Dopo i fiumi di voci, abbiamo finalmente le prime immagini e le prime parole ufficiali di Maurizio Sarri da allenatore della Juventus. Però sappiamo che è importante non girarci intorno, quindi andiamo subito al punto.
Ma come giocherà la Juve di Sarri?
La domanda riflette ovviamente la curiosità della stragrande maggioranza dei tifosi juventini, ma anche di molti appassionati di calcio. Così, in attesa di vedere cosa porterà effettivamente il calciomercato, abbiamo provato a immaginare i possibili schieramenti della Juve di Sarri:
La Juve di Sarri, la difesa a 4 “chiave” Champions
Saggiamente, Sarri non ha promesso nulla, riguardo alla Champions League. Il nuovo mister ha definito la Coppa dalle grandi orecchie “un sogno da inseguire con ferocia”. Tuttavia, è già importante che lo farà con la difesa a 4.
La storia, in questo senso, non è affatto democratica. Da quando esiste la Champions League (1992-93) nessuna squadra ha vinto usando un modulo con difesa a tre. E solo in una occasione una finalista schierava una difesa a tre. Quale? La Juventus, nel 3-1 subito dal Barcellona nel 2015. L’ultima squadra capace di vincere con difesa a tre fu invece il Barcellona nel 1992, in finale contro la Sampdoria.
I moduli
Come giocherà la Juve di Sarri? Come previsto lui non ha ancora affrontato l’argomento, ma su una cosa è stato molto chiaro: la ricerca della qualità del gioco non è in alcun modo un’alternativa al “vincere”, anzi un modo per arrivare all’obiettivo.
I moduli da cui il nuovo allenatore partirà saranno sostanzialmente tre: il 4-3-3, il 4-3-1-2 e il 4-2-3-1. Le variazioni e le preferenze dipenderanno in grandissima parte dall’organico che il mercato definirà.
Andiamo a vedere cosa potrebbe accadere, ruolo per ruolo. Escludiamo il portiere perché Szczescny è da considerare un punto fermissimo.
Difesa
Cancelo, gioie e dolori
Come detto, l’unico dogma intoccabile sembra la linea a 4, fondamento di ogni squadra che ha avuto Sarri come allenatore. Ovviamente i nomi sul taccuino di Paratici sono già diversi, ma in molti si chiedono perché mai la Juve si dovrebbe privare di un terzino offensivo come Cancelo, nel momento in cui arriva un allenatore che potrebbe esaltarne le caratteristiche. La verità paradossale è che il terzino portoghese sarebbe stato più funzionale a un modulo “libero” come quello di Allegri, ma il suo rendimento nella prima stagione in bianconero è stato un po’ troppo altalenante, infatti il suo nome era già tra i cedibili anche in una ipotesi di permanenza di Allegri. Con Sarri i terzini hanno compiti tattici piuttosto pressanti e Cancelo appare un po’ troppo anarchico per questo ruolo. Si potrebbe anche tentare di trasformarlo in un esterno d’attacco, ma anche lì tra elementi in organico e altri sulla lista della spesa si creerebbe un sovrannumero. Inoltre Cancelo ha mercato e potrebbe creare una plusvalenza, cose sempre da non sottovalutare.
Un big al centro e la crescita di “Spina”
Difficile che si arrivi a De Ligt, più probabile Koulibaly che ritroverebbe l’allenatore che lo ha fatto diventare uno dei migliori centrali al mondo. Da non sottovalutare l’ingaggio di Demiral, che è ancora giovane ma ha tutto per imporsi – nel tempo – in casa bianconera. A sinistra sembra che Sandro resti e Spinazzola può crescere moltissimo sotto le indicazioni di Sarri. Tuttavia i nomi di Marcelo ed Emerson Palmieri continuano ad essere presenti nella lista dei possibili arrivi per la Juve di Sarri.
