(statistiche aggiornate al 3/3/2020)
Come sta andando la sfida a distanza tra Mauro Icardi e Romelu Lukaku? Il passato e il presente dell’Inter sono destinati a venire messi a confronto almeno per tutto quest’anno e infatti è ciò che faremo anche noi, aiutandovi a districarvi tra le performance dei due bomber. Seguite la sfida Icardi-Lukaku su bwin news!
Il lungo addio
Il lungo addio di Mauro Icardi all’Inter, che pure è tecnicamente un arrivederci, ha segnato profondamente l’ultimo anno del calcio italiano, non solo quello di fede nerazzurra. Questa storia, in cui i confini tra gossippone dell’anno e trattativa di mercato non sono mai stati granché definiti, ha prima incuriosito, poi appassionato e infine grandemente stufato qualche milione di calciofili.
La trattativa-lampo conclusa con il PSG ha però posto le basi per quello che non è un normale avvicendamento tra attaccanti. Sì perché la vicenda Icardi-Lukaku non è semplicemente quella di due campioni con le valigie che si incrociano sotto il cielo transalpino, mentre il belga volava da Manchester a Milano e l’argentino atterrava a Parigi. A ben vedere si tratta di un affare complesso, che rischia di cambiare le sorti di due importantissime società del calcio europeo. E, di conseguenza, potrebbe contribuire a mutarne alcuni equilibri.
Icardi-Lukaku, confronto in cifre
Prima di addentrarci sulle conseguenze “geopolitiche” di questo movimento di mercato, andiamo a curiosare in quella che è diventata una vera e propria sfida a distanza. Nessuno dei protagonisti lo ammetterà nemmeno sotto tortura, ma per il mondo dei tifosi interisti il confronto esiste e non è di facile soluzione. Esiste già perché molti non hanno ancora compreso se l’Inter ci abbia guadagnato, rinunciando a un bomber di razza seppure conclamato piantagrane, per acquistare un attaccante sempre di altissimo livello ma con tutte le incognite dell’adattabilità al nostro calcio. La prima metà della stagione ha fugato più o meno tutti i dubbi sulle capacità di adattamento del belga, che segna dunque un punto a suo favore.
Tuttavia è meglio lasciar parlare i numeri e allora ecco un confronto fra due attaccanti che hanno stili di gioco e di comportamento molto diversi, ma che in quanto a qualità e rendimento sono davvero vicinissimi. Se non siete convinti, date un occhio alla nostra infografica che riporta i dati principali della carriera di ciascuno, seguendo poi passo passo il rendimento di Maurito e Romelu lungo tutta la stagione.
Il mio bomber è differente: cosa dice la stagione dei due
Lo dicono innanzitutto i numeri, ma non era un segreto di stato: Mauro Icardi e Romelu Lukaku sono due tipologie di attaccanti molto diverse tra loro. Lukaku è certamente superiore di sinistro e di testa, Mauro è letale con il destro e rigorista quasi infallibile. Tuttavia, le stesse cifre dicono che mai come in questa stagione i due sembrano sostanzialmente equivalersi. Icardi ha un saldo stagionale di 20 gol con 30 tiri in porta scoccati mentre Lukaku ha raggiunto i 23 gol stagionali ma con diversi tiri in più, 56.
Il confronto Icardi-Lukaku cambia se si guarda ai “gol per minuto”, poiché l’argentino ha giocato solo 1943 minuti in stagione, mentre il belga è stato in campo molto di più: 2827′. Premettendo che il PSG ha gestito Icardi in maniera molto prudente a causa della lunga inattività del ragazzo, questo dato della media di gol in base al tempo (1 ogni 97 minuti per Icardi, 1 ogni 123 per Lukaku) è forse quello che meglio fotografa la differenza principale tra i due bomber, nonostante la forbice si sia attenuata nel tempo. In generale rimane la più grande distinzione tra i due: Mauro è sempre stato uno che vive per il gol, mentre Romelu si è sempre sobbarcato molto altro lavoro.
La mia squadra è differente
Questa prima metà di stagione non ha ancora detto tutto, ma ha detto abbastanza. Non scopriamo oggi che il PSG di Tuchel e l’Inter di Conte sono due squadre molto, ma molto diverse in tutto. Trasferendo questo argomento sul confronto Icardi-Lukaku, si evince ancora meglio che entrambi sono andati dove meglio potevano essere più utili.
La manovra del PSG è fatta di una fitta rete di passaggi e triangolazioni, utilizzando moltissimo le due catene laterali (terzini e centrocampisti o attaccanti esterni) e in alternativa i centrocampisti centrali, sia nell’inserimento che nel tentativo di verticalizzare. In questo modulo a uno come Icardi è chiesto di fare il primo pressing e poco altro, a parte quello che sa fare meglio: il finalizzatore.
L’Inter di Conte invece punta su altre caratteristiche anche in ragione di una rosa per ovvie ragioni inferiore tecnicamente. Soprattutto con un giocatore chiave come Sensi out, l’Inter non ha qualità di palleggio paragonabili a quelle del PSG. Da ciò consegue il frequente ricorso al lancio lungo, ma non solo. In questo impianto di gioco, un attaccante con le caratteristiche di Lukaku diventa fondamentale. Il belga gioca molto spalle alla porta, fa a sportellate, difende palla, smista, fa salire i compagni ma è anche abile nello “scivolare” e accompagnare l’azione, con una conclusione o un assist.
