La pandemia globale ha sconvolto molte delle nostre abitudini di vita, compreso l’effetto devastante su molti settori che ci fanno regolarmente compagnia come ad esempio lo sport, in particolare il calcio. Dopo la fine del lockdown, praticamente tutti gli eventi sportivi che hanno ripreso le attività lo hanno fatto a porte chiuse. Ciò che ci chiediamo oggi è se e quanto la mancanza di pubblico incide sul risultato sportivo, anche grazie a un recente studio del CIES.
Lo sport senza pubblico è falsato? L’esempio del calcio
Il campione preso in esame dal CIES in questo interessante studio non è elevato, ma restituisce un panorama della situazione che appare attendibile. Ecco allora, in questa infografica, come è cambiata la percentuale di partite vinte dalle squadre di casa nei campionati presi in esame, confrontando i dati degli ultimi 5 anni con quelli post-lockdown.
Cosa dicono questi dati
Come accennato prima, il campione preso in esame per questo studio è interessante ma non amplissimo. Ad ogni modo i risultati del campo sono stati quantomeno contraddittori. A fronte di alcuni campionati con un deciso calo delle vittorie casalinghe ce ne sono altri in cui si è verificato sostanzialmente il fenomeno contrario. Certo non c’è alcuna prova che i pronostici sul calcio o i valori del campo siano stati stravolti dalla mancanza di pubblico, in nessun caso.
Il calcio senza pubblico è triste, ma globalmente ancora “vero”
I dati dicono che un netto calo della percentuale di vittorie casalinghe si è avuto, nei campionati europei di prima fascia, solo in Bundesliga. Peraltro quello tedesco è il campionato ripartito prima di tutti, dopo i mesi di stop planetario. Ci sta anche che l’essere stati pionieri in questo senso abbia comportato un periodo di adattamento, ma ciò che si è visto in altri campionati smentisce in larga parte la tendenza tedesca. E poi non bisogna dimenticare che è tedesca la squadra che quest’anno ha centrato il Triplete, vincendo per la prima volta una edizione della Champions League dopo avere vinto ogni singola partita. Indubbiamente il Bayern Monaco era la squadra più forte ed è quella che ha vinto, con o senza pubblico.
La Juve padrona debole
In Italia abbiamo assistito alla corsa allo scudetto più assurda della storia. Tuttavia nessuno si sognerebbe di identificare nella mancanza del pubblico una delle ragioni delle incertezze della Juventus, i cui problemi avevano ben altra natura. Così come il clamoroso calo della Lazio, che nelle scommesse sul calcio era considerata a un certo punto favorita alla pari con la Juventus, si spiega con un organico ridotto all’osso che si è infranto con il fittissimo calendario dell’ultima parte della stagione. In generale dunque abbiamo assistito a uno scudetto un po’ triste, ma alla fine la Juve era strafavorita fin dall’inizio nelle quote sulla Serie A, e il pronostico è stato rispettato.
Il Barcellona imploso
Certo ci sono singoli casi di squadre che si sono trovate a meraviglia nel post-lockdown e altre che sono state più o meno disastrose. Tuttavia è arbitrario legare l’andamento delle performance di squadre professionistiche di alto livello con l’assenza di supporto del pubblico. Per esempio il Barcellona, che al momento dello stop nel marzo scorso aveva 2 punti di vantaggio sul Real Madrid. La Liga è poi finita con i Blancos campioni 5 punti avanti ai Blaugrana. In 11 giornate il Barca ha perso 7 punti sui rivali, anche in virtù di un rendimento insufficiente al Camp Nou: 13 vittorie e un pareggio con il pubblico allo stadio, 3 vittorie, 1 pareggio e una sconfitta nelle 5 uscite casalinghe a porte chiuse. I motivi del calo del Barcellona vanno però cercati molto più nel caos societario che ha poi portato ai fallimenti sul campo e all’addio sfiorato di Lionel Messi, piuttosto che al mancato supporto della curva blaugrana e alla pressione che riesce a mettere su qualsiasi avversario.
Il caso Milan
Fino all’8 marzo il Milan era una nobile decaduta del calcio europeo, depressa e presa da mille dubbi sul futuro, con un manager straniero in procinto di arrivare per rivoluzionare tutto. Poi la ripresa del campionato e una squadra che inizia a volare, in modo incredibile: nelle ultime 12 giornate del campionato 2019/20 nessuna squadra ha tenuto il ritmo dei rossoneri. Come può essere successo? Sicuramente una squadra che ha trovato i suoi equilibri intorno al tecnico Pioli, ma c’è un elemento che forse ha catalizzato il tutto. Il Milan della scorsa stagione (e ancora più quello attuale) era una squadra giovanissima, a cui mancava leadership e personalità. Il ritorno di Ibrahimovic è stato molto prezioso sotto questo aspetto, ma che molti ragazzi rossoneri patissero San Siro pieno (e stufo, e diffidente) era sotto gli occhi di tutti. Al di là della tristezza intrinseca del giocare in una cattedrale vuota, le disposizioni post-lockdown hanno dato una bella mano al giovane Milan.
La NBA e il tennis: come è andata negli altri sport
Non solo il calcio, ma anche tutti gli altri sport più popolari al mondo hanno dovuto fare i conti con le cautele di una ripartenza difficile. In tal senso ciò che è riuscita a imbastire la NBA rappresenta un esempio straordinario. Nella Bolla di Orlando decine di giocatori e addetti ai lavori sono rimasti isolati per circa 3 mesi, con tantissime partite giocate per chiudere la stagione della lega di basket professionistico più importante del pianeta, e nessun caso di contagio registrato. La lega ha anche cercato di dissimulare in qualche modo l’assenza di pubblico presente alle arene con trovate simpatiche come la proiezione sulle platee di decine di tifosi collegati via Skype. Il risultato non è ovviamente in alcun modo paragonabile all’incitamento del pubblico vero, in carne ed ossa, ma a parlare per tutto c’è il risultato sportivo. Alla fine hanno vinto i Los Angeles Lakers, ovvero un team tra i favoritissimi della vigilia e che ha dimostrato di essere la migliore squadra della NBA sul campo.
Il tennis è forse lo sport che più di ogni altro ha patito l’assenza di pubblico, in quanto disciplina individuale. I boati e gli applausi che scandiscono dalle tribune le gesta dei tennisti in campo sono insostituibili, e la loro assenza priva lo spettacolo di una componente essenziale. Anche il tennis ha dovuto fare sacrifici e compromessi notevoli, per tornare a organizzare tornei di primissimo piano come quelli del Grande Slam. In questo senso lo US Open è stato un esempio per certi versi migliore e più rigoroso, rispetto al Roland Garros. In quest’ultimo si è rivisto del pubblico affollare le tribune, anche se con fortissime limitazioni numeriche. Alla fine, come nella NBA anche qui non si può dire che non abbiano vinto i migliori.