Roger-Rafa-Nole, l'era dei Big 3 del tennis è irripetibile? E chi è il più forte?
Roger-Rafa-Nole, l'era dei Big 3 del tennis è irripetibile? E chi è il più forte?

Roger-Rafa-Nole, l’era dei Big 3 del tennis è irripetibile? E chi è il più forte?

L’edizione 2020 delle ATP Finals è in corso, presso la O2 Arena di Londra. Tuttavia oggi non ci occupiamo di questo torneo, pur importantissimo, ma di una vera e propria “oligarchia” che ha segnato non solo gli ultimi tre lustri, ma la stessa storia del tennis. Parliamo ovviamente del trio formato da Roger Federer, Rafael Nadal e Novak Djokovic, campionissimi che hanno monopolizzato il grande tennis, lasciando agli altri poco più delle briciole. Parliamo dell’era dei Big 3 del tennis, 16 anni che hanno sconvolto il mondo della racchetta.

Il triumvirato “Federer-Nadal-Djokovic”: i numeri pazzeschi dell’era dei Big 3

“Ha vinto ancora Roger”, “Nadal batte un altro record”, “Nole si conferma campione”. A titoli del genere abbiamo talmente fatto l’abitudine che sembra tutto normale, ma gli ultimi 15-16 anni del tennis di normale hanno ben poco. Tre incredibili fenomeni hanno monopolizzato un’era, dominandola come mai era accaduto prima nella storia di questo sport. Così abbiamo deciso di snocciolare i crudi numeri, così da rendere meglio l’idea di cosa siano riusciti a combinare questi grandi campioni.

Tre carriere irripetibili

Nei pronostici sul tennis diverse volte si è profetizzata la fine dell’era dei Big 3, ma stavolta sta davvero arrivando. A 39 anni compiuti, Roger Federer difficilmente potrà tornare stabilmente a lottare per i massimi trofei. Il suo obiettivo sembra adesso un ritorno in piena forma per il 2021, dove con ogni probabilità proverà a entrare (ulteriormente) nella storia con il nono Wimbledon. Il fenomeno svizzero è riconosciuto da molti come il più grande tennista della storia, ma la verità è che ci sarebbero altrettanti argomenti in favore degli altri due.

Rafa Nadal è partito come terraiolo puro, ma nel corso degli anni ha imposto la sua legge su tutte le superfici. La terra rossa rimane quella in cui rimane pressoché invincibile, nonostante i 34 anni. Lo ha dimostrato una volta di più nell’ultimo Roland Garros, affrontato dopo una lunga inattività e con soli 3 match ufficiali giocati, dominato ancora una volta (e sono 13) e senza perdere un set.

E che dire di Novak Djokovic? Già arrivare e farsi strada fra due icone come Roger e Rafa era difficilissimo. Dati alla mano lui ci è riuscito, anche se non è mai riuscito a sfondare mediaticamente come i primi due. Nole ha un gioco meno “fatato” di quello di Roger e non è uno schiacciasassi come Rafa, non scalda il cuore come loro ma questo è l’unico aspetto che forse il campione serbo ha sempre sofferto un po’, nella rivalità a tre. La verità è che Djokovic potrebbe superare gli altri due a livello di Slam vinti, anche per ragioni anagrafiche.

Non è un caso che questi tre giocatori siano riusciti a fare il cosiddetto “Career Grand Slam”, ovvero a vincere tutti i tornei del Grande Slam anche se non nello stesso anno. Nella storia del tennis ci sono riusciti in 8, ma a parte i nostri 3 eroi solo Andre Agassi fa parte dell’era moderna.

I Big 3 del tennis, veri assi pigliatutto

Tre fuoriclasse e tre personalità così forti hanno caratterizzato gli ultimi 3 lustri del tennis. Da un lato sottraendo imprevedibilità al tennis, come testimoniano le quote bassissime delle scommesse sportive, che i tre hanno attirato nei tornei che contano, un po’ a turno: sulla terra l’ingiocabile è da sempre Nadal, sul cemento Djokovic è quasi sempre sotto la pari mentre sull’erba, ai tempi d’oro, Federer era sempre lo stra-favorito. Dall’altra parte, però, questi tre hanno elevato in maniera incredibile il tasso qualitativo dello spettacolo offerto, oltre alle singole rivalità che alimentavano una narrazione a parte.