Centrocampo
Pjanic l’inamovibile
Da quando si è concretizzata l’eliminazione dalla Champions League, si sono susseguite le voci su una possibile o probabile partenza di Miralem Pjanic. Tra le parole che però hanno colpito di più, nella conferenza stampa di presentazione di Maurizio Sarri, ci sono proprio quelle sul bosniaco: “Vorrei vedergli toccare 150 palloni a partita”. Una delle sfide di Sarri sarà dunque quella di rendere Pjanic più simile possibile a Jorginho, il playmaker che il tecnico toscano ha voluto fortemente con sé a Londra. Infatti il brasiliano naturalizzato italiano ha battuto tutti i record della Premier League, sia come tocchi di palla in una partita (189) che in una stagione (3551). A Pjanic non mancano certo le qualità tecniche per fare questo tipo di lavoro, forse un po’ di dinamismo e – soprattutto – mentalità. Sfida accettata.
Ramsey, il partner ideale
Per il resto, il reparto si è già arricchito di un giocatore di qualità ed esperienza come Ramsey, che potrebbe interagire molto bene con il nuovo Pjanic in modalità “Sarri-ball”. Il gallese è eccellente nelle verticalizzazioni, negli inserimenti senza palla. Inoltre stiamo alla finestra per altri arrivi-top come potrebbero essere quello di Milinkovic-Savic e del cavallo di ritorno Pogba. Non semplici, certo, ma almeno uno dei due si può fare per run centrocampo che – stavolta sì – diventerebbe di primissimo livello. Infatti non va dimenticato che la Juve di Sarri potrà contare anche sul supporto del cresciuto Bentancur e su elementi di sicuro affidamento come Can e Matuidi.
Attacco
Un centravanti vero
Sarri ha detto che gli piacerebbe far battere qualche altro record a Cristiano Ronaldo. Musica per le orecchie degli juventini, ma come si coniuga questo con la richiesta di un bomber d’area? Abbastanza semplice in realtà, perché la presenza di un centravanti vero e proprio non può che far bene a un giocatore con le caratteristiche di CR7. Del resto una parte delle fortune dell’asso portoghese a Madrid sono dovute all’ottima intesa con Karim Benzema. Riuscirà Mauro Icardi, nel caso in cui arrivasse davvero a Torino, a calarsi nei panni? Forse più di quanto si possa pensare. Più difficile che ci riesca Higuain: a parte l’intesa mai idilliaca con il lusitano (che si dice ne caldeggiò la partenza dal Real), ciò che preoccupa più riguardo al Pipita è il timore di una sorta di declino fisico che potrebbe essere iniziato per lui. Lo scarso utilizzo che ne ha fatto Sarri nei momenti caldi della stagione parrebbe confermarlo. Ma lui ha una intera estate per smentire tutti e tornare quello di sempre.
Costa o Dybala non vanno in Chiesa
Analogamente a Pjanic, c’è un altro ipotetico partente che è stato “lisciato” da Sarri durante la conferenza stampa: Douglas Costa. Il brasiliano potrebbe non partire, dunque, ma ha mercato e potrebbe comunque venire sacrificato. L’impressione è che tra lui e Dybala uno sia di troppo, e non è detto che a rimanere sia l’argentino. La Joya è bisognoso di un riscatto, ma uno dei primi enigmi che Sarri sarà chiamato a sciogliere è “può Paulo avere questo riscatto qui?”
Se poi dovesse arrivare Federico Chiesa, il sacrificio di almeno uno tra Costa e Dybala diventerebbe assoluta certezza. Inoltre c’è molta curiosità, sui possibili progressi che il figlio di Enrico potrebbe fare in una società come la Juve e con un allenatore come Maurizio Sarri.
Il ruolo di “Berna”
Infine, capitolo Bernardeschi. Per lui Sarri ha progetti interessanti, che fanno un po’ a pugni con l’utilizzo che ne ha fatto Allegri nell’ultimo anno: per il nuovo tecnico “berna” è un top player, a cui però serve più continuità e un ruolo preciso. Quale sarà? Trequartista o esterno alto in un 4-2-3-1 sono le due opzioni più probabili. Tuttavia, se a centrocampo non si registrassero arrivi top (ma anche se dovesse arrivare Chiesa lì davanti) la specializzazione dell’ex viola potrebbe essere davvero da mezzala.
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