Il tabellone della discordia: per l'Italia è tutta in salita (e che rimpianti!)
Il tabellone della discordia: per l'Italia è tutta in salita (e che rimpianti!)

Il tabellone della discordia: per l’Italia è tutta in salita (e che rimpianti!)

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La nuova formula a 24 squadre dell’Europeo 2016 – con tanto di migliori terze ripescate – ci ha regalato un tabellone degli ottavi di finale sbilanciatissimo. E l”Italia rischia di pagarne amaramente le conseguenze

A guardare la collocazione del Belgio nel tabellone degli ottavi di finale di Euro 2016 e a pensare che al posto della squadra di Wilmots avremmo dovuto esserci noi – o almeno erano questi i pronostici della vigilia – viene quasi da mettersi le mani nei capelli.

La nazionale più talentuosa e con più hype del momento, dal valore complessivo di 468 milioni di euro (l’Italia ne vale 263, tanto per capirci) ha giocato una prima fase a dir poco sottotono ed è finita meritatamente dietro ai tanto bistrattati azzurri.

La diretta conseguenza di tutto ciò? Belgi in paradiso dal lato del tabellone in cui sono l’unica vera big insieme a Croazia e Portogallo (ma Nainggolan e soci non incontrerebbero queste due nazionali fino alla semifinale) e Italia spedita in una bolgia infernale con Spagna (ottavi), Germania (ipotetici quarti), Francia e Inghilterra (ipotetica semifinale). Alla faccia della meritocrazia.

La quota per la vittoria finale del Belgio è crollata a 7,00 – meno della metà del 15,00 dopo la sconfitta contro gli azzurri. Quella dell’Italia, che era scesa a 10,00 dopo le prime due vittorie, è tornata al 17,00 della vigilia europea.

Era meglio buttarsi a sinistra

La sproporzione fra le due parti del tabellone è ai limiti dell’imbarazzante.

A destra abbiamo complessivamente 20 titoli fra Mondiali ed Europei. A primeggiare la Germania (4+3), seguita da Italia (4+1), Spagna (1+3), Francia (1+2) e Inghilterra (un Mondiale). A sinistra, la bellezza di zero titoli continentali e intercontinentali. I risultati migliori? I secondi posti dell’Ungheria ai Mondiali del 1938 e 1954 e il bronzo croato a Francia ’98.

Dalla parte degli azzurri abbiamo quattro delle cinque squadre che guidano il listino quote per la vittoria finale, fra cui le prime tre (Francia, Germania e Spagna); dall’altra parte l’unica vera big in corsa – almeno stando alle quote – è il Belgio.

A cosa si deve questo sbilanciamento?

In primis al fatto che la composizione della nuova formula dell’Europeo, allargato a 24 squadra suddivise in sei giorni da quattro e con conseguente ripescaggio delle quattro migliori terze per completare il tabellone degli ottavi non è andata di pari passo con una ristrutturazione logica degli accoppiamenti.

Avrebbe forse avuto più senso fare in modo che le quattro migliori nazionali incrociassero le migliori terze, per “premiare” così le squadre in grado di fare meglio nella prima fase. Invece ci ritroviamo con una seconda – l’Inghilterra – accoppiata con un’altra seconda – l’Islanda, mentre se l’Italia avesse battuto l’Irlanda, sarebbe stata la migliore squadra in assoluto della prima fase e avrebbe comunque incrociato sul proprio cammino la migliore seconda, ovvero la Spagna. Un paradosso difficilmente giustificabile.

In più la questione ripescaggio ha fatto sì che molte delle nazionali si “accontentassero” nella prima fase di questo Europeo di non perdere piuttosto che scoprirsi e provare a vincere. È un atteggiamento che abbiamo visto ripetersi fin dalle prime battute delle gare giocate fra il 10 giugno e ieri: su 36 partite della prima fase solo 8 si sono chiuse con più di una rete di scarto, e solo in 9 casi abbiamo visto più di due gol nei 90′; a due squadre (Portogallo e Irlanda del Nord) sono bastati tre soli punti per essere ripescate. Tanto per dirne una, l’Italia del 2004 andò a casa nonostante 5 punti nella fase a gironi.

Insomma, questa formula allargata ha mostrato fin quasi da subito alcune zone grigie. Belgio e Croazia, nettamente le due squadre più forti della parte sinistra del tabellone gongolano sognando la finale. Dall’altra parte, Spagna, Germania, Francia, Inghilterra e Italia si preparano all’ovvio epilogo: sulla strada per lo Stade de France ne rimarrà soltanto una.

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