Il Mondiale di Formula 1 torna dopo le tre settimane di vacanza e lo fa con il GP del Belgio, dodicesima prova del campionato 2021. Si tratta di uno dei Gran Premi più attesi della stagione da appassionati e piloti, su uno dei circuiti più tecnici. Sulla carta sembra trattarsi dell’appuntamento ideale per far parlare solo la pista zittendo quindi le polemiche seguite al doppio, infuocato appuntamento che tra Silverstone e Budapest ha ridisegnato la classifica piloti con Lewis Hamilton capace di piazzare una rimonta sensazionale quanto inattesa su Max Verstappen.
GP Belgio 2021, la F1 fa tappa all’Università
Solo chi vince a Spa-Francorchamps può essere considerato un pilota degno di essere collocato tra i più grandi di sempre. L’assunto, pur magari un po’ forzato, è una delle considerazioni più ricorrenti nel mondo della Formula 1, tra piloti, addetti ai lavori e semplici appassionati. Pur essendo infatti la storia del Mondiale ricca di circuiti altrettanto leggendari e impegnativi, dal vecchio tracciato di Hockenheim a quello di Suzuka, curiosamente entrambi circuiti assenti in questo Mondiale, il GP del Belgio è considerato all’unanimità una perla insostituibile nel palmares di ogni grande pilota che si rispetti. Perché se Silverstone e Monza rappresentano la storia, Spa-Francorchamps è l’università della Formula 1.
Tra curve e storia
Il paragone con il ciclismo è tutt’altro che azzardato. Il Belgio è infatti la patria delle corse più tecniche per chi va sulle due ruote, quelle in cui per vincere c’è bisogno di un mix di qualità (potenza, abilità in salite pedalabili, spunto veloce, scaltrezza per individuare la fuga giusta) non richieste tutte insieme per vincere un grande Giro. Altrettanto dicasi per la Formula 1: inserire il proprio nome nell’albo d’oro del GP di Spa-Francorchamps significa avere il pedigree del pilota di razza, veloce, coraggioso e intuitivo. Qualità, queste, indispensabili per uscire indenni da un tracciato sottoposto nel tempo a varie revisioni volte a renderlo meno pericoloso e meno veloce rispetto agli esordi, oltre che meno corto.
Le due curve più belle e veloci dell’intero Circus sono però rimaste, la Blanchimont, ma soprattutto l’Eau Rouge-Raidillon, una sequenza di curve senza eguali da affrontare con il fiato sospeso, per gli spettatori, e, in teoria, con il piede sull’acceleratore per i piloti. Anche se ben pochi di essi riescono a viverla come si dovrebbe, ovvero con la marcia più alta e stabilmente sopra i 200 km/h. Roba da fenomeni, insomma, e del resto i primi cinque piloti più vincenti nella storia del GP del Belgio assommano ben 20 titoli mondiali, dai 7 di Michael Schumacher, primatista di trionfi con sei successi e di Lewis Hamilton (4), passando per le tre corone di Ayrton Senna, vittorioso cinque volte in Belgio e le due di Jim Clark, che conta quattro vittorie a Spa tante quante Kimi Raikkonen, che arrivò primo in Belgio nel 2009 con la Ferrari, due anni dopo aver conquistato l’unico titolo mondiale della carriera proprio alla guida della Rossa.
Spa, casa Ferrari
Già, la Ferrari. La scuderia di Maranello vanta il record di vittorie (18) e di pole positions (14) a Spa e anche la storia delle ultime edizioni della corsa è discretamente favorevole per la Rossa nonostante l’ormai lungo digiuno di titoli mondiali. Sarà perché tradizionalmente in Belgio si corre poco prima che a Monza, o sarà appunto perché il circuito è adatto ai piloti di classe e di istinto, ma i ricordi belli per la Ferrari sono tanti. Perché se quella vittoria di Raikkonen nel 2009 spezzò un digiuno di 12 GP senza successi, la doppietta del 2018 e del 2019 a firma di Sebastian Vettel e di Charles Leclerc ha del miracoloso se rapportata al gap che divide Maranello dalle scuderie top nell’ultimo decennio. Il monegasco, in particolare, conquistò a Francorchamps la prima vittoria della carriera in F1, bissata una settimana più tardi da quello che resta il suo ultimo acuto, a Monza, prima che Vettel infilasse uno storico tris nel GP successivo a Singapore.
Si può comunque restare nella storia del “circuito-manifesto” anche vincendovi una sola volta, come capitato a Mika Hakkinen. Il finlandese della McLaren, campione del mondo nel 1998 e nel 1999, è stato infatti protagonista nel 2000 proprio a Spa di uno dei sorpassi più celebri dell’intera storia della Formula 1, quello compiuto all’interno ai danni di un ignaro Michael Schumacher, che stava doppiando Ricardo Zonta all’esterno. Eppure, al termine della stagione, il Mondiale andò proprio a Schumi che spezzò il digiuno della Ferrari che durava da 21 anni. Come dire, chi uscirà sconfitto a fine corsa tra Lewis Hamilton e Max Verstappen potrà provare ad aggrapparsi alla cabala.
GP Belgio 2021, Lewis Hamilton può tentare la fuga
Eppure tutto questo non basta per spingerci ad inserire i nomi di Charles Leclerc e Carlos Sainz tra i favoriti per il successo nella dodicesima prova del Mondiale 2021, come confermano le quote sulla Formula 1. Il tracciato di Spa infatti richiede competitività dal punto di vista aerodinamico e una buona velocità di punta, anche se non come in passato, caratteristiche che non fanno difetto alla Ferrari 2021. Ovvio però che in un circuito in cui servono anche tanti cavalli, la Rossa non è ancora pronta per sfidare a testa alta le regine del Mondiale. Anzi, la regina in questo caso, perché la Mercedes sembra adattarsi meglio al circuito belga rispetto alla Red Bull, che qui non vince dal 2015 con Sebastian Vettel.
Si aggiunga che Max Verstappen ha appena dovuto montare sulla propria monoposto l’ultima power unit concessa dal regolamento (il prossimo cambio eventuale costerebbe una penalità) ed è facile immaginare che in un GP nel quale il motore viene stressato oltremisura in Red Bull non si voglia rischiare più di tanto, mettendo in conto di vivere un weekend sulla difensiva in attesa di circuiti più favorevoli. Il nostro favorito per la vittoria è allora Lewis Hamilton, che sembra avere tutto per affiancare Senna a quota cinque successi a Spa e staccare ulteriormente Verstappen facendo un altro passo verso l’ottavo titolo mondiale della carriera.
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