Noto a lungo anche come “mercato di riparazione”, il calciomercato di gennaio rappresenta da sempre l’occasione per club grandi e piccoli di ritoccare le rose, cercare i giusti rinforzi per cambiare una stagione e concluderla al meglio e per liberarsi degli esuberi. In una porzione di tempo decisamente più ridotta rispetto alla sessione estiva i dirigenti sono chiamati a operare al meglio e in condizioni non facili: molti sono acquisti che non lasciano traccia, qualcuno invece riesce a scrivere la storia, cambiando in meglio o in peggio il destino di un club e di un calciatore con un accordo. Ecco i migliori e i peggiori affari nella storia del calciomercato di gennaio.
Calciomercato, i 5 migliori affari di gennaio
Mario Balotelli
Il 31 gennaio 2013 il Milan annuncia il ritorno in Italia di Mario Balotelli, talento esploso prepotentemente nell’Inter ancora minorenne e reduce da un’esperienza con pochi alti e molti bassi al Manchester City. Con la maglia rossonera, che confessa essere sempre stata quella del cuore, Balotelli ritorna Super Mario, firma 12 reti in 13 presenze e trascina il Diavolo a un’incredibile rimonta che vale la qualificazione in Champions League.
Per averlo il Milan ha sborsato poco più di 20 milioni di euro, gli stessi che incasserà 18 mesi più tardi per cederlo al Liverpool dopo una nuova stagione tra alti e bassi. Una mossa che con il senno di poi, dato che negli anni a venire la carriera di Balotelli declinerà verso il basso: delle tante rinascite annunciate, quella in rossonero ancora oggi è l’unica che si è concretizzata e uno dei migliori affari nella storia del calciomercato di gennaio.
Andrea Barzagli
Nel 2006 Andrea Barzagli è considerato uno dei difensori più forti d’Italia, titolare fisso del Palermo che lotta per l’Europa e membro attivo della Nazionale che a Berlino si laurea campione del mondo. Fortissimo sull’uomo, estremamente intelligente tatticamente, quando accetta la corte dell’ambizioso Wolfsburg sembra pronto, 27 anni compiuti da poco, a compiere il definitivo salto di qualità. Ma se in Germania le cose vanno inizialmente benissimo, dopo due stagioni i continui acciacchi e un certo malumore lo portano a essere ritenuto non indispensabile.
Ne approfitta la Juventus, che con soli 300mila euro si porta a casa un difensore che in tanti danno ormai per finito ma che invece ha ancora moltissimo da dare. Barzagli sarà uno dei cardini della BBC, la base su cui Conte costruisce i successi dei bianconeri, titolare inamovibile che resta tale anche con l’arrivo di Allegri. Arriva prossimo ai trent’anni, lascia per appendere gli scarpini al chiodo soltanto dopo 8 stagioni e mezzo: riconquista la Nazionale, con cui gioca quasi un’altra cinquantina di partite dopo tre anni di oblio, si appunta sul petto 8 Scudetti e 4 Coppe Italia. Impossibile non considerarlo uno dei migliori trasferimenti di sempre nella storia del calciomercato di gennaio.
Edgar Davids
Centrocampista dal talento cristallino, capace di abbinare come pochi quantità e qualità, Edgar Davids era un’istituzione in Olanda quando il Milan riuscì a soffiarlo all’Ajax a parametro zero, sfruttando la legge Bosman da poco entrata in vigore. Circondato da enormi aspettative, si trova presto nel mirino della critica: Sacchi e Capello, allenatori iconici chiamati uno dopo l’altro a tentare di rianimare una squadra in difficoltà, non riescono a inquadrarlo tatticamente mentre i compagni dimostrano di non sopportarlo a livello caratteriale, tanto da definirlo pubblicamente “una mela marcia”.
La cessione, dopo appena 18 mesi, è inevitabile: la Juventus fiuta l’occasione e per appena 9 miliardi delle vecchie lire si porta a casa un talento che a Torino riesce finalmente a consacrarsi, diventando uno dei migliori centrocampisti al mondo. In bianconero Davids gioca 235 partite e vince 3 Scudetti, raggiungendo un rendimento che non sarà più capace di ripetere nelle successive esperienze ma che gli permette, insieme ai caratteristici occhiali protettivi utilizzati per curare un glaucoma, di passare alla storia come uno dei migliori affari di calciomercato della Vecchia Signora.
Alexandre Pato
Forse sarà ricordato soltanto come una meteora, ma dalla luce talmente accecante da accecare per un momento il mondo intero. Talento cristallino esploso nell’Internacional di Porto Alegre, Alexandre Pato diventa nell’estate del 2007 il minorenne più pagato al mondo quando il Milan decide di investire su di lui ben 22 milioni di euro. Non avendo ancora compiuto 18 anni deve però aspettare gennaio 2008 per trasferirsi in Italia, motivo per cui rientra nella nostra narrazione, e se il Diavolo ha dovuto attendere mesi prima di vederlo all’opera il ragazzo dimostra fin da subito che ne è valsa la pena.
