Sia Champions League che Europa League sono arrivate al loro atto finale. Real Madrid, Liverpool, Marsiglia e Atletico Madrid vanno a caccia dei due prestigiosi trofei.
Abbiamo analizzato a fondo i dati storici delle due manifestazioni, per capire quanto alzare o meno una coppa influisca sulle performance nella stagione seguente. I risultati sono, per molti versi, sorprendenti!
Vincere una coppa europea aiuta a costruire nuovi successi?
Un trofeo come una coppa europea è considerato come un trampolino per nuovi successi. Ma è qualcosa di comprovabile? Dando uno sguardo all’albo d’oro della Champions League negli ultimi 20 anni, si nota una marcata tendenza a stimolare migliori performance: 8 dei 9 club che non hanno vinto il proprio campionato nazionale nell’anno in cui hanno alzato la Champions, sono riusciti a migliorarsi nella stagione successiva.
Anche un successo in Europa League tende ad avere ripercussioni positive in campionato, con solo uno dei 7 club che hanno vinto il trofeo che non è stato capace di rientrare fra le prima 4 del proprio campionato, nella stagione seguente.
Nelle ultime 3 stagioni, sia Manchester United che Siviglia (2 volte) hanno beneficiato della regola che assegna un posto in Champions League al club vincitore in Europa League. Ma anche in precedenza era consuetudine vedere squadre vincitrici di Europa Peague disimpegnarsi bene l’anno seguente in Champions.
Oltre metà dei club che sono transitate da una competizione all’altra negli ultimi 20 anni, è riuscita a raggiungere la fase a eliminazione diretta. Il Porto di Josè Mourinho è tuttavia l’unica squadra capace di fare back to back, ovvero di vincere prima la Coppa Uefa e la Champions League l’anno seguente.
Hanno più chance le squadre giovani o le più esperte?
In Champions League l’età si è dimostrata un fattore decisivo, fin da quando è stato introdotto il formato attuale. In queste 14 stagioni, 10 dei club vincitori erano tra le due squadre semifinaliste più anziane, in base all’età media delle formazioni titolari in andata e ritorno.
In questo stesso periodo, non è mai capitato che la più giovane delle quattro semifinaliste alzasse il trofeo al cielo. Ciò non sembra portare bene al Liverpool, che ha nettamente l’organico più giovane: ai quarti di finale l’età media dei Reds era di 26 anni.
A confronto l’Europa League sembra più idonea a rose più giovani. Ivincitori tendono ad essere di circa 6 mesi più giovani rispetto alle altre semifinaliste.
L’abitudine a giocare partite importanti è un vantaggio?
L’età è un valore di per sé, ma l’esperienza di situazioni di pressione ad alti livelli è ancora più preziosa. Nove degli ultimi 10 club che hanno alzato al cielo la Champions League avevano almeno 10 giocatori in rosa che avevano già disputato almeno una semifinale di Champions in carriera. Arrivare con una certa regolarità a disputare partite con posta in palio molto alta aiuta a gestire la pressione. Ciò potrebbe tornare a sfavore del Liverpool che ha solo un giocatore – Joel Matip – che risponde a questi criteri.
L’esperienza in semifinale di Champions League ha i suoi benefici anche in Europa League. Le squadre che hanno almeno due giocatori capaci di aver disputato almeno una semifinale in Champions hanno vinto il trofeo in sei delle ultime sette occasioni.
Il successo aiuta a tenere i grandi giocatori?
Il Liverpool dovrà stare molto attento, nel caso non riuscisse a vincere la Champions League. C’è infatti una lista di nomi che hanno subito lasciato la squadra con la quale avevano raggiunto almeno la semfinale di una coppa europea.
In Europa League hanno cambiato casacca Jordi Alba, Mo Salah e Alexandre Lacazette. In Champions League altre stelle hanno cambiato squadra dopo la delusione di un trionfo mancato. Tra queste Manuel Neuer, Toni Kroos e Cristiano Ronaldo.
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