Ai dati che avete appena letto sulla percentuale incredibilmente alta di tornei del Grande Slam vinti dai magnifici 3, aggiungo una ulteriore curiosità. Immediatamente prima che iniziasse l’era dei Big 3, il tennis era in una fase di incertezza mai vista prima. Nel 2002 e 2003, infatti, si erano avuti 8 vincitori diversi per gli 8 Slam: Thomas Johansson, Albert Costa, Lleyton Hewitt, Pete Sampras, Andre Agassi, Juan Carlos Ferrero, Roger Federer, Andy Roddick. Qualcosa che non era mai successo prima, e che non sarebbe successo per i successivi 17 anni.

Scontri diretti: Roger fatica, Nadal il più vincente

Molti sono convinti che Roger Federer sia il miglior tennista della storia, ed è ipotesi assolutamente plausibile. Tuttavia, se si guarda alla storia degli scontri diretti fra i Big 3, lo svizzero è quello che appare più in difficoltà. Tutto questo ha anche delle ragioni anagrafiche, perché Federer ha 5 anni in più rispetto a Nadal e 6 rispetto a Djokovic. E questo, se fino al 2008-2009 poteva essere un vantaggio, si è gradualmente trasformato in uno svantaggio. Non è un caso che 13 dei 20 Slam vinti da Roger Federer siano arrivati tra il 2004 e il 2008. Il progressivo logoramento fisico, di un atleta che peraltro gli dei del tennis hanno preservato da grandissimi infortuni, ha contribuito notevolmente a peggiorare le statistiche dello svizzero prima contro il grande rivale Nadal, poi con Djokovic.

A sua volta Djokovic è in leggero vantaggio anche con Nadal, nel computo generale delle sfide. Dunque, in un ipotetico confronto a tre, sarebbe il serbo ad avere il primato relativo. Se però contiamo solo le finali dei tornei del Grande Slam, che poi sono quelle che scrivono la storia del tennis, la leggera supremazia di Nadal nei confronti degli altri due è abbastanza evidente.

Ecco un’altra interessantissima infografica, incentrata su tutti i dettagli degli scontri diretti fra Roger Federer, Rafael Nadal e Novak Djokovic:

Perché i giovani soffrono i big 3? E chi saranno i prossimi dominatori?

Come detto prima, soprattutto Djokovic ha le possibilità di allungare e superare gli altri due, in termini assoluti di Slam vinti. Anche per lui però arriverà il momento di dire basta, e allora cerchiamo di capire chi potrebbe raccogliere lo scettro di questi tre supercampioni. L’impressione è che, dopo un’era caratterizzata da questi 3 cannibali, potremmo aspettarci un periodo di anarchia. D’altra parte, se abbiamo dovuto aspettare allo scorso settembre per avere un nativo degli anni ’90 vincere finalmente un torneo del Grande Slam, significa che i Big 3 hanno fatto un vuoto enorme, tramortendo praticamente una generazione di tennisti.

In tutti questi anni c’è stato chi avrebbe potuto vincere di più, ma non ha avuto la testa (pensiamo a Marat Safin e Grigor Dimitrov come casi più eclatanti) o il fisico (Juan Martin Del Potro soprattutto, ma anche Andy Murray per certi versi) per contrastare i tre “semidei”. Poi c’è tutto un gruppo di giovani che da anni sembra sul punto di raccogliere il testimone dai Big 3, ma questo momento poi non arriva mai.

Guardando alle performance e alle quote delle scommesse sul tennis, soprattutto nei grandi tornei, il più pronto di tutti sembra essere Thiem. Il domani sembra però un discorso più adatto a figure come Medvedev, soprattutto se riuscirà a scrollarsi di dosso quella strafottenza tutta russa, ma anche di Tsitsipas. Discorso diverso quello di Sascha Zverev, che sembra avere qualche problema piuttosto serio nel dedicare tutto se stesso al tennis, riversando di frequente inquietudini e incertezze sul rettangolo di gioco, con risultati troppo alterni per considerarlo, oggi, un potenziale top.

Guardando poi ai giovanissimi impossibile non menzionare talenti come quelli di Auger-Aliassime (ancora molto acerbo ad alti livelli), De Minaur, Rublev e – perché no? – il nostro Jannik Sinner.

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