Godere dei piccoli passi è quasi sempre una buona abitudine, soprattutto se si è toccato il fondo. Il calcio italiano è ancora a caccia di una sua nuova dimensione, preso tra la nostalgia per i tempi in cui i nostri club erano i più ricchi e dominanti e gli ultimi lustri passati a masticare amaro, con l’umiliante esclusione dell’Italia dai Mondiali del 2018 come punto più basso di sempre. Una delle strade più sicure per garantirsi un buon futuro è quella di investire sui giovani e forse, dopo tanti anni, hanno iniziato a capirlo anche in Serie A. Ci sono ben 5 “nostri”, fra i Millennial più utilizzati nel calcio di vertice europeo.
Un nuovo e interessante report del CIES ci illustra il panorama dei “Millennial”, ovvero i nati dal 2000 in poi, e sulla fiducia che viene loro accordata dalle squadre.
Calcio Millennial: Kulusevski e Tonali i più presenti d’Europa
Il CIES ha calcolato le percentuali dei minuti di gioco concessi ai nati nel nuovo millennio, distinguendoli in tre classifiche. La prima riguarda i 20 più utilizzati nei 5 campionati di vertice in Europa. La seconda mette in fila i più presenti nelle principali “Serie B” sempre dei 5 paesi calcisticamente più evoluti (Italia, Inghilterra, Spagna, Francia e Germania). Infine, l’ultima considera i 20 millennial più presenti al mondo.
Allo studio del CIES abbiamo aggiunto alcune interessanti statistiche sulle nostre Serie A e Serie B. Quali sono le squadre più giovani? E quali danno più spazio ai giovani? Ecco l’infografica che fa per voi.
Millennial, giovani e Italia: il calcio è davvero cambiato?
I primi due, tre dei primi 10 e 5 dei primi 20. Il calcio italiano si gode i suoi giovanissimi talenti. Dejan Kulusevski è diventato da subito una colonna del Parma, Sandro Tonali era già un predestinato e non ha affatto risentito della pressione, almeno finora. Non solo, perché Marash Kumbulla si è imposto di prepotenza contribuendo alla pazzesca stagione del Verona, mentre Hamed Traoré e Dusan Vlahovic si stanno ritagliando pazientemente ruoli importanti nel Sassuolo e nella Fiorentina.
A ben vedere, nel caso di Kulusevski l’ampio utilizzo che di lui ha fatto il tecnico D’aversa si spiega sì con le eccellenti prestazioni, ma anche con l’organico ridotto all’osso del Parma, soprattutto in avanti. Diverso il discorso per Tonali, che già in Serie B aveva le chiavi del gioco del Brescia e le ha mantenute – insieme alle promesse sul suo grande talento – nel passaggio alla massima serie.
I “vecchi” ancora al comando
Il calcio italiano ha scoperto la bellezza dello scommettere sui giovani, oppure si tratta più di una tendenza marginale? Un po’ e un po’. Che qualcosa stia cambiando e lo si nota anche dagli investimenti della società dominatrice degli ultimi 8 anni. Dopo anni di “usati sicuri” e un affare certo non di prospettiva lunghissima come quello di Cristiano Ronaldo, la Juventus ha puntato nell’ultimo anno su ragazzi che una volta avrebbe al massimo preso per girarli in prestito in Serie B. Gli acquisti di de Ligt e Kulusevski, ma anche quello di Demiral, raccontano di una Vecchia Signora che punta a diventare un po’ meno vecchia. Come detto, tuttavia, si tratta della fase iniziale di un fenomeno. La Juve continua a imperversare al vertice con la rosa più anziana della Serie A. A ben vedere anche la Serie B non fa eccezione. Il Benevento, dominatore della classifica e grande favorito, secondo gli esperti di scommesse sportive, per risalire in Serie A, hanno a loro volta la rosa più “stagionata” del campionato.
Per il resto la Serie A non è più, come è stata per qualche tempo, il campionato più “stagionato” d’Europa. La Liga guida questa particolare graduatoria con un’età media in campo superiore ai 27 anni, mentre la Bundesliga insidia il primato della Ligue 1 come torneo più favorevole all’inserimento dei giovani. Come dire, stiamo migliorando ma abbiamo sempre qualcuno da cui imparare o prendere esempio.
La Serie B che non dà il buon esempio
Piuttosto è proprio nella cadetteria, che si intravedono i margini di miglioramento più grandi. In teoria la Serie B dovrebbe diventare (anche) una gigantesca vetrina per i giovani, ma certo non è semplice coniugare l’ambizione di piazze importanti con i tempi lunghi che una programmazione incentrata sui giovani richiede. La nostra Serie B, dati alla mano, è il campionato con lo scarto maggiore tra l’età media della rosa e quella che scende effettivamente in campo, con quest’ultima mediamente più anziana di 1,2 anni. Forse è un caso – ma forse no – che tra i 20 Millennial più utilizzati nelle seconde serie europee ce ne siano soltanto due della nostra Serie B.
Top Millennials Europe, uno sguardo oltreconfine e l’importanza dei ruoli
Guardando al panorama europeo secondo i dati raccolti dal CIES, emerge una robusta presenza di centrocampisti e difensori. Non sorprende affatto, poiché si tratta spesso di ruoli in cui gli automatismi richiesti rendono più consueto un impiego continuo. Nei ruoli di attacco invece è più raro che venga concesso tanto spazio ai giovanissimi. A meno che non siano dei potenziali fuoriclasse…
Jadon Sancho è già il più costoso teenager della sua generazione, con una valutazione di almeno 120 milioni di euro. La sua stagione (12 gol e 13 assist in 18 partite di Bundesliga) dice già tanto, in merito. Adesso, con l’arrivo dell’altro Millennial fenomeno Erling Braut Haaland, i due potrebbero fare fuoco e fiamme. Anche Ferran Torres del Valencia ha conquistato un posto da titolare non solo in Liga, ma anche in Champions League. Il giapponese Kubo non ha invece la vetrina europea con il suo Maiorca, ma il Real Madrid (proprietario del cartellino) ha grandi progetti per lui.
A proposito di ruoli, quello che sicuramente penalizza di più la giovane età è il portiere. Si pensi a Gabriel Brazao, 19enne che l’Inter prelevò due anni fa dalle giovanili del Cruzeiro. Il ragazzo non trovò spazio al Parma, che lo aveva avuto in prestito nella scorsa stagione. E anche in questa, all’Albacete (Liga 2), non ha avuto occasioni per mettersi in mostra, a parte due partite di Coppa del Re.
Gallagher e la Serie B che sta stretta
Al di là di Kulusevski, Tonali, Sancho e gli altri, ci sono prospetti interessanti anche nelle serie inferiori. Dalla seconda serie inglese (il Championship) emerge il quasi 20enne (li compie dopodomani) Conor Gallagher. Centrocampista totale che può ricoprire diversi ruoli (dal mediano al regista, fino all’ala destra o il trequartista), Gallagher ha trascorso la prima parte della stagione al Charlton. Quindi, qualche settimana fa il Chelsea lo ha girato al più ambizioso Swansea City, sempre in Championship. Fioccano i paragoni per lui, che però al momento pensa solo a stare bene: due anni fa subì infatti un piccolo intervento chirurgico al cuore per risolvere un’aritmia. Le cose per lui sembra si stiano mettendo bene e Frankie Lampard gongola: l’anno prossimo sa di poter contare su un altro giovane talento.