I 5 finali di Serie A più spettacolari di sempre, dallo spareggio del 1964 al 5 maggio 2002
I 5 finali di Serie A più spettacolari di sempre, dallo spareggio del 1964 al 5 maggio 2002

I 5 finali di Serie A più spettacolari di sempre, dallo spareggio del 1964 al 5 maggio 2002

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È innegabile, quello del campionato in corso e attualmente sospeso prometteva di essere uno dei finali di Serie A più entusiasmanti di sempre. Dopo anni di monotonia dovuti al dominio della Juventus, il nostro massimo torneo è infatti tornato ad essere incerto come in passato, quando era spesso capace di tenere con il fiato sospeso mezza Italia fino all’ultimo minuto dell’ultima giornata.

Non è del resto un mistero che uno dei segreti dietro l’aumento di appeal di un campionato di calcio sia l’incertezza, la presenza di più squadre capaci di competere per il titolo generando quelle emozioni che servono per catalizzare l’attenzione di tifosi e addetti ai lavori. Nel corso della sua lunga storia, che ha avuto ufficialmente inizio con l’edizione datata 1929/1930, la Serie A ha visto numerose squadre emergere e scrivere veri e propri cicli di vittorie, ma non sono certo mancati finali al cardiopalma, in bilico fino all’ultimo.

I 5 finali di Serie A più incerti di sempre

Ecco quali sono stati secondo noi i 5 finali di Serie A più incerti di sempre, capaci di generare quelle emozioni indimenticabili che sono alla base dello sport più bello del mondo. Ve li abbiamo elencati in rigoroso ordine temporale, ma naturalmente ogni tifoso avrà la propria personale classifica al riguardo. Fatecela conoscere nei commenti!

Serie A 1963/1964: spareggio-Scudetto tra Bologna e Inter

Dopo aver scritto la storia dei primi anni di vita del calcio italiano, il Bologna si è progressivamente allontanato dalla vetta della classifica lasciando spazio alle grandi realtà metropolitane, ma nella stagione 1963/1964 ha un sussulto di orgoglio e torna a lottare per lo Scudetto. Il presidentissimo Renato Dall’Ara sogna di far rivivere “la squadra che tremare il mondo fa” che lui stesso aveva creato, Bulgarelli e compagni intendono accontentarlo ed ecco così che i felsinei si trovano a duellare in vetta con l’Inter di Helenio Herrera in una sfida punto su punto.

A marzo, mentre la lotta è più viva che mai, il Bologna viene travolto dallo scandalo del doping: 5 calciatori avrebbero fatto ricorso alle anfetamine nella vittoria contro il Torino. La FIGC cancella i due punti ottenuti ai danni dei granata più uno di penalizzazione, ma mentre Dall’Ara lotta per ottenere giustizia la squadra è brava a non demoralizzarsi e non perde troppo terreno. Quando viene appurato che le provette esaminate sono state manomesse, i rossoblu ottengono indietro i 3 punti persi e agganciano l’Inter proprio nel finale.

È un arrivo a pari punti che non è mai accaduto prima, una circostanza eccezionale che richiede per la prima e unica volta nella storia uno spareggio per lo Scudetto: si gioca a Roma il 7 giugno e il Bologna, che pure ha pianto la morte di Dall’Ara pochi giorni prima – stroncato da un infarto forse figlio dello stress di quelle settimane concitate – si impone 2-0 conquistando il suo settimo e ad oggi ultimo titolo nazionale.

7 giugno 1964: Bologna e Inter si sfidano a Roma in un inedito spareggio per lo Scudetto.

Serie A 1966/1967: la papera di Sarti e la fine della Grande Inter

Uno dei più grandi cicli nella storia del calcio italiano e internazionale è senza dubbio quello della “Grande Inter” di Helenio Herrera, capace di vincere tra il 1963 e il 1966 la bellezza di 3 Scudetti, 2 Coppe dei Campioni e 2 Coppe Intercontinentali. Una cavalcata straordinaria, che seppur breve avrebbe potuto durare molto di più se la stagione 1966/1967 non si fosse rivelata particolarmente disastrosa. Accadde tutto nello spazio di una settimana, quella in cui i nerazzurri persero due partite fondamentali.

