di Europa League la seconda e la terza classificata oltre alla squadra capace di alzare la coppa nazionale. Le ultime due retrocedono in 1. deild, il secondo livello.
Le squadre
L’edizione 2019 è stata vinta a sorpresa dal Klaksvikar Itrottarfelag (KI), secondo club più titolato del Paese e capace di conquistare il campionato a distanza di 10 anni dall’ultimo successo. Nella Betrideildin 2020 i campioni devono essere ovviamente considerati i favoriti, insieme ai rivali dell’Havnar Boltfelag (HB), la compagine più vincente nella storia del calcio faroense e principale espressione della capitale Torshavn insieme al B36, due vittorie nei preliminari di Champions League contro squadre maltesi e possibile outsider.
Alle spalle di questo trio possiamo inserire il Runavik, nato nel lontano 1957 e campione per la prima e unica volta esattamente mezzo secolo più tardi, mentre per il resto parliamo di squadre con un livello tecnico molto simile e il cui reale valore potrà essere scoperto soltanto sul campo. In un torneo che vede la partecipazione di appena una trentina di stranieri, spiccano lo Streymur, che si basa esclusivamente su talenti locali, e la storia del 37enne difensore senegalese Ndende Adama Gueye, sull’arcipalego da un decennio.
Dal 2019 indossa la maglia del Tvoroyrar Boltfelag, il club più antico del Paese e tra i candidati per una retrocessione che non è comunque automatica anche in caso di ultimo posto: la scorsa stagione nessun club è infatti sceso di categoria, dato che le prime tre classificate nella 1. deild erano le squadre riserve di compagini già in massima serie.
Perché seguire il campionato di calcio delle Far Oer? (Freezeland.it)
In Italia il punto di riferimento per quello che riguarda il calcio islandese e faroense è sicuramente Freezeland.it, sito e pagina Facebook che seguono ormai da anni e con particolare attenzione i campionati di Islanda, Far Oer e addirittura Groenlandia. Impossibile non chiedere loro un punto sulla prossima Meistaradeildin.
“Nessuna squadra faroese al momento sembra capace di farsi notare nelle coppe europee, se invece volete sapere quali sono i principali team HB Tórshavn e KÍ Klaksvík sono di gran lunga le squadre più vincenti della storia del calcio faroese e un gradino sopra le altre. Attenzione anche al Víkingur Gøta che ha la media esatta di un trofeo vinto ogni anno: fondato nel 2008, ad oggi ha vinto 12 trofei in totale tra campionato, coppa nazionale e supercoppa.”
Qual è il livello del campionato delle Far Oer? Perché seguirlo?
“Il campionato faroese è molto lontano da qualsiasi forma di professionismo. Tutti i calciatori hanno un lavoro comune nella vita. Giusto per fare un esempio, pensando alla famosa vittoria in Grecia del novembre 2014, il capitano della nazionale Fróði Benjaminsen fece un certo scalpore tra i media europei perché il giorno successivo era già tornato al suo lavoro di carpentiere! Il livello è forse paragonabile alla bassa Serie C – alta serie D nostrana. Non è facile seguire il calcio faroense, lo facciamo tramite i media locali e sfruttando le conoscenze di base della lingua che hanno alcuni di noi, che per studio o passione si occupano o si sono occupati di cultura del Nord Europa. La nostra passione per certe realtà, unita a quella per il calcio, ci ha portati a creare Freezeland.it.”
Un torneo a cui prestare attenzione
Possibile che la particolare situazione dello sport a livello mondiale potrà fornire alla Meistaradeildin faroense un’inattesa vetrina, come già accaduto con altri tornei. Difficile però che questa cambierà gli equilibri di un movimento che vuole crescere con i suoi ritmi e un passo alla volta. Certo gli appassionati potranno godere di un calcio dai valori antichi e sempre combattuto, con gare spesso incerte che possono fare la fortuna e la sfortuna di chi presta particolare attenzione alle scommesse sul calcio.
Certo è che seguire le ultime notizie e lo stato di forma dei 10 club coinvolti potrebbe rivelarsi particolarmente utile per due motivi: avere qualche indicazione in più in sede di betting, naturalmente, e scoprire le storie e i segreti di un torneo che può essere senza dubbio definito minore, ma dove la passione e l’entusiasmo sono ai massimi livelli.