Record di punti nell’anno solare 2016, imbattibilità di Buffon, 26 vittorie casalinghe consecutive. Con Allegri i bianconeri hanno abbattuto ogni record del nostro campionato. Ha senso dunque parlare di divorzio?
Il 3-0 di domenica contro il Bologna ha aggiornato il pallottoliere a ventisei: ventisei vittorie casalinghe consecutive della Juventus allo Stadium, record assoluto per il campionato di Serie A ed ennesima ciliegina sulla torta di due anni e mezzo di gestione Allegri ai limiti della perfezione.
Col tecnico livornese la Vecchia Signora ha messo in fila statistiche da urlo: record di ogni epoca per punti collezionati in un anno solare (100 nel 2016), record di imbattibilità per Buffon, striscia più lunga di partite consecutive senza subire gol, striscia più lunga di vittorie consecutive senza subire gol, striscia più lunga di vittorie consecutive da inizio campionato senza subire gol e record per il minor numero di reti subite (20) in un campionato a venti squadre.
Quel che più conta è che non si tratta di cifre fini a se stesse. A fianco di questi numeri sono fioccati anche i trofei: due Scudetti, due Coppe Italia e una Supercoppa Italiana (più una finale di Champions raggiunta).
La Juventus di Antonio Conte vinse cinque titoli in tre stagioni piene. Allegri ha già raggiunto il suo predecessore con sei mesi di anticipo e con tre competizioni (campionato 2016/17, Coppa Italia e Champions League) in cui è ancora in corsa, in due delle quali da favorito.
A livello di primati assoluti l’attuale tecnico bianconero supera 7 a 4 l’ex c.t. azzurro, che con la Juventus 2013/14 raggiunse quota 102 vincendo tutte e 19 le partite casalinghe.
Eppure nonostante tutto ciò sono in molti a considerare concluso il ciclo di Allegri sulla panchina dei campioni d’Italia.
L’addio di Conte fu un fulmine a ciel sereno, quello di Max potrebbe arrivare in maniera più prevedibile nella forma, ma non nella sostanza.
Ma ha senso parlare della fine di un ciclo di fronte ai risultati e ai numeri di questi due anni e mezzo?
La Juventus dell’ultimo biennio non ha mai visto intaccato il proprio strapotere sulla Serie A, è passata in maniera indenne dagli addii di Pirlo, Tevez e Vidal prima e di Pogba e Morata poi, e sotto questa gestione tecnica si è guadagnata un posto di diritto fra le prime otto squadre d’Europa (quota per la vittoria della Champions 2016/17 a 13/1).
Allegri ha vinto tutte le sue scommesse, ciò nonostante è bastato perdere la Supercoppa Italiana per scatenare le voci di crisi.
Eppure la sconfitta sul campo di Doha ha un altra faccia della medaglia, quella di una squadra le cui – piccole – sconfitte fanno ormai più rumore degli – enormi – trionfi. Un traguardo per cui non bastano novanta minuti, ma anni.