In gol fin dall’esordio contro il Napoli, nei successivi tre anni e mezzo Pato brilla della luce che illumina i predestinati: ha tecnica e velocità, davanti al portiere è implacabile – segna 57 reti in 125 presenze – e niente e nessuno sembra poterne frenare l’ascesa nell’Olimpo dei più grandi. A farlo saranno una terribile serie di infortuni, da cui non si riprenderà mai e che ad appena 22 anni lo costringeranno a vivere una lunga carriera in tono minore, pallida copia del campione che era in gioventù. I suoi primi anni in Italia, tuttavia, non potranno mai essere scordati da chi ama questo sport.
Mohamed Salah
Arrivato in Europa non ancora ventenne, Mohamed Salah parte dalle retrovie del campionato svizzero: con la maglia del Basilea si mette in luce in Europa League contro il Chelsea, che lo acquista per 15 milioni di euro ma che successivamente dimostra di non credere troppo nelle sue qualità. Quando i Blues nel gennaio del 2015 puntano il colombiano Cuadrado della Fiorentina offrono in cambio ai viola proprio quell’ala egiziana, che arriva in prestito in riva all’Arno praticamente da sconosciuto: si rivelerà uno dei migliori affari di calciomercato di sempre, anche se a Firenze non se ne godranno i frutti.
Cosa sia capace di fare Salah lo dimostrerà nel giro di 6 mesi: oltre ai 9 gol in 26 presenze, in una squadra che vola sulle ali dell’entusiasmo l’egiziano si dimostra fin da subito un trascinatore, spiccando per la rapidità con cui avanza palla al piede, il dribbling portentoso, la personalità. In appena mezza stagione è già uno dei migliori calciatori della Serie A, tanto che la Roma riesce a soffiarlo ai viola sfruttando un’incomprensione tra il club toscano e il Chelsea. Nella Capitale l’egiziano si trasforma definitivamente in campione, guadagnandosi il trasferimento nel Liverpool di Jurgen Klopp di cui oggi è una delle principali stelle e il miglior realizzatore.
Calciomercato, i 5 peggiori affari di gennaio
Nicolas Anelka
30 gennaio 2013: la Juventus, impegnata nella corsa per lo Scudetto e che per farlo sente di aver bisogno di un’alternativa in attacco, annuncia l’accordo con Nicolas Anelka. Prossimo ai 34 anni, svincolato dopo un’esperienza più che dimenticabile in Cina allo Shanghai Shenua, il centravanti francese è stato in gioventù uno dei talenti più fulgidi del calcio mondiale, esplodendo fragorosamente nell’Arsenal e guadagnandosi la chiamata del prestigiosissimo Real Madrid grazie alla combinazione letale di potenza ed eleganza.
Il trasferimento alle merengues ha però segnato, ad appena vent’anni, l’inizio di un lento quanto inesorabile declino: l’Anelka che arriva alla Juventus è ormai già un ex calciatore, incapace di mettersi in concorrenza con i colleghi di reparto e destinato a passare alla storia come uno dei peggiori trasferimenti nella storia del calciomercato di gennaio. A testimoniarlo i numeri: 3 presenze, 45 minuti complessivi, ovviamente nessun gol e il ritiro a stretto giro di posta. Per arrivare a Torino aveva discusso a lungo con i dirigenti cinesi, che lo avevano coperto d’oro per ricoprire il ruolo di allenatore-giocatore: tanto rumore per nulla.
Gabriel Batistuta
Se nel caso di Anelka possiamo parlare di un talento mai completamente espresso e acquistato dalla Juventus fuori tempo massimo, per l’Inter e Gabriel Batistuta il discorso può essere simile ma con una differenza fondamentale: l’argentino è stato a lungo un campione vero, forse il miglior centravanti puro in circolazione negli anni in cui era confinato nel suo regno di Firenze. Icona della Fiorentina, il Re Leone – come fu chiamato da un pubblico per cui è stato e resterà sempre un eroe – è stato sicuramente limitato nei suoi anni migliori da una squadra che non riusciva ad essere grande quanto il suo bomber.
Ai trofei in bacheca Batistuta ha preferito a lungo, comprensibilmente, l’amore incondizionato di una delle tifoserie più calde d’Italia, un amore assolutamente ricambiato e che ha rimandato più volte il momento di un addio che per molti sembrava sempre inevitabile. Infine, nel 2000 e dopo la bellezza di 207 reti in 332 partite, ecco il trasferimento alla Roma e lo Scudetto, quindi nel gennaio del 2003 l’arrivo all’Inter: è qui che gli acciacchi di una carriera dove i calci presi sono stati innumerevoli emergono tutti insieme. Il presidente Moratti era innamorato di lui, ma deve constatare che il più forte centravanti al mondo ormai non è più tale: in 6 mesi arrivano appena 12 presenze e 2 gol, gli ultimi in Italia di uno dei più grandi bomber mai visti in Serie A.
