Questo weekend partono i Playoff NBA, con i Golden State Warriors ancora una volta grandi favoriti. Saranno inoltre i primi playoff senza Lebron James dopo 13 stagioni, visto che i Los Angeles Lakers hanno clamorosamente fallito l’obiettivo.
Playoff NBA: quanto conta la posizione di partenza?
Abbiamo raccolto alcune curiosità relative alla storia dei playoff, per capire soprattutto quanto conti la posizione di partenza.
Le previsioni: Eastern Conference
Milwaukee Bucks (1) vs Detroit Pistons (8)
I Bucks hanno chiuso la regular season con il miglior record della lega. Per dare una misura dell’impresa, ciò non accadeva dal 1973-74, ovvero dagli anni di Kareem-Abdul Jabbar e Oscar Robertson. Giannis Antetokoumpo è l’uomo copertina di questa squadra che, forte anche del sistema di coach Budenholzer, è la favorita per un posto in finale. Il primo vero ostacolo si chiama Boston Celtics, che eventualmente arriverà in semifinale di conference. Prima c’è da sbrigare la pratica Pistons, qualificati all’ultima giornata dopo un patema evitabile. Preoccupano le condizioni del ginocchio di Blake Griffin, ma anche con l’ex Clippers sano come un pesce difficilmente si andrà oltre Gara 5.
Pronostico: 4-1 Bucks
Toronto Raptors (2) vs Orlando Magic (7)
L’incertezza della Eastern Conference di questa stagione è davvero fantastica, con 4 squadre che possono legittimamente ambire a un posto in finale. Una di queste è certamente quella dei Toronto Raptors, che incontrano i Magic di un rinvigorito Nikola Vucevic. Il centro montenegrino ha trascinato i suoi ai playoff con la migliore annata in carriera, ma qui trova Marc Gasol e una Toronto mai così competitiva, con Kawhi Leonard fin qui centellinato al massimo da coach Nurse, e un sorprendente Siakam serio candidato al premio di giocatore più migliorato dell’anno. Le due squadre quest’anno hanno impattato in tutto e per tutto: 2-2 in regular season, con entrambe che ne hanno vinta una sia in casa che in trasferta.
Qui però si fa sul serio, e i Raptors hanno già dimostrato di avere superato la sindrome da playoff ma adesso puntano con decisione alla prima finale NBA della loro storia.
Pronostico: 4-0 Raptors
Philadelphia 76ers (3) vs Brooklyn Nets (6)
I playoff dei Sixers iniziano con un po’ di apprensione per il ginocchio di Joel Embiid. Il centrone camerunense salterò quasi certamente gara 1, per un problema al ginocchio. I Nets sono una delle sorprese più liete di questa stagione, che li ha visti passare da 28 a 42 vittorie. Uno dei segreti di questo miglioramento è la voglia di rivincita di D’angelo Russell, lasciato partire senza troppi rimpianti dai Lakers e rinato nella Grande Mela ed è, con il già citato Siakam un illustre candidato a “Most Improved Player”. Impossibile però non menzionare coach Kenny Atkinson, vero artefice di questo miracolo in una franchigia che pareva destinata all’ennesimo fallimento.
La sensazione è che, complice l’infortunio a Embiid, sarà battaglia. Alla fine però dovrebbe spuntarla Phila, che tuttavia in regular season non ha dominato contro i bianconeri (2-2).
Pronostico: 4-2 76ers
Boston Celtics (4) vs Indiana Pacers (5)
In teoria è la serie più aperta ad Est ma Celtics-Pacers, oltre ad essere un grande classico della NBA, è anche la serie tra la squadra più deludente e quella più sorprendente della conference. Lo scorso anno già Indiana fece bene nonostante la perdita di Paul George, grazie all’annata super della nuova stella Oladipo. Stavolta l’ex Orlando Magic si è rotto dopo nemmeno metà stagione, ma ancora una volta la squadra di coach McMillan ha mostrato “huevos” in abbondanza, centrando un quinto posto nonostante un roster inferiore almeno a 4-5 squadre, tra quelle che sono terminate dietro ai Pacers.
Boston è stata sconcertante un po’ tutto l’anno, ma ha avuto un finale di regular season incoraggiante da parte della sua stella più sfortunata: Gordon Hayward. In definitiva i Pacers sono sempre duri a morire, ma dovrebbero prevalere i Celtics che in stagione hanno prevalso 3-1 su Indiana.
Pronostico: 4-2 Celtics
Western Conference
Golden State Warriors (1) vs Los Angeles Clippers (8)
A inizio stagione tutti davano i Clippers sempre più condannati ad essere la seconda squadra di Los Angeles, con i cugini Lakers che avevano appena ingaggiato sua maestà Lebron James e i Clips che parevano indeboliti dalle partenze, in due stagioni, di Chris Paul, Blake Griffin, Deandre Jordan e Tobias Harris. Invece Doc Rivers ha avuto ragione e, con la fattiva collaborazione del miglior Danilo Gallinari di sempre, si è guadagnato il primo turno contro i mostri di Golden State.
