I fratelli Inzaghi: una diarchia che in Italia non si era mai vista
I fratelli Inzaghi: una diarchia che in Italia non si era mai vista

I fratelli Inzaghi: una diarchia che in Italia non si era mai vista

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I fratelli Inzaghi guidano le prime due serie calcistiche d’Italia, un inedito che vede il bomber europeo viaggiare spedito verso la Serie A, mentre l'”altro Inzaghi” ha già ribaltato le gerarchie tra i due nel mondo del calcio.

Simone e Pippo davanti a tutti

Diarchia in Italia. I fratelli Inzaghi guidano le classifiche dei primi due campionati nazionali, con la sorprendente Lazio di Simone che primeggia nel testa a testa con Juventus e Inter (pur avendo giocato una partita in più dei bianconeri e due in più dei nerazzurri) e il Benevento che ha ammazzato il campionato cadetto dall’alto dei 19 punti di vantaggio sul Frosinone, secondo, e dei 20 sul Crotone, terzo. Una manifesta superiorità da parte degli Inzaghi che catalizza attenzioni ed elogi sui due fratelli piacentini, che in modo curioso e quasi tenente presente del contrappasso dantesco, si sono invertiti di gerarchie da quando abbracciata la professione in panchina. Se Pippo era il re dei bomber, capace di segnare in finali di Champions, di Mondiali per Club e di lottare con Raùl per l’egemonia tra i migliori cannonieri in competizioni europee, è Simone che da allenatore esprime un calcio migliore e più competitivo, dalle idee più adatte agli uomini a disposizione e al periodo storico calcistico che si sta vivendo.

Il ribaltone di Simone

Infatti, i capitolini hanno raggiunto una maturità tecnica, tattica e soprattutto mentale sotto la sapiente mano dell’ex attaccante biancoceleste. Va detto, anzitutto, che il merito dell’esplosione di quest’anno sia da dividere con proprietà e dirigenza (specialmente con il ds Igli Tare), che hanno portato avanti con continuità un progetto che oggi elogiano tutti, ma che non era così scontato potesse arrivare sin qui. Cedere solo chi si sa come rimpiazzare (Biglia-Leiva) e trattenere i propri campioni (Milinkovic-Savic, Correa) sono state le azioni extracampo determinanti nel far fare il salto di qualità alla squadra. La striscia della Lazio di Simone Inzaghi racconta 21 gare di campionato disputate consecutivamente senza sconfitte: Inter-Lazio del girone di andata (1-0 a San Siro) in poi, 17 vittorie (di cui 13 consecutive, superato il record di Eriksson di 11) e 4 pareggi: la Lazio, a questo punto della stagione, l’ultima volta che si era ritrovata così in alto è stato nel 1999-2000, l’anno dell’ultimo scudetto. Questa Lazio, come quella di allora, può seriamente ambire a diventare la vincente della Serie A, ma a differenza della squadra di Eriksson, non aveva così tanti punti: 62 quelli di quest’anno, 2 in più di Juventus e 8 in più dell’Inter, con ancora rispettivamente 1 e 2 partite da recuperare. I gol segnati, poi, sono il capolavoro di questa squadra: 60 realizzati (dietro solo ai 70 dell’Atalanta) e 23 subiti (1 in meno della Juventus e in più rispetto all’Inter). Un ruolino di marcia, un ricorso storico e statistiche che infiammano l’ambiente capitolino, sebbene sia un entusiasmo smorzato dalle incertezze che l’emergenza sanitaria per la pandemia in corso ha provocato nel sistema calcio non solo nazionale, ma europeo.

Simone Inzaghi che dà la carica ai suoi.

La gavetta di Pippo

Per Pippo le proporzioni si sono invertite: adesso “l’altro Inzaghi” è lui. Ha iniziato ad allenare nel settore giovanile del Milan, dove fece peraltro molto bene per due stagioni consecutive: Allievi e Primavera. Poi, la guida della Prima squadra e la manifestazione della necessità di intraprendere il proprio percorso formativo in categorie inferiori. La gavetta prosegue a Venezia, Bologna e poi Benevento: l’ex attaccante di Milan e Juventus in un’altalena tra la Lega Pro (vinta), la Serie B, il ritorno in Serie A e il riapprodo in Cadetteria sta cercando di crescere e maturare per puntare ad essere protagonista anche nella massima competizione nazionale. Nel suo percorso verso la promozione (ormai è solo una formalità) sta mostrando i muscoli e riscrivendo i record del campionato cadetto: mai nessuno nella storia della Serie B aveva raccolto 66 punti dopo 27 giornate di campionato. Con 50 gol segnati e soltanto 15 subiti, i campani di Pippo Inzaghi hanno segnato 6 gol in più del 2° miglior attacco della categoria (Crotone) e ha subito 6 gol in meno della 2a miglior difesa (Frosinone). Il Benevento sta dunque preparando il proprio ritorno nella massima serie nazionale con una squadra da record (che le quote delle scommesse sportive danno come iperfavorita come vincente della Serie B), grazie anche all’uomo in panchina, Filippo, “l’altro Inzaghi”. Pronto a tornare in Serie A con tutta l’intenzione del mondo di restarvici e di non lasciarla più.

Pippo Inzaghi a bordo campo.

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