Il rinvio della Champions League era inevitabile ed è arrivato forse in colpevole ritardo. Nonostante l’Europa si trovi ancora nel pieno della crisi causata dalla pandemia, la UEFA è costretta a portarsi avanti col lavoro e a ragionare sulle tempistiche e sulla formula di una possibile (inevitabile?) ripresa. Al vaglio ci sono parecchie ipotesi, ma molto dipenderà da quando si potrà davvero scendere nuovamente in campo senza rischi per i giocatori. Vediamo insieme tutti gli scenari possibili.
Parola d’ordine: incertezza
Dopo i primi rumor, ieri è arrivata la notizia ufficiale del rinvio di Euro 2020: la massima competizione europea per nazionali si giocherà l’anno prossimo, dall’11 giugno al 11 luglio 2021. Questo permette un maggior margine di manovra sulla rivisitazione dei calendari, non soltanto internazionali. Se l’emergenza dovesse rientrare in tempi relativamente brevi, si potrà pensare di portare a termine la stagione sia dei campionati nazionali sia delle coppe, Champions League inclusa naturalmente.
Fatta questa doverosa premessa, sono molte le ipotesi al vaglio della UEFA per far fronte al rinvio della Champions League. Tutto dipenderà dalle date: al momento quella più ottimistica è il 14 aprile, ma davvero ci vorrebbe un miracolo. L’alternativa è il 28, sempre di aprile, anche se la UEFA ha individuato addirittura 7 date, l’ultima delle quali il 13 giugno. A tal proposito, sono state create ben due commissioni, una dedicata alla creazione dei calendari e l’altra per occuparsi delle conseguenze economiche di questo stop forzato. A comporre le commissioni ci saranno i rappresentati della UEFA, dell’ECA, delle varie leghe e dei calciatori.
Al momento, la situazione dopo il rinvio della Champions League vede Atletico Madrid, Paris Saint Germain, Lipsia e la nostra Atalanta già qualificate ai quarti di finale. Rimangono da giocare quattro sfide degli ottavi di finale: Manchester City-Real Madrid, Juventus-Lione, Barcellona-Napoli e Bayern Monaco-Chelsea.
Champions League rinviata: l’ipotesi Final Eight
Lo scenario più temuto, dopo il rinvio delle partite di Champions League, è quello in cui la UEFA si vede costretta ad organizzare una sorta di Final Eight, con tutte le qualificate dei quarti di finale a sfidarsi in una sorta di mini torneo a eliminazione diretta. Questo comporterebbe naturalmente lo svolgimento delle gare di ritorno degli ottavi di finale, per trovare le 8 squadre “finaliste”, e poi la composizione di un tabellone. Per le competizioni da club si tratterebbe di una novità pressoché assoluta, e anche per le scommesse sul calcio sarebbe qualcosa di molto intrigante.
Volendo fare un paragone, la fase conclusiva della Champions League si giocherebbe un po’ come se fossero i Mondiali o gli Europei di calcio, con partite ad eliminazione diretta concentrate in un periodo di tempo inferiore alle due settimane – idealmente una decina di giorni. Il problema sarebbe trovare una location adatta ad ospitare 8 team e a permettere loro di giocare con una certa frequenza in un tempo ridotto.
Con ogni probabilità, non si potrà giocare a porte aperte e questo in qualche modo riduce i requisiti UEFA affinché uno stadio possa ospitare una partita di Champions League. L’altra faccia della medaglia è trovare una città che abbia almeno un paio di stadi decenti a disposizione. Non che sia un’impresa impossibile, tutt’altro, ma va considerato il fatto che il noto problema sanitario si trova ad un diverso stadio di sviluppo da Paese a Paese. L’Italia dovrebbe essere una delle prime nazioni ad uscirne, mentre l’Inghilterra – se va avanti così – una delle ultime.
Rinvio Champions League: e se fosse finale a 4?
Una seconda ipotesi è quella invece di una Final Four, qualora si avesse un po’ più di tempo a disposizione. Ancora una volta, si andrebbero a completare le gare di Champions League rinviate per quanto riguarda gli ottavi di finale, per poi procedere a un sorteggio dei quarti di finale da disputarsi in gara secca.
Le quattro finaliste si ritroverebbero poi in una città europea per darsi battaglia in un formato che ricorderebbe le finali della Nations League: semifinali e finali, anche qui senza partite di andata e ritorno, dalle quali uscirebbe la vincente della Champions League. Questa formula, rispetto alla Final Eight, farebbe cadere la preoccupazione di trovare una città con due stadi adatti ad ospitare più partite ravvicinate, visto che coinvolgendo solo quattro squadre basterebbe semplicemente una struttura.
Per il momento, queste sono soltanto ipotesi e non è escluso che la commissione sopracitata non trovi formule alternative. La situazione è ampiamente in divenire ed è inevitabilmente legata all’evoluzione della diffusione della pandemia in Europa.