Nessun segnale precedente, nessun tipo di avvertimento: la squadra capace di dominare l’Italia, l’Europa ed il mondo per anni, una formazione entrata nella storia del calcio e recitata a memoria per generazioni, crollò di schianto e senza alcun preavviso. Prima in Coppa dei Campioni, dove il catenaccio che aveva garantito tanti successi fu distrutto dalla foga di una squadra, il Celtic Glasgow, capace di schierare soltanto ragazzi cresciuti nelle giovanili ma tanto arrembanti da travolgere una difesa che per anni era sembrata imbattibile.

Poi il campionato: mai capace di staccare la Juventus di Heriberto Herrera, tecnico paraguiano che aveva forgiato una squadra operaia e che purtroppo sarebbe stato considerato da molti alla stregua di una macchietta, l’Inter nel finale perse lo scontro diretto con i bianconeri per poi pareggiare in casa contro Napoli e Fiorentina. Eppure, a 90 minuti dalla fine, era ancora padrona del suo destino. Per vincere lo Scudetto sarebbe bastato battere il Mantova, che però si impose grazie a un cross dell’ex Di Giacomo sfuggito clamorosamente dalle mani del portiere Giuliano Sarti: superando la Lazio, la Juventus completò il sorpasso e conquistò il suo 13esimo titolo.

1° giugno 1967: il portiere dell’Inter Sarti si fa sfuggire un pallone innocuo, i nerazzurri cadono a Mantova e il ciclo di Helenio Herrera si conclude.

Serie A 1972/1973: il Milan e “la fatal Verona”

Dopo lo Scudetto soffiato alla Grande Inter, la Juventus si impone di misura anche nella stagione 1971/1972 e in quella successiva, che entrerà nell’immaginario collettivo per la clamorosa sconfitta che costa il titolo al Milan nella “fatal Verona”. Dopo aver duellato fino all’ultimo già nel campionato precedente, bianconeri e rossoneri sembrano intenzionati a ripetersi ma non hanno fatto i conti con la sorprendente Lazio, che Maestrelli ha trasformato da squadra in corsa per la salvezza a realtà capace di sognare per la prima volta nella sua lunga storia il titolo di campione d’Italia.

La corsa a tre è serratissima, e dopo aver tirato a lungo la volata i biancocelesti vengono sorpassati proprio nel finale dal Milan, che già assapora lo Scudetto quando a 90 minuti dalla fine del torneo si presenta sul campo del Verona già salvo e con un punto di vantaggio sulla concorrenza: il Diavolo è troppo sicuro di se e sottovaluta sia l’Hellas che l’imprevedibilità del pallone – per questo le scommesse sul calcio sono tanto gettonate! – che porta a un clamoroso 5-3 per gli scaligeri. La sconfitta della Lazio a Napoli e la vittoria della Juventus in casa della Roma consegnano ancora una volta lo Scudetto ai bianconeri.

20 maggio 1973: il Milan cade a Verona con un clamoroso 5-3 e perde uno Scudetto che si sentiva già in tasca. (dal web)

Serie A 1999/2000: la Juventus cade nella pioggia di Perugia

Chiunque abbia vissuto quel pomeriggio surreale di ormai quasi vent’anni fa non potrà più scordarlo: allo stadio sotto la pioggia, a casa con gli occhi incollati al televisore o l’orecchio teso verso la radio, ad assistere a uno dei finali di Serie A più concitati di sempre, forse il più surreale. Protagonista assoluta la pioggia, che proprio all’ultima giornata cade copiosa sul campo del Perugia intitolato a Renato Curi dove la Juventus di Carlo Ancelotti doveva sbrigare quella che alla vigilia sembrava poco più che una formalità per conquistare il 26esimo Scudetto della sua gloriosa storia.

