Ma alla fine sarà vero che “chi più spende, meno spende”? Nel calcio non è certo così, o almeno non sempre. Però i dati del report annuale del CIES sui valori delle squadre ci dicono davvero tante cose interessanti, sul rapporto fra il denaro e il successo nel calcio.
Le squadre più costose d’Europa: la lista della spesa vi sorprenderà
L’ultimo anno è stato forse il più difficile di sempre, anche per l’industria del calcio. Soprattutto le prospettive sono quelle di una spending review, o almeno una ricerca atta a rendere il sistema calcio più sostenibile. Nel frattempo le società continuano a cercare i calciatori più adatti a rinforzare le proprie rose. Il CIES ha calcolato quanto ciascuna squadra, fra i principali campionati nazionali europei (Premier League, Liga, Bundesliga, Serie A, Ligue 1), ha speso per assemblare la rosa dell’attuale campionato. In questa cifra sono comprese le spese per il trasferimento dei calciatori e gli eventuali bonus, non gli ingaggi. Quelli li abbiamo aggiunti noi, e il risultato è questo…
Chelsea, Barcellona, Manchester United e Napoli: ecco gli spendaccioni 2020
In un panorama di spending review generalizzata, colpisce la controtendenza di alcune squadre. Clamoroso il caso del Chelsea, che ha deciso di provare a reinserirsi nell’elite europea con una campagna acquisti sontuosa. Anche il Barcellona mantiene sempre valori molto alti, nonostante si sia liberato di contratti pesanti come quello di Suarez. Per il Manchester United c’è la evidente ricerca di ristabilire le gerarchie cittadine, che hanno visto i Red Devils quasi sempre prevalere sui Citizens, ma gli ultimi anni e l’attualità raccontano una realtà diversa e decisamente amara, per il popolo dello United. Anche in Italia c’è chi continua a fare campagne importanti, ma il caso del Napoli è quello di una società che ha mantenuto negli ultimi anni bilanci estremamente in salute, quindi la crescita del budget per il rinforzo della squadra è una logica conseguenza.
Il caso Bayern
Eppure, guardando alla top 20 delle rose più costose colpisce il fatto che il Bayern Monaco sia soltanto quindicesimo. I dominatori della passata stagione, in cui hanno conquistato il Triplete, sono costati “appena” 408 milioni di euro! Come hanno fatto i bavaresi ad assemblare una squadra così forte con una spesa così relativamente bassa, e soprattutto a mantenersi sempre in altissima quota nei pronostici sulla attuale Champions League? Con una politica intelligente, fatta di giocatori dal rapporto “qualità-prezzo” estremamente vantaggioso (ad esempio Coman), oppure altri che sono cresciuti moltissimo da quando sono in squadra (uno su tutti, il favoloso Davies). A questo va aggiunta la capacità di prendere in prestito giocatori di rendimento come Perisic lo scorso anno e Douglas Costa in questa stagione.
Lo squilibrio italiano
Guardando i soldi spesi per acquistare gli attuali organici e quelli per gli ingaggi, appare in tutta evidenza un marcato squilibrio competitivo che permane nella Serie A. Le prime spendono cifre inimmaginabilmente più alte rispetto alle ultime, ma non è tutto. Se ogni anno ci troviamo con sempre con le stesse squadre in lotta nelle quote sulle scommesse online, è perché non c’è una reale redistribuzione di denaro nel campionato. Se si guarda ad esempio in Inghilterra, nessuna delle 20 squadre della Premier League ha speso meno di 100 milioni di euro per assemblare la sua rosa. In Italia invece ben 6 squadre sono sotto quella cifra, e addirittura due delle neopromosse si fermano a 12 milioni di euro!
A ciò andrebbe poi aggiunta una valutazione sulla competitività delle nostre migliori squadre in Europa. E qui, guardando sia alle passate edizioni che alle performance e alle quote delle nostre squadre in Champions League, ce ne sarebbe abbastanza per dichiarare lo stato di crisi.