US Open 2021: finale maschile, c’è solo Medvedev tra Djokovic e la leggenda
US Open 2021: finale maschile, c’è solo Medvedev tra Djokovic e la leggenda

US Open 2021: finale maschile, c’è solo Medvedev tra Djokovic e la leggenda

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La finale degli Us Open maschile 2021 tra Daniil Medvedev e Novak Djokovic sarà molto di più del classico appuntamento con la storia, locuzione giornalistica con la quale si è soliti etichettare un evento dal cui esito dipende qualcosa che va oltre il semplice aggiornamento di un albo d’oro. Sì, perché la finale numero 31 di un torneo del Grande Slam rappresenterà per Djokovic l’occasione forse unica di conquistare il Grande Slam, sogno e al tempo stesso incubo per qualsiasi tennista, stregato per tutti eccetto che per Rod Laver, l’unico a vincere tutti i Major in una sola stagione, addirittura per due volte, nel 1962 e nel 1969. Altro tennis, altro sport, altra vita, altro mondo, ma in una notte newyorkese Nole può avvicinare i confini della leggenda. A patto di riuscire a superare colui che al momento sembra il candidato più credibile alla successione dei Fab Three.

Quote del: 11/09/2021

Data: domenica 12 settembre 2021, ore 22

Sede: Arthur Ashe Stadium, New York

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US Open 2021 finale maschile, la presentazione

Gli occhi degli sportivi di tutto il mondo saranno collegati sull’Artur Ashe Stadium per quello che a tutti gli effetti sarà un evento in grado di travalicare i confini dello sport. In caso di successo, infatti, Novak Djokovic non diventerebbe solo lo sportivo dell’anno e il tennista del secolo grazie all’impresa del Grande Slam, ma migliorerebbe qualche altro record, salendo a 21 Major in carriera e staccando così gli altri due petali della rosa dei miti di questo sport, Roger Federer e Rafa Nadal.

Il tutto nell’anno in cui, grazie al trionfo al Roland Garros, Nole è diventato il primo tennista di sempre, nell’era Open, ad essersi aggiudicato almeno due volte tutti gli Slam. Tuttavia, giusto per non caricare troppo l’evento, si può sostenere che già aver saputo conquistare la rivincita in semifinale su Sascha Zverev, ovvero l’unico uomo, insieme a Carreno Busta, capace di batterlo in questo anno magico, vale un’investitura per ‘Djoker’, alla nona finale a New York, come campione sempiterno.

Un titolo del quale forse non potrà mai fregiarsi Daniil Medvedev, la cui crescita negli ultimi due anni è comunque sotto gli occhi di tutti. L’Orso russo non è più il tennista discontinuo di inizio in carriera, in possesso di ottimi colpi, ma non del target mentale del potenziale fuoriclasse. La seconda finale a New York dopo quella del 2019 persa per un’inezia contro Rafa Nadal ne certifica il salto di qualità sul piano della tenuta nervosa. Su quello tecnico, con quel repertorio non così diverso da quello di Djokovic (potenza, servizio, gran difesa e risposta da campione), non c’erano mai stati dubbi.

US Open 2021 finale maschile, (quasi) tutto come da pronostico

Se il torneo femminile è stato all’insegna delle sorprese e delle eliminazioni eccellenti, l’ultimo Slam della stagione a livello maschile non ha riservato colpi di scena, a conferma del divario a livello qualitativo e di personalità di spicco che separa il circuito Atp da quello Wta. A giocarsi il titolo saranno le prime due teste di serie, dopo che in semifinale si erano scontrati i primi quattro del seeding.

Ciò non significa, tuttavia, che nei turni precedenti non si siano visti risultati a sorpresa e nuovi talenti affacciarsi. Non preventivabile era infatti l’eliminazione Stefanos Tsitsipas, testa di serie numero tre, incappato nel classico momento di scarsa forma: prima la sofferta vittoria al primo turno su Murray, poi il set ceduto a Mannarino ed infine la resa contro il baby spagnolo Carlos Alcaraz, la vera rivelazione del torneo insieme all’olandese Botic Van de Zandschulp e a Felix Auger-Aliassime, giunto alla prima semifinale della carriera in uno Slam, dove il canadese non è però riuscito ad eguagliare la connazionale Leylah Fernandez, venendo battuto nettamente da Medvedev.

Il percorso verso l’atto conclusivo

Il percorso compiuto da Medvedev fino alla finale non rende giustizia alla crescita impetuosa che il russo sta vivendo in questo anno magico. A Flushing infatti il numero due del mondo, posizione conquistata a marzo, non ha dovuto piegare avversari di prim’ordine, mostrando però un tennis pulito e soprattutto un ottimo controllo dei nervi, anche nell’unico passaggio a vuoto, quel terzo set ceduto a Van de Zandschulp.