Con 2 punti di vantaggio sulla Lazio, capace comunque di rimontarne 7 nelle ultime 7 giornate, i bianconeri si aspettano la sospensione di una gara che sembra impossibile da giocare. Il campo infatti è allagato, e l’arbitro Pierluigi Collina dopo aver momentaneamente fermato la partita sembra in procinto di mandare tutti a casa. Ma non si può, perché le polemiche sarebbero feroci: il tempo di permettere al terreno di gioco di drenare la pioggia e la gara riprende, il terreno è ai limiti della praticabilità e sfavorisce ovviamente la Vecchia Signora.

Così uno spunto improvviso del capitano umbro Calori gela la Vecchia Signora, regalando la vittoria al Perugia, lo Scudetto alla Lazio e segnando in negativo l’avventura alla Juventus di Carlo Ancelotti. Ancora oggi è davvero difficile immaginare un finale di campionato più controverso e concitato di questo.

14 maggio 2000: Pierluigi Collina decide comunque di far giocare Perugia-Juventus, i bianconeri cadono 1-0 e perdono lo Scudetto. (Getty Images)

Serie A 2001/2002: l’Inter e un 5 maggio impossibile da scordare

Dopo aver sognato a lungo di ripetere le gesta di papà Angelo, creatore della Grande Inter degli anni ’60, Massimo Moratti è certo di essere finalmente arrivato alla quadratura del cerchio all’alba del nuovo millennio. La sua Inter, affidata a Hector Cuper e che strada facendo è riuscita persino a ritrovare il lungodegente fenomeno brasiliano Ronaldo, è stata infatti capace di mettersi alle spalle Juventus e Roma (distanti rispettivamente uno e due punti) quando mancano 90 minuti alla conclusione della Serie A 2001/2002.

Certo una vittoria sul campo della Lazio non può essere data per scontata, ma la sensazione generale è di diffuso ottimismo, vista la forza di una squadra capace di andare oltre ogni ostacolo e che invece crolla proprio sul più bello: due volte in vantaggio, i nerazzurri vengono rimontati e infine stesi da una doppietta del ceco Karel Poborsky e da un crollo atletico e soprattutto psicologico che porta durante e dopo la gara a lacrime e rabbia. La Juventus ancora una volta si dimostra più fredda della concorrenza, e superata agevolmente l’Udinese conquista lo Scudetto numero 26: da allora il 5 maggio sarà sempre ricordato con dolore dai tifosi nerazzurri, che non potranno mai scordare le lacrime disperate di Ronaldo.

Altri finali di Serie A da ricordare

Il Milan non ha perso un solo Scudetto nella “fatal Verona”, ma addirittura due: il secondo è datato 1990 e vede la squadra di Sacchi cadere 2-1 contro gli scaligeri al penultimo turno, consegnando di fatto il titolo al Napoli di Diego Maradona. Nel 1976 il Torino vince il settimo e fino a oggi ultimo Scudetto della sua storia superando per un solo punto la Juventus, che non approfitta del pari granata con il Cesena nella giornata conclusiva cadendo contro il Perugia, curiosamente la stessa squadra che le costerà il titolo nel 2000.

I bianconeri però sono protagonisti di altri finali di Serie A concitati e chiusi con la vittoria: nel 1980/1981, campionato che passa alla storia per il gol annullato a Turone della Roma, nel torneo successivo (superata la Fiorentina, fermata all’ultima giornata sul pari contro il Cagliari e seconda per un punto) e nel 1985/1986, beffata ancora una volta la Roma sconfitta in casa 2-3 dal già retrocesso Lecce nella sfida decisiva.

E come dimenticare lo “Scudetto perso in albergo” dal Napoli nel 2018 sempre in favore della Vecchia Signora? Sulla panchina dei campani sedeva l’attuale allenatore bianconero Maurizio Sarri, che oggi, in attesa della ripresa delle ostilità, si trova ad un passo da quel titolo soltanto sfiorato. Per conquistarlo dovrà spingere la Juventus oltre gli ostacoli rappresentati da Lazio e Inter ma questa, come direbbe qualcuno, è un’altra storia…

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