C’è un problema coi calci di rigore, in Serie A? Nel campionato ancora in corso la media di penalty concessi a partita è schizzata alle stelle, rendendo sempre più appetibili tipi di scommesse come “rigore sì”. Grazie a uno studio del CIES e alle considerazioni dell’ex arbitro Luca Marelli, cerchiamo di capirci di più.
Il CIES e uno studio “di rigore”
Recentemente, il CIES ha pubblicato un report sulla frequenza con cui vengono assegnati i calci di rigore nei vari campionati europei. Il periodo preso in esame è quello delle ultime tre stagioni, ovvero 2017/18, 2018/19 e quella in corso, aggiornata al 15 giugno ovvero prima che paesi come Italia, Spagna e Inghilterra riprendessero i rispettivi campionati.
Serie A, un protocollo troppo “generoso”?
Il sasso l’ha lanciato l’ex arbitro Luca Marelli, peraltro più volte intervistato anche sulle nostre pagine. L’avvocato comasco è andato anche oltre al CIES, perlomeno per quanto riguarda la Serie A. Ecco i dati pubblicati sulla sua pagina Facebook, e aggiornati ad oggi:
Numero di rigori assegnati nelle ultime stagioni in Serie A:
- 2016/2017: 132 (no VAR)
- 2017/2018: 120 (prima stagione col VAR)
- 2018/2019: 122
- 2019/2020: 154 *
Ciò significa che, nelle varie stagioni, un rigore è stato assegnato ogni
- 2016/2017: 259 minuti
- 2017/2018: 285 minuti
- 2018/2019: 280 minuti
- 2019/2020: 176 minuti *
* mancano ancora 78 partite
Marelli: “Il record di rigori concessi verrà stracciato. Serve il Challenge.”
Secondo Luca Marelli, che abbiamo interpellato per l’occasione, questa impennata è dovuta ad alcune ragioni. “Si fischiano troppi contattini, una serie ormai molto lunga di “falletti”, episodi che 10 anni fa non sarebbero nemmeno stati presi in considerazione, e i giocatori non ci pensavano nemmeno a cadere per terra, poiché non avrebbero sortito alcun effetto. Un’altra causa di questo nettissimo aumento dei calci di rigore concessi è che diversi arbitri usano in area un metro che ha un’asticella inferiore a quella che utilizzano in altre zone del campo. Si vedono arbitri che lasciano correre contattini in mezzo al campo, ma poi in area di rigore fischiano praticamente tutto. In tutto questo si inseriscono anche le colpe dei giocatori, che ormai molto spesso non entrano più in area per cercare azioni pericolose, ma per procurarsi un contattino che può provocare un rigore.”
Di questo passo il totale dei rigori concessi nel campionato 2019/20 potrebbe essere intorno ai 190, ovvero circa 50 in più rispetto al precedente record. La soluzione? Marelli non ha dubbi: “Il protocollo lo lascerei così com’è, il problema sono gli episodi borderline su cui il VAR non può intervenire per definizione, perché deve rimanere la decisione assunta in campo. Proprio per questo è tempo che venga introdotto il Challenge: attraverso questo strumento gli arbitri potrebbero rivedere episodi che sul campo hanno magari valutato con una percezione sbagliata.”
Rigori e sportività: una questione (anche) culturale
Lo studio del CIES evidenzia ovviamente differenze più o meno marcate tra i vari campionati, ma nettissime tra l’Inghilterra e il resto dei paesi. Viene in mente il classico modo di dire dell’ “arbitraggio all’inglese”, che si menziona quando un direttore di gara lascia molto giocare. In verità ciò non ha solo a che fare con i metri arbitrali, ma anche con l’etica sia dei giocatori che del pubblico. Gli inglesi non tollerano simulazioni e simulatori, anzi è una sorta di regola non scritta che chi tenti una furbata venga poi subissato di fischi e disapprovazione. Si tratta proprio di una questione culturale, che induce i giocatori (anche provenienti da paesi in cui la furbata è molto più tollerata, se non caldeggiata) a comportarsi in maniera più corretta, facilitando così il compito anche allo stesso arbitro.
Rigori e scommesse: occhio alle quote!
Tratteggiato il panorama attuale nei vari campionati con più rigori, da buoni appassionati e cultori delle scommesse sportive non possiamo che prenderne atto e cercare – ove possibile – di trarne un profitto. Sulla base di quanto appena letto c’è da porre molta attenzione alle quote sulle scommesse sportive. In particolare pensiamo a quei tipi di scommesse sul calcio che sono direttamente interessate a queste casistiche. Parliamo delle sanzioni disciplinari e – soprattutto – della concessione dei calci di rigore.
Cosa fare, in termini pratici? Semplice. Monitorare tutte le quote delle partite di Serie A, riguardo all’opzione “verrà concesso un calcio di rigore sì/no”. Considerando che attualmente si viaggia al ritmo di un calcio di rigore ogni 176 minuti, ciò significa dunque più di uno ogni 2 partite. Ne consegue che bisognerebbe cercare e giocare ogni quota superiore a 2,00-2,20, poiché potenzialmente profittevole.
Analogamente andrebbero controllate le quote relative ai campionati più “avari” di calci di rigore. In tal senso, giocare sui calci di rigore in una partita di Premier League è tendenzialmente poco redditizio, a meno di trovare quote superiori a 4,00.