Le trattative di calciomercato proseguono, tra gli annunci – spesso illusori – dei quotidiani e le trattative sottotraccia. Con esso continuano a impazzare anche le quote sul trasferimento dei calciatori, anche se la sensazione è che di soldi – in giro – ce ne siano pochi. La particolare congiuntura economica, derivante dall’annata più difficile che lo sport professionistico ricordi, ha indotto le società a una revisione al ribasso dei budget. Eppure il calciomercato non smette di appassionare e far sognare, anzi forse non lo farà mai.
Calciomercato Serie A, una storia di fenomeni e di bidoni
Tra un pizzico di nostalgia e la voglia di strapparvi un sorriso, abbiamo passato in rassegna quelli che secondo noi sono i 10 giocatori stranieri più forti transitati in Serie A, ma anche i 10 più sonori bidoni portati dal calciomercato nel nostro paese. Sono 20 nomi ma tra i quali si intrecciano destini, fortune e disgrazie degli ultimi 40 anni di calcio in Italia. Ma perché 40 anni? E come mai le frontiere erano state chiuse? Tutte le risposte nella nostra infografica.
La top 10, chi è rimasto fuori
Diciamolo subito: non esiste una top 10 oggettiva e definitiva, poiché in queste classifiche giocano un ruolo non sottovalutabile i gusti di ciascuno. Certo ci sono nomi che sarebbero presenti nelle top 10 di tutti, ma in ciascuna classifica ci sarà sempre l’amico pronto a dire “Ma come fai a lasciar fuori questo qui?”
E allora ecco i nomi di chi siamo stati costretti a lasciare fuori dalla top 10, seppure a malincuore. Partiamo con Lothar Matthaus, anima dell’Inter dei record nel 1988-89, capitano della Germania Ovest campione del mondo a Italia 90, pallone d’oro nello stesso anno, ma non solo: recordman assoluto di partite giocate ai mondiali (25) e di edizioni disputate (5). E che dire di Andriy Shevchenko? Gol, classe e corsa, tutto in quantità industriali. Il novero dei grandi esclusi si chiude con due brasiliani: Zico e Falcao. Entrambi presenti nel celeberrimo 3-2 subito dall’Italia di Paolo Rossi a Spagna ’82, Zico approdò a Udine, dove diede saggi della enorme classe ma in una squadra non attrezzata a competere per i massimi livelli. Falcao invece era stata la felicissima scelta del presidente Dino Viola per la sua Roma, proprio alla riapertura delle frontiere. Una scelta che verrà ampiamente ripagata, con uno scudetto vinto al suo terzo anno in giallorosso ma soprattutto con carisma e leadership che ne fecero “l’ottavo re di Roma”.
Bidoni calciomercato, altri nomi indimenticabili
Forse ancora più soggettiva rispetto alla top 10 è la flop 10, nella storia della Serie A. Le delusioni sportive lasciano tracce difficilmente dimenticabili, nella memoria personale e collettiva. E poi tra i bidoni trovano spazio sia giocatori rivelatisi davvero scarsi, sia giocatori dalla bravura certificata ma che hanno fallito nell’impatto con la Serie A. Inutile girarci intorno: quando una squadra viene indicata tra le favorite nelle quote sul calcio e poi fallisce sonoramente, la ragione risiede molto spesso in investimenti in giocatori importanti, che però falliscono nel dare quella qualità per cui sono stati ingaggiati.
Fallimenti bianconeri
E allora è inutile nascondere che abbiamo faticato molto a non trovare posto per Diego, che doveva essere l’uomo della salto di qualità per una Juve reduce dal secondo posto dietro all’Inter di Mourinho. Il risultato? Settimo posto con avvicendamenti in panchina e delusioni in serie, mentre l’Inter chiudeva il triplete. Insieme a Diego va incluso nel pacchetto il suo compare di sventura brasiliano Felipe Melo, che aveva iniziato alla grande illudendo il popolo bianconero di poter davvero tornare a essere la squadra vincente in Serie A, salvo poi rivelarsi in tutta la sua pochezza.
