A San Siro va in scena il 217° Derby della Madonnina fra campionato e coppe: il Milan cerca conferme per rimanere attaccata al treno Champions, l’Inter ha bisogno della svolta dopo un inizio di stagione da incubo
C’è chi dice che negli ultimi anni Milan-Inter abbia perso parte del suo fascino. Questioni di classifica e questioni di uomini. Le prime sono comprensibili: un conto è giocarsi un derby Scudetto, un altro è sperare di portare a casa la partita clou di centinaia di migliaia di tifosi per salvare campionati anonimi e mediocri. Anche sulle seconde c’è poco da dire: i tempi di Rocco, Herrera, Mazzola, Rivera, Van Basten, Matthäus, Maldini, Zanetti, Shevchenko e Ronaldo sono finiti da un pezzo. Qualche tempo fa una foto poco generosa che paragonava i grandi capitani del passato a quelli del momento – nell’occasione Abate e Ranocchia – aveva fatto il giro del web. Duro, ma vero.
D’altro canto però – checché se ne dica – Milan-Inter non sarà mai una partita come tutte le altre. C’è troppa storia, troppo blasone e troppo fascino perché la partita fra rossoneri e nerazzurri smetta di brillare sempre e comunque di luce propria.
La prima in assoluto andò in scena il 10 gennaio 1909, al campo di Porta Monforta: finì 3-2 per i rossoneri. Un anno dopo i nerazzurri si presero la rivincita, timbrando lo 0-5 che rappresenta tuttora il loro successo più largo nella storia del Derby di Milano.
L’Inter divenne presto la squadra dei “bauscia”, gli sbruffoni della medio-alta borghesia che si contrapponevano ai “casciavìt” rossoneri (i cacciativi) di estrazione proletaria e operaia, tifosi di un club che dal 1907 al 1951 in Italia era rimasto a bocca asciutta.
Con l’avvento di Berlusconi e l’avvio del ciclo vincente del Milan a cavallo di anni Ottanta e Novanta i rapporti si sono praticamente ribaltati, ma la sana e cavalleresca rivalità, per fortuna, è sempre rimasta la stessa.
È convinzione comune che chi si presenti nelle condizioni peggiori al derby parta in realtà da favorito. È un assioma che negli ultimi anni ha sempre funzionato piuttosto bene e che dovrebbe regalare molta fiducia all’Inter per domenica sera.
I nerazzurri hanno peraltro anche i numeri dalla loro: nei 164 precedenti in Serie A hanno vinto 61 volte, pareggiato 52 e perso 51 volte.
La vedono diversamente i bookmakers bwin, che in listino scommesse indicano il Milan come leggera favorita a 2,55 sul 2,75 dei cugini (pareggio a 3,20).
Per Stefano Pioli – che coi derby in generale in carriera non ha mai avuto molta fortuna – si tratterà di un battesimo del fuoco, anche se l’ultima volta che l’Inter ha fatto esordire un proprio allenatore in un derby (Mancini il 23 novembre 2014) finì piuttosto bene: 1-1 con reti di Menez e Obi.