Snobbato da molti, almeno fino agli ultimi vent’anni del secolo scorso, ma anche unico nel suo genere, in virtù della “magica” superficie sulla quale viene disputato. Il primo Slam dell’anno ha caratteristiche molto sui generis, ma ha anche poco da invidiare agli altri quanto alla spettacolarità di molti dei suoi atti conclusivi. A pochi giorni dalla chiusura degli Australian Open 2022, riviviamo le finali più indimenticabili della storia di questo torneo.
Australian Open, le 5 finali più memorabili
Collocati tradizionalmente dopo la breve pausa invernale, gli Australian Open hanno non di rado visto i big presentarsi in una condizione imperfetta. Le finali ad altissimo contenuto tecnico ed emotivo non sono però mancate, in campo maschile e femminile. Ecco la Top 5, pronta ad essere aggiornata… magari con qualche italiano protagonista. Anche perché le quote scommesse sugli Australian Open 2022 riguardanti i nostri Berrettini e Sinner sono sempre più interessanti.
Evert-Navratilova e Williams sisters: quando il tennis è saga
Dopo il blackout dell’edizione 2021, con la clamorosa eliminazione ai quarti contro Karolina Muchova, Ashleigh Barty ha tutto per legittimare la propria leadership nel ranking Wta riportando “a casa” gli Australian Open 44 anni dopo il successo di Chris O’Neil. Garbine Muguruza e Aryna Sabalenka sembrano essere le rivali più pericolose, ma è indubbio che il tennis femminile stia vivendo una fase di transizione anche a causa dell’assenza di atlete che rinnovino rivalità che hanno fatto storia.
Come quella tra Chris Evert e Martina Navratilova e tra le sorelle Williams, Serena e Venus, le due coppie che si sono affrontate più spesso nelle finali degli Slam, anche se solo per cinque volte complessive a Melbourne. Serena ha avuto la meglio sulla sorella nel 2003, nella quarta finale consecutiva di un Major disputata tra le sorellone dal Roland Garros 2002, e nel 2017, anno del canto del cigno di “Venere”. Più strutturata la disfida tra Evert e Navratilova, durata 15 anni e scandita da ben 14 finali degli Slam, tre delle quali a Melbourne con un bilancio di 2-1 a favore di Martina. Indimenticabile in particolare la sfida del 1981, una delle finali più spettacolari di sempre degli Slam femminili, vinta da Navratilova al termine di tre, combattutissimi set.
1988, l’anno della rivoluzione e del tris di Mats Wilander
C’è un anno simbolo nella storia degli Australian Open. È il 1988, quando il torneo andò incontro ad una vera e propria rivoluzione con il trasferimento a Melbourne Park e il cambiamento definitivo della superficie, dall’erba al famoso “cemento gommoso”, quel Rebound Ace nato proprio in Australia e che rende unico il Major oceanico. In quello stesso anno Mats Wilander e Pat Cash diedero vita alla finale più memorabile di sempre in campo maschile, almeno prima dell’avvento dei ‘Big Three’, remake di quella del 1987. Lo svedese ebbe la meglio al termine di cinque set e di una battaglia di 4 ore e mezzo, conquistando la terza ed ultima corona australiana della carriera e diventando il primo ed unico giocatore ad avere vinto gli Open sia sull’erba che sul cemento.
L’era dei ‘Big Three’ e la grande occasione di Rafa Nadal
E poi, ci sono loro. Da poco meno di 20 anni a questa parte, Roger Federer, Novak Djokovic e Rafa Nadal hanno lasciato solo le briciole agli avversari, negli Slam e non solo. Gli Australian Open fanno eccezione solo in parte, se è vero che i Big Three hanno conquistato 16 delle ultime 18 edizioni lasciando “scoperti” appena 15 posti in finale su 36 dal 2004. Curiosamente, Djokovic e Federer non si sono mai affrontati in finale a Melbourne, risultando però protagonisti di sfide leggendarie contro Nadal.
Per motivi diversi il maiorchino è l’unico dei tre ad essere presente a quest’edizione e al netto di una condizione ancora da ritrovare, Rafa sembra avere tutte le possibilità per contendere il titolo in un’altra finale “generazionale” al grande favorito Daniil Medvedev. Nadal è arrivato in finale agli Open cinque volte in carriera e tre di queste sono durate cinque set, con una sola vittoria, nel 2009 proprio ai danni di Federer, scoppiato poi in un pianto che ha fatto storia. Il ricordo più recente è però ovviamente la finale Slam più lunga di tutti i tempi, quella che nel 2012 incoronò Nole Re d’Australia per la terza volta al termine di sei ore di colpi spettacolari e di rimonte sensazionali. Un trionfo che, oggi più che mai, sembra lontanissimo…
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