In questo senso la vittoria dei Clippers è tutta qui, perché nessuno sano di mente crede che possano vincere questa serie. Sarebbe già un miracolo se riuscissero a vincere una partita e non è impossibile, considerando che la stagione regolare si è conclusa con un 3-1 Warriors. Glielo auguriamo, anche perché i Clips sono nella invidiabile situazione di chi non ha davvero nulla da perdere, ma appare davvero improbabile.
Pronostico: 4-0 Warriors
Denver Nuggets (2) vs San Antonio Spurs (7)
Da una parte una delle squadre maggiormente (e gradualmente) migliorate nell’ultimo paio di stagioni. Dall’altra una franchigia che disputerà i playoff per la 22esima volta consecutiva. Era dal 1997 e David Robinson si era infortunato a inizio stagione, dando il via a un’annata da solo 20 vittorie. Quindi al draft successivo era arrivato Tim Duncan, che andò a formare le cosiddette “Twin Towers” ma soprattutto diede il via a una dinastia che, a due anni dal suo ritiro, non può ancora dirsi del tutto conclusa. Merito di coach Popovich e di un sistema che cambia negli interpreti ma non (troppo) nella qualità.
In teoria i Nuggets sarebbero uno dei team meno esperti di playoff, avendo peraltro l’età media più bassa tra tutti e 16 i roster qualificati. E San Antonio, dal canto suo, pur senza la perfezione di qualche anno fa è sempre un team difensivamente eccellente. Però ogni ipotesi di sorpresa si arena su un punto: come si ferma Nikola Jokic?
Il centrone serbo è una potenziale macchina da triple doppie, dunque non può far male solo in prima persona ma anche innescando le bocche da fuoco di cui dispone coach Malone, da Murray a Harris fino alle seconde linee Barton, Morris e Beasley. San Antonio invece, che comunque è 2-2 in stagione contro le “pepite”, punterà ancora una volta su Aldridge e su DeRozan, nel solito attacco Spurs che sarà però un po’ meno bilanciato rispetto alle consuetudini. I due principali violini, infatti, prendono insieme 33,5 tiri a partita: nell’era Popovich non era mai capitato.
Pronostico: 4-2 Nuggets
Portland Trailblazers (3) vs Oklahoma City Thunder (6)
Portland non è certo la piazza più appetita e popolare della NBA e forse sarà anche per questo che sono regolarmente sottostimati, ma alla fine arrivano sempre: stavolta addirittura terzi ad ovest, il miglior risultato dal 1999/2000, quando giunsero secondi dietro ai Lakers di Kobe e Shaq. Mai troppo strombazzata anche la loro superstar Damian Lillard, costantemente tra le migliori guardie della lega.
Tuttavia quest’anno la loro apparizione ai playoff potrebbe non essere lunghissima. Difficile trovare un rimpiazzo per il centro Nurkic, che si è rotto a poche settimane dalla fine della Regular Season. Kanter non è competitivo difensivamente e il giovane Collins non può ovviamente essere un fattore. Ne consegue che, insieme al “dynamic duo” Westbrook-George, il centro di Oklahoma Steven Adams potrebbe fare molto male. Come se non bastasse, OKC ha “sweepato” Portland in stagione, con un 4-0 secco (anche se si è trattato quasi sempre di match equilibratissimi)
Pronostico: 2-4 Thunder
Houston Rockets (4) vs Utah Jazz (5)
Una delle classiche situazioni in cui nessuna delle due gode ad aver trovato l’altra. Due concezioni praticamente opposte di pallacanestro, una che esalta velocità ed esasperazione del tiro da fuori (45 tentativi di media per i Rockets, nettamente primi nella lega) e l’altra che ha le migliori cifre difensive di tutta la lega, ancora una volta.
Il problema di Utah è semmai legato alla produzione offensiva. Donovan Mitchell, seppure senza impressionare come nell’anno da rookie, ha concluso la stagione a quasi 24 punti di media. Dietro di lui i Jazz mancano di un secondo violino affidabile: non lo è Rudy Gobert, pur essendo un eccezionale totem difensivo; non lo è Joe Ingles, pure utilissimo. E lo stesso Mitchell sarà anche preso dal cercare di arginare quell’iradiddio che risponde al nome di James Harden.
In casa Rockets il “Barba” catalizzerà come al solito una bella fetta dei possessi e dei tiri, ma ad essere decisivo per la serie sarà la salute di Chris Paul. Dopo l’all star break Mike D’antoni ha un po’ smesso di centellinare il minutaggio di CP3, utilizzato solo 7 volte meno di 30 minuti a partita. Se sta bene, la sua regia sarà fondamentale per rendere l’attacco di Houston meno prevedibile e Harden-dipendente. La stagione tra Rockets e Jazz si è conclusa sul 2-2.
Pronostico: 4-2 Rockets
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