La squadra dell’ex juventino proverà a risollevarsi dopo il k.o. nel derby coi Red Bulls, ma contro la capolista del magnate indonesiano non sarà un’impresa semplice
Tu vuò fa’ l’americano, cantava Renato Carosone nel 1956, facendosi beffe con ironia del processo di americanizzazione esagerata che aveva colpito l’Italia nei primi anni del secondo dopoguerra e in pieno Piano Marshall.
Ammirato e invidiato, il sogno americano continua ad affascinare milioni di persone in tutto il mondo, ma per quello che riguarda il panorama calcistico degli ultimi tempi, sono per una volta gli statunitensi che hanno deciso di venire a lezione da noi europei.
Per quanto riguarda il marketing e la promozione delle proprie leghe professionistiche negli USA hanno ben poco da imparare, ma senza l’infornata di vecchie glorie provenienti dai maggiori campionati europei, la Mls sarebbe poca cosa, sia per il tasso tecnico espresso, quanto – soprattutto – dal punto di vista mediatico.
Lampard, Gerrard, Villa, Pirlo, Giovinco, Kakà. Prima ancora Nesta, Henry, Beckham, fino a Pelé, Beckenbauer, Cruijff, Best e Chinaglia negli anni Settanta e Ottanta. Sono solo alcuni dei nomi altisonanti dei campioni che negli ultimi anni hanno lasciato il calcio del vecchio continente per abbracciare quello del Nuovo Mondo.
Negli ultimi anni il calcio statunitense ha vissuto una fase di grande rilancio ed espansione, ma non sono tutte rose e fiori. I supporter a stelle e strisce hanno infatti deciso di emulare i “colleghi” europei anche nelle abitudini peggiori e negli aspetti più sgradevoli del tifo: le immagini degli scontri prima del derby di New York hanno fatto il giro del mondo testimoniando come l’ignoranza non abbia confini, mentre gli striscioni di sfottò nei confronti dei “vecchietti” Pirlo e Lampard, chiamati svernare nella casa di riposo del New York City Football Club dimostrano come negli Usa sia stata pienamente assorbita la vena più dissacrante del tifo da stadio europeo.
Archiviati fatti e misfatti lontani da stadio e terreno di gioco, Pirlo e soci, al momento ottavi in classifica di Conference e distanti quattro lunghezze dalla zona playoff, se la dovranno vedere con la capolista Dc United, saldamente in testa nel raggruppamento dell’Est con 44 punti (a +8 sui Red Bulls, ma con tre partite in più).
Il nome DC United vi ricorda qualcosa? Avete buona memoria. I rossoneri di Washington sono infatti di proprietà dal numero uno dell’Inter Erick Thohir, e dopo le difficoltà delle scorse stagioni hanno forse imbroccato l’annata buona: sono al primo posto della propria Conference in rampa di lancio verso un titolo MLS che manca dal 2004.
In rosa sono pochi i nomi noti al di qua dell’Oceano, ma è tanta la sostanza. Sarà questo il segreto del successo?
Meglio infarcire la rosa di vecchie glorie sperando negli ultimi lampi di classe, o costruire una squadra solida fatta di gente più giovane e affamata? Mediaticamente parlando non c’è storia, ma l’esito del campo come al solito spesso tende a seguire strade ben diverse.
Quello che è certo è che i pronostici, a differenza di quanto la situazione di classifica farebbe pensare, sono tutt’altro che a senso unico. Sarà che l’aria del glorioso Yankee Stadium ha dimostrato di avere effetti miracolosi sulla squadra della Grande Mela, ma è il New York City Fc ad essere favorito sulla capolista di Washington, con una quota di 2,05/1 per la vittoria. Il DC United deve accontentarsi di un 3,20/1 che però saprà sicuramente far venire l’acquolina in bocca a tanti scommettitori convinti – e a ragion veduta – della superiorità della squadra di Thohir.
