5 buone ragioni per guardare la Serie A 2018/19

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5 ragioni per guardare la Serie A 2018/19

Dopo tante chiacchiere, voci e affari veri o presunti, finalmente torna la Serie A. Come già detto altre volte, il campionato che sta per iniziare si presenta come il più appassionante e interessante degli ultimi anni. Abbiamo cercato di sintetizzare le cinque principali ragioni per cui vale la pena guardare la Serie A 2018/19.

5. VAR season II

Le – comunque inevitabili – polemiche non hanno spostato di un millimetro la valutazione sulla prima stagione del Video Assistant Referee (VAR) nella nostra Serie A: è da considerarsi un indubbio successo.

Le cose da limare sono diverse, ma d’altra parte era un anno sperimentale e gli esperimenti sono per loro natura perfettibili. Inoltre, per gli incalliti dietrologi, si è visto anche al mondiale che lo strumento è di certo migliorabile ma validissimo.

Per gli scettici, rimane da digerire un punto: un protocollo, seppure meglio chiarito, avrà sempre delle parti soggette a interpretazione. Dunque, la componente umana dell’arbitraggio rimane salvaguardata e inevitabile.

L’arbitro Giacomelli visiona il VAR durante Genoa-Roma (Getty Images)

4. A volte ritornano

Due sono i ritorni degni di nota, in questa finestra estiva di calciomercato. Uno è quello di Javier Pastore in Serie A, l’altro quello di Leonardo Bonucci alla Juventus. Si tratta ovviamente di due ritorni molto diversi sul piano tecnico e anche della narrazione che si portano dietro. Quello del “flaco” è un gradito ritorno, che potrebbe portare altro valore aggiunto a una Serie A finalmente in forte risalita sul piano della qualità tecnica.

Quello di Leo è invece decisamente il caso da “tabloid” dell’estate. Se l’addio alla Juventus, con tanto di annunci e dichiarazioni su equilibri da spostare, era stato colmo di polemiche, il ritorno dal Milan dopo un solo anno è stato assolutamente fragoroso. Nonostante in Italia ci sia una polemica politica costante e sempre accesa, per qualche settimana la vicenda Bonucci-Caldara-Higuain ha fatto davvero concorrenza – come diffusione dell’argomento – ai due onnipresenti ministri del nuovo governo, Di Maio e Salvini.

Ad ogni modo c’è moltissima curiosità nel vedere entrambi all’opera.

Javier Pastore (Getty Images)

3. Bentornate, milanesi!

Collegato al caso-Bonucci c’è sicuramente quello di Milan e Inter di nuovo protagoniste. La crisi del calcio milanese sembrava avviata verso anni di oblio, invece questo campionato potrebbe essere quella del grande rilancio. Più facilmente per una delle due, più difficilmente per entrambe.

Era però qualche anno, che non si vedevano nerazzurri e rossoneri con motivate speranze, se non di scudetto, quantomeno di impensierire la Juventus e lottare per l’Europa che conta.

Gonzalo Higuain festeggiato dai nuovi compagni del Milan (Getty Images)

2. Un trono per Re Carletto

L’addio di Sarri e l’arrivo di Ancelotti ha provocato sentimenti diseguali, nella tifoseria napoletana. I più oltranzisti “sarristi” impiegheranno un po’ a digerire la partenza del tecnico toscano, ma tutti i tifosi partenopei non possono che guardare con fiducia all’ingaggio di uno dei più vincenti allenatori dell’ultimo ventennio.

I dubbi per adesso sono tutti su un mercato davvero sotto tono. Col tempo capiremo se ciò era o meno concordato con la società, ma soprattutto vedremo quanto impiega Carletto a dare la sua impronta e la sua mentalità vincente a una squadra a cui, per vincere, da anni manca tremendamente poco.

Carlo Ancelotti dà le prime indicazioni al suo Napoli Getty Images)

1.  Due lettere e un numero: CR7

Non si poteva che concludere con lui, Cristiano Ronaldo. Nel suo arrivo c’è sicuramente il colpo mediatico migliore dai tempi dell’ingaggio dell’altro Ronaldo da parte dell’Inter, a fine anni ’90. L’approdo di CR7 impreziosisce la Serie A sotto il profilo tecnico e ne innalza il valore di contenuto mediatico.

Con Cristiano la Serie A ha un’occasione forse irripetibile di cancellare alcuni difetti endemici del nostro calcio a livello di business, dagli stadi obsoleti al merchandising che non è mai stato un traino come nei paesi anglosassoni. La Juventus può ancora una volta essere da esempio.

Nella scelta di Ronaldo di venire a Torino pesa sicuramente la Flat Tax che permette ai ricchissimi di pagare “solo” 100.000€ l’anno per i redditi maturati all’estero. L’asso portoghese, che è una vera macchina da soldi tra le varie sponsorizzazioni che attira, ha così risolto i suoi problemi con il fisco spagnolo (pagando una penale di 18 milioni) e garantendosi un’aliquota risibile per almeno qualche anno.

Chi pensa però che CR7 sia venuto in Italia solo per pagare meno tasse si sbaglia e di grosso.  Cristiano è un vincente nato, è arrivato per continuare a farlo e sa che se riuscisse a portare la coppa dalle grandi orecchie a Torino, la sua già enorme fama diventerebbe imperitura.

Cristiano Ronaldo (Getty Images)
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