Sempre nello stesso periodo c’è però un altro nome che ancora agita i sonni dei tifosi bianconeri. Durante la faticosa risalita dopo calciopoli, narra la leggenda che Claudio Ranieri scartò Xabi Alonso preferendogli Christian Poulsen. Il danese, onesto faticatore di centrocampo, era noto al grande pubblico per essersi beccato uno sputo in faccia da Francesco Totti durante l’Europeo di 4 anni prima. Diciamo che durante l’esperienza italiana non fece nulla di più ragguardevole.
In casa bianconera si ricordano poi altre operazioni non proprio memorabili con Juan Eduardo Esnaider, Olivier Kapo, Athirson e Jorge “El Malaka” Martinez. Quest’ultimo verrà ricordato per avere collezionato più cessioni in prestito che gol.
Beneamata Bidoneria
Anche i nerazzurri hanno prodotto una invidiabile collezione di bidoni. Chi si ricorda di Hansi Muller, che doveva essere la risposta interista a Michel Platini? Ad ogni modo, uno degli anni più gloriosi dell’Inter “bidonara” rimane il 1995/96. I costosi tentativi di Moratti di mettersi in mezzo al duopolio Juve-Milan passavano dai piedi di Caio, ventenne brasiliano di belle speranze ma capace di collezionare appena 6 presenze e 0 gol, e Sebastian “El Avioncido” Rambert. Quest’ultimo è passato alla storia per due motivi: essere riuscito a fare peggio di Caio (2 presenze e 0 gol per lui) e aver portato all’Inter Javier Zanetti. La futura bandiera nerazzurra era arrivata a Milano solo per fare un favore al procuratore di Rambert…
La letteratura bidonesca dei nerazzurri è ricca e variegata, comprendendo anche casi particolari e delicati come quello di Andy Van Der Meyde. Iradiddio all’Ajax, arriva a Milano come l’ennesimo candidato al ruolo di salvatore della patria, ma colleziona insufficienze, divorato da difficoltà di ambientamento e nostalgia di casa. Dopo 2 anni si trasferisce in Inghilterra dove gli andrà anche peggio, finendo vittima di dipendenze da droghe e alcol, oltre che di depressione. Oggi sta bene, e già questa è una bella notizia.
Bidoni rossoneri
Anche il Milan avrebbe seri candidati a una presenza tra i migliori bidoni nella storia del calciomercato. Patrick Kluivert è forse il nome più clamoroso, visti i trascorsi e la giovane età, ma il suo rapporto coi rossoneri non è mai seriamente decollato e il suo rendimento ha deluso incidendo negativamente su quello del Milan di Capello, al tempo tra i favoritissimi in tutti i pronostici sul calcio. Altrettanto può dirsi per i suoi (poco) illustri connazionali Patrick Reiziger e Winston Bogarde. Merita una citazione il caso di Yoann Gourcuff, come esempio di una cattiva abitudine: etichettare un nuovo acquisto, soprattutto se giovane, come “Il nuovo X”, dove X sta per un campione inimitabile. Queste etichette hanno avuto i soli effetti certi di generare illusioni nei tifosi e caricare di pressione alcune giovani promesse. Gourcuff arrivò come “il nuovo Kakà”. Bastava questo a decretare un fallimento quasi certo in partenza.
Il talento della Roma… per la differenziata
Chiudiamo con la Roma, forse la società (insieme all’Inter) capace di regalare le chicche più memorabili, nella tradizione dei bidoni da calciomercato. Oltre a Renato e Fabio Junior un posto speciale tra le bestemmie dei tifosi romanisti lo occupa senz’altro Gustavo Bartelt. Per capire di cosa stiamo parlando, pensate che nel 1998 la Roma di Zeman lo preferì a David Trezeguet. Inoltre fareste meglio a non parlare a un romanista di Juan Manuel Iturbe, strappato a suon di milioni alla concorrenza della Juve. Tutt’oggi è difficile trovare modi molto peggiori per spendere 27 milioni di euro. La tradizione è stata puntellata negli anni con elementi come Shabani Nonda, Martin Dahlin e Hossam Mido.
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