A chiedere a un allenatore se è contento di aver vinto il titolo di campione d’inverno sembra quasi di insultarlo, viste quelle che sono solitamente le reazioni: nasi che si storcono, sopracciglia che si inarcano, labbra che sbuffano… E mani che fanno gli scongiuri in ogni modo.
“Il titolo di campione d’inverno? Non vale nulla e non ci fa vincere nulla”. Maurizio Sarri non avrebbe potuto essere più chiaro nell’esprimere la propria insofferenza nei confronti dei tanti complimenti giustamente piovuti sul suo Napoli, capace di chiudere il girone d’andata davanti a tutti con 41 punti, due in più delle più vicine inseguitrici Juventus e Inter.
Non conterà nulla e non regalerà direttamente nessun trofeo, ma lo scudetto d’inverno ha comunque un peso statistico non indifferente: dal 2000/01 per 11 volte chi ha chiuso davanti a tutti al giro di boa a poi vinto il tricolore a maggio (e il parziale sarebbe ancora più schiacciante se non fosse “viziato” dallo scudetto non assegnato del 2004/05 e da quello vinto a tavolino dall’Inter nel 2005/06).
La dura legge invernale
A Sarri non importerà granché del titolo di campione d’inverno, ma le statistiche dal 2000/01 ad oggi parlano chiaro. In 11 dei 14 campionati fin qui disputati (escludiamo quello del 2004/05 con scudetto non assegnato), la squadra campione d’inverno a poi vinto lo scudetto a fine stagione. Una percentuale del 78,5%, che sarebbe addirittura maggiore se considerassimo l’Inter come campione d’inverno 2005/06 al netto di quelle che sarebbero poi state le penalizzazioni post-Calciopoli (a questo punto il conto sarebbe di 12 su 14) oppure ci basassimo sui soli risultati “sul campo” dimenticandoci per un attimo delle sentenze dei tribunali (13 su 15).
La forza del Napoli…
I partenopei hanno chiuso il girone d’andata in testa, giustificano il proprio primato dall’alto di una serie di fattori dal peso specifico notevole: la squadra di Sari ha giocato il calcio migliore della Serie A e l’ha fatto con grande continuità (eccezion fatta per le prime tre giornate e per il calo – improvviso, ma fisiologico – contro un Bologna in grande crescita), ha il miglior attacco (38 gol) e la seconda miglior difesa del campionato (15 reti subite), ha in Higuain un capocannoniere (@1,11) da 18 gol in 19 gare e ha collezionato 10 punti negli scontri diretti con le squadre che vanno dal secondo al quinto posto (vittorie con Juventus, Inter, Fiorentina, pari con la Roma). Il Napoli è la nostra squadra favorita per la conquista dello scudetto non perché è campione d’inverno e i precedenti giocano dalla sua, insieme a una quota tricolore di 2,25/1. Il Napoli è la nostra favorita perché a dimostrato fin qui di essere semplicemente la più forte.
…e i suoi timori
L’Inter sta vivendo un periodo di involuzione, la Fiorentina non ha ancora il passo né la profondità per pensare seriamente allo scudetto (senza nulla togliere allo stupendo campionato che sta disputando), mentre la Roma aspetta di vedere che effetti porterà la cura Spalletti. Dietro il Napoli in questo momento c’è solo la Juventus, che con una quota di 2,00/1 è addirittura un passo avanti alla capolista nonostante il leggero ritardo in classifica. Merito delle nove vittorie consecutive e di precedenti statistici che le vengono in aiuto. Dalla stagione 2000/01 ad oggi la Juventus è stata infatti l’unica squadra capace di cucirsi sul petto lo scudetto senza essere stata prima campione d’inverno. È accaduto due volte. La prima, nel campionato 2001/02, quello del 5 maggio interista, quando i bianconeri vinsero all’ultima giornata per 2-0 contro l’Udinese al Delle Alpi e scavalcarono i nerazzurri sepolti 4-2 dalla Lazio all’Olimpico (in quel frangente al giro di boa davanti a tutti aveva però chiuso la Roma, poi seconda). La seconda volta fu l’anno successivo, col Milan campione d’inverno a 39 punti e la Juventus quarta con 35. Posizioni scambiate a maggio, coi bianconeri campioni d’Italia e il Milan scivolato al terzo posto anche per colpa di un girone di ritorno da soli 21 punti (i rossoneri si sarebbero però ampiamente rifatti sollevando la Champions nella finale di Manchester).
Gli aghi della bilancia
Juventus e Napoli non si giocano uno scudetto dagli anni Ottanta, quando nel 1986/87 finirono rispettivamente seconda e prima, con la conseguente festa partenopea per il primo scudetto della storia del club. I numeri 10 di allora erano Platini e Maradona, oggi a indossare la più ambita delle maglie c’è solo Pogba, visto che a Napoli la dieci è stata ritirata in onore del Pibe De Oro ed è stata indossata nuovamente solo nel trascorso in Serie C1, campionato nel quale vigeva ancora la vecchia numerazione dal’1 all’11. Bianconeri e partenopei non saranno però gli unici due attori su un palcoscenico che ospiterà anche l’ingombrate presenza di Inter (@10,00), Fiorentina (@23,00 )e Roma (@26,00), tre squadre ancora in corsa per lo scudetto e con un ruolo fondamentale per quanto riguarderà l’assegnazione del titolo di campione d’Italia, sia direttamente se rimarranno in corsa fino all’ultimo, sia indirettamente se riusciranno a levare punti importanti a quelle che sono ad oggi le due contendenti principali.