L’olandese ha provato a inguaiare Daniil puntando sui punti forti dello stesso avversario, dal servizio alla battuta, ma oltre alla superiore stanchezza di Botic ha contato anche la reazione psicologica avuta da Medvedev. Un salto di qualità reso possibile da un 2021 di livello mondiale, con la finale in Australia e tre titoli vinti, due sul cemento a Marsiglia e Toronto e poi sull’erba a Maiorca.

Insomma, Daniil è in forma dal mese di marzo e la perfezione rasentata nella semifinale contro Auger-Aliassime ne è la conferma. Più difficile giudicare il percorso di Djokovic, che viene da quattro partite consecutive vinte dopo aver ceduto il primo set all’avversario, nell’ordine Nishikori, lo statunitense Brooksby, in tabellone grazie a una wild card, Matteo Berrettini e Sascha Zverev. Come se ‘Djoker’ entrasse in partita in ritardo, per poi però settarsi immediatamente sulle frequenze giuste a seconda dell’interlocutore presente e piegarlo grazie al proprio talento e alla propria proverbiale difesa.

Us Open 2021 finale maschile, quote e pronostico

Tra Nole e Daniil ci sono nove anni e… sette finali a Flushing di differenza, se è vero che Djokovic è giunto al nono atto conclusivo della carriera nell’ultimo Slam della stagione. Il computo dei precedenti sorride al serbo, avanti per 5-3. Medvedev, tuttavia, ha avuto la meglio solo in sfide al meglio dei tre set e quindi mai in uno Slam, dove prima di ora i due si erano affrontati solo in Australia, nel quarto turno nel 2019, con vittoria di Djokovic in quattro set, e nell’ultima finale, chiusa dal serbo con tre set piuttosto rapidi (7-5, 6-2, 6-2).

In sei mesi Daniil ha vinto tre trofei e guadagnato in autostima, ma le quote di bwin danno Djokovic nettamente favorito: il successo del serbo è pagato 1,60 contro il 3 di Medvedev, la cui vittoria in tre set è addirittura pagata 7,50, ma c’è comunque fiducia sul fatto che il russo riesca a conquistare almeno un set (quota 1,40). Puntiamo su questo scenario, con Djokovic campione in quattro set, scommessa pagata 3,75. Quando di fronte si trovano i primi due giocatori del mondo ci sono pochi segreti, l’uno conosce l’altro alla perfezione, uno sa come esaltare i (pochi) punti deboli dell’avversario e viceversa e come adattare il proprio tennis a superficie e momento di forma.

Si aggiunga che in un match dal valore storico così profondo e nel quale in palio non ci sarà solo la corona dell’ultimo Slam stagionale, a fare la differenza possono essere i dettagli, dalla condizione fisica a quella psicologica. In questo senso è Medvedev ad avere poco o nulla da perdere, mentre solo il campo dirà se, grazie al successo su Zverev, Djokovic sarà riuscito a spazzare via le amarezze tecniche dell’Olimpiade, dove contesto tecnico e climatico non hanno nulla di paragonabile con uno Slam.

La fatica della battaglia contro il tedesco in semifinale potrebbe comunque farsi sentire, ma è nota la capacità del serbo di esaltarsi alla lunga distanza e di dare il meglio in matches lunghi, a differenza di Medvedev. E comunque di fronte a un obiettivo di questa portata sarà la testa a far muovere le gambe e non viceversa. Dalla parte del russo ci sarà l’aspetto fisico, quei dieci centimetri di altezza in più rispetto all’avversario che possono contare tanto nel tennis moderno, a patto però che Daniil sappia sfruttarli a proprio favore, ovvero attraverso quella mobilità e quella capacità di giocare da fondo campo in grado di esaltarne anche i colpi difensivi e di mascherare il dritto, il colpo più debole della casa, che è invece quello più forte per Djokovic insieme alla risposta al servizio.

In semifinale il numero 1 del mondo ha conquistato il 77% dei punti con la prima di servizio, con solo due doppi falli, ma ha fatto conto pari con Zverev come errori gratuiti: 49-50. Le chiavi del match saranno allora la capacità di Medvedev di tenere scambi lunghi dal fondo e il suo rendimento al servizio, fondamentale nel quale il russo, oltre alla potenza, dovrà mostrare anche precisione e coraggio nelle seconde palle. Ora che pari il campo e dia il proprio verdetto: sarà fatta la storia con Daniil o la leggenda con Nole?

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Crediti Immagine: Getty Images

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