Icardi-Lukaku: l’avvicendamento e i dubbi dei tifosi
Da quando Antonio Conte è arrivato all’Inter ed ha esplicitato che Icardi non faceva parte del suo progetto, e quindi ha caldeggiato e infine finalizzato l’acquisto di Lukaku, molte domande sono passate per la testa del popolo interista, e alcune continuano a ripresentarsi senza una risposta definitiva.
Per esempio, poteva Conte provare a rilanciare il ragazzo dandogli un’altra chance? Vedendo la trasformazione di Candreva, uno che praticamente tutti davano come bollito e speravano trovasse qualche altra sistemazione e invece si è trasformato in fido ed efficiente soldatino votato alla causa, il dubbio certo è lecito. Ma nel calcio secondo Conte la disciplina e la compattezza dello spogliatoio sono tutto, e alcuni risvolti della gestione della trattativa da parte del duo Icardi-Nara sono parsi poco rispettosi di certe regole non scritte che da sempre governano gli spogliatoi del calcio professionistico. Evidentemente era saltato il tappo della fiducia reciproca e provare a ricucire poteva sortire più danni che possibili benefici.
E ancora, una delle ragioni tecniche che hanno più infastidito la Milano nerazzurra è il fatto che Icardi “costringesse” la squadra a giocare con un unico modulo: il 4-2-3-1. Durante i suoi anni in nerazzurro, si diceva che Mauro gradisse poco presenze ingombranti nel reparto e ciò avrebbe anche contribuito a rallentare l’ambientamento di Lautaro Martinez, oggi esploso pienamente con Lukaku a fianco. Dall’altra parte, però, Icardi ha completamente sconfessato quell’idea di attaccante monolitico, perché a Parigi gioca indifferentemente da prima punta in un 4-4-2 o da perno centrale nel 4-3-3. Soprattutto, come accennato prima al PSG può fare il finalizzatore puro, mentre all’Inter serviva un centravanti con un peso specifico notevole sulla manovra. E il belga, in questo senso, è un profilo pressoché ideale.
Icardi-Lukaku, chi guadagna cosa
Cosa guadagna l’Inter
Anche se la tempistica è stata estenuante e lo svolgimento dei fatti a tratti grottesco, alla fine la società nerazzurra ha ottenuto esattamente ciò che voleva, e su più fronti. Da un lato si è liberata di una “mela marcia”, uno che in tutta evidenza lo spogliatoio non tollerava più. Dall’altro non ha svalutato il calciatore come si temeva, poiché a fine stagione il PSG potrebbe riscattarlo a 70 milioni o rimandarlo – rinfrancato e rilanciato – a Milano. Quest’ultima ipotesi è davvero improbabile, ma l’Inter si è comunque rimessa nella condizione di centrare una ottima plusvalenza (Icardi fu acquistato a 13 milioni nel 2013).
Al contempo, dall’avvicendamento Icardi-Lukaku i nerazzurri si sono dotati di un bomber forse meno goleador, ma più funzionale al progetto di Antonio Conte.
Cosa guadagna il PSG
Senza iniziale esborso di neanche un euro (notiziona, per una società come il PSG), i parigini si assicurano un credibile erede per Edinson Cavani. Il Matador inizia a mostrare i segni del tempo ma rimaneva figura cruciale per la squadra, poiché né il favoloso Mbappe né l’evanescente Neymar sono vere e proprie prime punte. L’infortunio muscolare della superstar brasiliana ha aperto le porte alla titolarità per Icardi sia in Champions League che in Ligue 1, competizione che vede ancora una volta i parigini ultrafavoriti. Maurito ha sfruttato come meglio non avrebbe potuto questa chance, prima di appannarsi un po’.
Ciò potrebbe (ri)aprire prospettive di calciomercato per Neymar, che già aveva provato con insistenza ad andarsene da Parigi l’estate scorsa, rendendosi inviso praticamente a tutta la tifoseria “rouge-et-bleu”. Se Icardi si conferma quello delle ultime settimane, quello di trovare un rimpiazzo per Neymar non sarà più un problema. Stesso discorso vale ovviamente per Edinson Cavani, al quale tuttavia il PSG non è riuscito a trovare una sistemazione durante il mercato di gennaio.
Cosa guadagna Icardi
Dopo la purga dell’anno scorso e la dubbia efficacia della spregiudicata strategia comunicativa tenuta dalla moglie Wanda Nara, Maurito si guadagna una chance nuova di zecca ad altissimi livelli. Con tutto il rispetto, passare dal ricevere cross o assist da Candreva e Politano a venire assistito da Mbappe e Di Maria non è proprio un passo indietro, nella carriera di un calciatore. Che poi lui avesse fatto di tutto per non meritarsi il rispetto dei compagni, beh, quello è altro discorso…
Cosa guadagna Lukaku
Dall’affare Icardi-Lukaku, dati alla mano, Romelu si guadagna una fantastica prova d’appello per dare una svolta alla propria carriera. Se il Chelsea non aveva mai realmente creduto in lui, il Manchester United lo aveva fatto ma lui ha tradito le aspettative, complice una rosa non adeguatamente attrezzata e un ambiente attraversato da vari veleni. Ora il belga trova un altro progetto interamente incentrato su di lui, che può portarlo a raggiungere i traguardi che una storia come la sua, partita dall’infanzia povera nei sobborghi di Anversa, meriterebbe.
Win/win situation?
Ad oggi, l’affare Icardi-Lukaku sembra una scommessa che possono vincere tutti e 4 gli attori in campo. Oltretutto ciò va ad aumentare la competitività di Inter e PSG anche in ottica Champions League. In particolare i parigini di Tuchel sembrano quest’anno più forti di quanto non siano mai stati anche in stagioni caratterizzate da spese folli.