Seydou Doumbia
Al termine del calciomercato di gennaio 2015 la Roma cerca un sostituto sul mercato per Mattia Destro, partito in direzione Milan, e ritiene di averlo individuato in Seydou Doumbia, rapido e letale attaccante ivoriano che sembra solo aspettare l’occasione giusta per imporsi ad alto livello. Del resto ha già fatto sfracelli in Svizzera con il Young Boys (58 gol in 79 presenze) e in Russia con il CSKA Mosca, dove ha lasciato il segno mettendo a referto 87 reti in 141 partite. Sono numeri che giustificano l’investimento dei giallorossi, pari a 15 milioni di euro, e che sembrano garantire per lui un futuro rosero nella Capitale.
Non andrà così: Doumbia si unisce tardi alla squadra – del resto sta giocando e vincendo la Coppa d’Africa – ed è evidentemente fuori condizione, anche perché in Russia il calcio segue altri ritmi e a dicembre, di fatto, la stagione è finita. Ci vorrebbe pazienza, ma già dalla sua prima apparizione Doumbia viene subissato di fischi: non si riprenderà più, mettendo insieme una prova più incolore dell’altra, 14 gare e 2 soli gol. Sparisce dopo appena 6 mesi, praticamente nel nulla, il bomber che sembrava pronto a prendersi la Roma e che invece nella Capitale è stato poco più che un turista.
Juan Eduardo Esnaider
Nel mercato di gennaio del 1999 la Juventus annuncia di aver finalmente trovato il sostituto di Alessandro Del Piero, campione assoluto che si è dovuto fermare fino a fine stagione per il tristemente famoso infortunio rimediato contro l’Udinese. Sostituire un talento come il 10 bianconero, la cui assenza è coincisa con la crisi che ha portato i bianconeri lontano dalla vetta della classifica e alla fine dell’era legata a Marcello Lippi, è tutt’altro che semplice: dopo avere a lungo inseguito il perugino Rapajc, la Vecchia Signora si fa conquistare dall’eleganza dell’argentino Juan Eduardo Esnaider.
Ha 26 anni, arriva dall’Espanyol – che per privarsene ha voluto 12 miliardi di lire – e prima ancora ha indossato le maglie di Real e Atletico Madrid, dove si è distinto soprattutto per le liti con i tecnici. Non assomiglia a Del Piero, è – si dice – un centravanti elegante e aggressivo al tempo stesso, che ha finalmente messo la testa a posto ed è pronto a esplodere definitivamente. Sarà, ma l’Esnaider visto alla Juventus sarà un vero e proprio fantasma, impalpabile nelle sue 25 presenze, spalmate in 18 mesi in cui non arrivano che la miseria di 2 reti. Ancora oggi viene ricordato come uno dei peggiori acquisti di sempre da parte dei bianconeri, il tanguero che non riuscì a sedurre la Vecchia Signora.
Fabio Junior
Nel gennaio del 1999, mentre la Juventus conclude l’acquisto di Esnaider, la Roma annuncia al mondo che “il nuovo Ronaldo” vestirà il giallorosso. Il suo nome è Fabio Junior, è un attaccante brasiliano che si dice in patria abbia fatto sfracelli con il Cruzeiro e che sia già pronto, appena 21enne, a prendersi la ribalta anche in una Serie A che ai tempi non fa sconti a nessuno. Il suo arrivo nella Capitale è a dir poco pomposo – del resto è costato ben 30 miliardi di lire – e accompagnato addirittura da una videocassetta pubblicata su un noto quotidiano sportivo che ne esalta le gesta mostrando la ventina di reti messe a segno in Brasile.
Soprannominato anche “l’uragano blu” per via della potenza che pare sprigionare quando scatta implacabile verso la porta avversaria, Fabio Junior esalta tutti tranne il suo tecnico, Zdenek Zeman, che al suo posto aveva chiesto alla dirigenza il giovane ucraino Andriy Shevchenko finendo per essere ignorato. Già da qui è possibile intuire la cantonata presa dai giallorossi, confermata poi dai numeri sul campo: in 18 mesi il cosiddetto “nuovo Ronaldo” gioca appena 16 gare mettendo a segno la miseria di 4 gol, quindi torna da dove era arrivato e presto finisce nel dimenticatoio, da cui riemerge ogni volta che si parla di un cattivo affare realizzato nel mercato invernale. Non il miglior modo per essere ricordato, diciamo la verità.
I migliori affari di calciomercato: una lista da aggiornare?
Questi dunque quelli che secondo noi meritano di essere ricordati come i migliori e peggiori affari di calciomercato nella storia della sessione invernale, che nonostante spesso riservi delusioni – non è facile inserirsi a stagione in corso e risultare determinanti da subito – resta ogni anno un appuntamento attesissimo tanto dai tifosi quanto dagli addetti ai lavori. Quest’anno, poi, in controtendenza rispetto alle ultime edizioni il mercato di gennaio ha regalato colpi davvero notevoli, basti pensare all’Inter che ha messo a disposizione di Conte nomi come Ashley Young, Victor Moses e soprattutto Christian Eriksen: il danese è considerato uno dei migliori centrocampisti al mondo, e complice il contratto in scadenza a giugno è costato appena 20 milioni di euro. Presto la lita dei migliori affari di calciomercato – di gennaio ma non solo – potrebbe essere aggiornata…