Manca sempre meno all’inizio della Serie A e, con essa, entrano nel vivo anche le scommesse antepost in merito ai risultati finali che saranno noti solamente a fine campionato. La Juventus parte, ancora una volta, come favorita ma noi di bwin abbiamo analizzato gli sviluppi della storia recente del campionato senza i bianconeri.
Da Conte ad Allegri, la musica in casa Juventus non è cambiata: il leitmotiv, negli ultimi 8 anni, è stato uno solo, cioè Scudetto. Le altre squadre, chi più chi meno, hanno pagato pegno ai bianconeri, finendo sempre dietro alla Vecchia Signora. Partendo dai dati inerenti agli ultimi dieci anni, abbiamo raccolto, in un’infografica, tutti i principali temi di un’eventuale Serie A senza Juventus e i risultati, prendendo a campione gli ultimi dieci anni, sono stati interessanti.
Media punti
Analizzando la media punti di tutte e 20 le posizioni in classifica negli ultimi dieci anni, solamente il Napoli di Sarri è riuscito a superare la soglia del primo posto, fissata ad 89,1 punti e mantenuta sempre dalla Juventus. Gli azzurri, quell’anno, arrivarono a 91 – record storico del club – ma la Juventus toccò quota 95, ben lontana dal record di 102 del 2013-2014 ma comunque sufficienti per togliere lo scudetto al Napoli. Per il secondo posto, negli ultimi dieci anni, è bastato superare di poco la soglia degli 80 punti (80,8 per la precisione), cosa riuscita a Inter (2010, quell’anno fu scudetto), Milan (2011, scudetto), Roma (2014 e 2017, secondo posto) e Napoli (2016, secondo), a dimostrazione di come il livello dei bianconeri sia sempre stato di gran lunga superiore.
Sguardo ai top team
Negli ultimi dieci anni, le big, eccezion fatta per la Juve, hanno vissuto momenti alterni: l’Inter è passata dal trionfo del 2010 al nono posto del 2013 salvo poi ritornare in Champions nel 2018 grazie alla vittoria con la Lazio. Situazione diversa per il Napoli che ha vissuto un periodo di crescita da Benitez fino a Sarri e Ancelotti. Difficoltà per il Milan, invece mentre la Lazio non ha quasi mai spiccato a differenza della Roma, più volte seconda e prima rivale della Juve. Dando uno sguardo agli scontri diretti tra le “6” sorelle, si evince come il Napoli abbia totalizzato 157 punti nelle 100 partite (10 all’anno) contro le altre 5. Una cifra da oltre 1.5 punti a partita, ben superiore alle altre (Roma 144 punti, Inter 125, Milan e Lazio addirittura 106 e 86) ma distante dalla Juventus che si stanzia all’esorbitante quota di 204 punti in 100 partite.
Il peso dei derby
Tra i tanti temi interessanti dando un occhio alle statistiche si evince come i derby abbiano inciso nelle varie classifiche: se da un lato quello di Torino appare molto squilibrato (su 14 partite, la Juve ha vinto 11 volte e perso solo una nel 2015), quello di Roma e Milano è più equilibrato, sebbene abbia una formazione con più vittorie rispetto all’altra. I giallorossi, infatti, hanno vinto 11 delle 20 sfide contro la Lazio, perdendone solo 5. Discorso analogo per l’Inter che ha vinto 10 degli ultimi 20 derby, perdendone appena 4.
Non c’è più spazio per le cenerentole
La Serie A sta per partire e agli appassionati nostalgici non può tornare alla mente quel tipo di calcio che, ancora non segnato da fatturato e argomenti analoghi, dava l’opportunità, anche ai più “deboli” (solo sulla carta) di primeggiare: uno dei più suggestivi è quello del Cagliari nel 1970 ma non si può non citare il grande Hellas Verona di Bagnoli nel 1985 e alla Sampdoria di Vialli e Mancini. Quando ricapiterà una situazione analoga? Difficile prevederlo ma nulla è impossibile.
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