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NBA, l’All Star Game cambia faccia
Siamo abituati a vederla come una giocosa battaglia territoriale: Est contro Ovest, che spesso rispecchiano anche stili e modi diversi di vedere la pallacanestro. Da quest’anno non sarà più così: la NBA è una lega globale in continua evoluzione, pertanto la partita delle stelle cambierà faccia. Il commissioner Adam Silver aveva già annunciato mesi fa il cambiamento della formula di una partita che è pura esibizione ma tra atleti di caratura mondiale e, spesso ma non sempre, con una voglia di vincere che regala pepe alla competizione.
All Star Game, come funzionava e come funziona
Fino allo scorso anno, l’All Star Game prevedeva due quintetti titolari scelti dai tifosi, con le riserve selezionate dai 30 allenatori della lega. La nuova formula invece cambia tutto: i 10 titolari (5 per conference) vengono scelti sulla base delle preferenze di tifosi, media e giocatori. Quindi, il più votato di ciascuna conference viene designato capitano.
Le riserve vengono selezionate ancora una volta dai 30 coach della NBA, con l’obbligo per ciascun allenatore di non scegliere giocatori appartenenti al proprio team.
Una volta terminata la cernita di titolari e riserve, si passa al DRAFT vero e proprio. I capitani scelgono via via titolari e riserve, come spieghiamo in questa infografica:
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