I calciatori bandiera: i più famosi che hanno giocato in una sola squadra
I calciatori bandiera: i più famosi che hanno giocato in una sola squadra

I calciatori bandiera: i più famosi che hanno giocato in una sola squadra

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Li chiamano “Calciatori bandiera”, trattandoli come se fossero esemplari da museo. Oggi è infatti molto diffusa la convinzione che non sia possibile legare la propria carriera a una sola squadra, ma ci sono esempi che hanno illuminato e continuano a illuminare la storia del calcio. Forse quello che “le bandiere nel calcio non esistono più” è davvero un luogo comune?

I più famosi “calciatori bandiera”: quelli che hanno indossato una sola maglia

I tifosi più nostalgici li invocano sempre più spesso, contrapponendoli a quelli che oggi vengono definiti “mercenari”, quando non in maniera apertamente offensiva. La verità sta nel mezzo, perché è vero che il mercato globale oggi rende molto difficile che un calciatore resti in una squadra per tutta la sua vita professionale, ma accade ancora. E quando lo fa, si creano sempre dei legami speciali. Ecco una rassegna dei “fedelissimi” più famosi, sia in Serie A che nel resto del mondo.

I Maldini, una vera dinastia

Verificato quanto sia difficile vedere calciatori di alto livello trascorrere l’intera carriera in una sola squadra, immaginiamo quanto possa essere ancora più assurdamente remota la chance che una intera dinastia faccia altrettanto. Parliamo ovviamente dei Maldini nel Milan, a partire dal compianto Cesare, che in verità non vestì solo la maglia rossonera ma al Milan trascorse gran parte della carriera. Poi è arrivato Paolo Maldini, non solo di gran lunga il calciatore con più presenze in una singola squadra (902 le sue partite ufficiali in rossonero), ma che ha continuato a rappresentare la società anche da dietro una scrivania. Oggi c’è anche lui tra i segreti della rinascita del Milan nelle quote della Serie A. E proprio nella rosa del 2020-21 ha trovato posto Daniel, figlio di Paolo e terzo esponente di quella che potrebbe essere la dinastia più duratura nella storia del calcio.

Da Totti a Zanetti a Del Piero: simboli, più che calciatori

Maldini & Zanetti, leggende spalla a spalla

Succede raramente, ma quando succede si scatenano dei legami e degli autentici idilli, tra il popolo dei tifosi e un campione. Il già citato Paolo Maldini è un esempio di una intera vita, non solo da calciatore o sportiva in generale, legata a un singolo club. Analogo percorso, ma sull’altra sponda di Milano, è stato quello di Javier Zanetti. Arrivato quasi “per sbaglio” all’Inter nell’affare che portò in nerazzurro Sebastian “El Avioncido” Rambert, su cui la società puntava molto, si è da subito ritagliato uno spazio che nessuno è più riuscito a togliergli per una quasi 20 anni. Non solo, perché oggi “El Tractor” è stabilmente nei quadri dirigenziali dell’Inter, ulteriore segnale di un sodalizio incancellabile. Curiosamente Zanetti e Maldini, essendo impiegati in larga parte da esterni difensivi l’uno destro e l’altro sinistro, si sono ritrovati spesso spalla a spalla. Derby da quote scudetto di cui solo quest’anno si sta tornando a respirare l’atmosfera, seppure con altri protagonisti.

Boniperti-Del Piero, la staffetta ideale

Il primo e forse più fulgido esempio di sodalizi infiniti tra un campione e la sua squadra è quello di Giampiero Boniperti, prima recordman sul campo e poi sulla scrivania, sempre all’insegna dei colori bianconeri della Juventus. Per ovvie ragioni anche anagrafiche, nell’ultimo decennio la sua leadership è stata superata da quella di Ale Del Piero, che lo ha sopravanzato come cifre di presenze e gol segnati. Una successione comunque degna, poiché anche “Pinturicchio” ha sempre rappresentato un modello da imitare in campo e fuori.

Totti, De Rossi e “er core”

Capitolo a parte meriterebbe Francesco Totti, visto ciò che ha rappresentato e rappresenta per Roma, non solo per “LA” Roma. Percorso simile, seppure meno eclatante e vissuto in larga parte un po’ all’ombra dello stesso Totti, è stato quello di Daniele De Rossi. L’ex “Capitan Futuro” ha poi chiuso la carriera in Argentina, con una breve ma intensa esperienza al Boca Juniors. Ma quello che conta, per diventare “giocatori bandiera” è non avere avuto altri amori calcistici in patria, al di là della propria squadra del cuore.

Del Piero e Totti, abbraccio tra bandiere (Getty Images)

I più famosi “giocatori bandiera” all’estero

Il primo caso che viene in mente è quello di Ryan Giggs, ma forse il caso più struggente è quello di Steven Gerrard. Giocatore simbolo se ce n’è uno, il capitano ha però fallito nella missione principale che aveva una volta indossata la prima volta la maglia dei Reds: riportare a Liverpool uno scudetto che mancava dal 1990. Obiettivo sfiorato e poi mancato diverse volte, alcune delle quali davvero clamorose come quella del 2013/14, una delle ultime occasioni per Gerrard, sfumata nell’ultima giornata a vantaggio del Manchester City.

Le bandiere di oggi

Certo oggi è molto raro assistere a casi di giocatori-bandiera, ma nessuno si azzardi a dire che è impossibile. In Italia, ritiratisi i vari Totti, Del Piero e De Rossi, rimane il caso romanticissimo di Francesco Magnanelli. Il centrocampista è stato protagonista e testimone dell’intera scalata del Sassuolo, dalla C2 alla Serie A. Meno romantico ma notevole anche il percorso di Stefan Radu, da 13 anni alla Lazio sempre con impegno e discrezione. All’estero brilla invece la stella di Thomas Müller, più e più volte richiesto da varie big europee ma sempre rimasto a Monaco, contribuendo ai tanti successi del Bayern. Non solo, perché se i bavaresi sono ancora tra i favoriti nelle scommesse sul calcio in tutte le competizioni a cui prendono parte, sottovalutare il merito dell’esperienza data dal numero 25 sarebbe ingiusto.

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