Nel calcio di oggi tenere il possesso palla è un valore che ci viene mostrato molto spesso perché è molto importante, anche se da solo non rappresenta in alcun modo garanzia di successo. Il CIES (Centro Internazionale di Studi sullo Sport) ha così pensato di approfondire con uno studio davvero interessante, che prende in esame i passaggi effettuati dalle squadre nei 35 metri finali del campo, ma anche i passaggi che a loro volta le squadre concedono, nel proprio terzo di campo, agli avversari.
Possesso palla offensivo ai raggi X: City in testa, e la Juve…
Questa infografica sintetizza gli aspetti più importanti dello studio CIES (che potete trovare qui nella sua versione completa), con un’attenzione particolare al calcio di casa nostra. Ecco numeri e classifiche, in seguito i commenti.
Cosa vogliono dire questi numeri
Come preannunciato in fase di presentazione, non si tratta di numeri esaustivi della qualità di questa o quell’altra squadra. Tuttavia è abbastanza chiaro che le squadre più forti si ritrovano generalmente tra quelle con il miglior rapporto tra possesso offensivo effettuato e concesso. Vediamo di capirci qualcosa di più.
Il possesso palla in zona di attacco è totalmente diverso da quello fatto ad esempio a centrocampo. Nella zona nevralgica del terreno di gioco la tendenza più marcata è quella di fare “densità”, ovvero di occupare fisicamente lo spazio con un alto numero di giocatori, per creare linee di passaggio o chiudere quelle degli avversari, per aggirare o portare pressing eccetera. In attacco invece non si cerca solitamente la densità, o almeno è una scelta generalmente evitata per non esporsi a contropiede o incappare in qualche fuorigioco.
La fase di attacco perciò è quella che differenzia maggiormente i vari stili di gioco. Quelli più apertamente improntati a un possesso palla intensivo, come Guardiola e Sarri, tendono a occupare la zona d’attacco con molti uomini, cercando di fare breccia con scambi stretti, triangolazioni, inserimenti senza palla. Altre squadre hanno impostazioni diverse, non necessariamente per una concezione più conservatrice ma magari anche per assecondare le qualità specifiche dei propri calciatori.
Si vince solo in un modo? Gli esempi di Spezia e Friburgo
Colpisce vedere che, in quasi tutti i campionati, le squadre che tendono più a cercare il comando del gioco siano quelle più in alto in classifica. La squadra migliore in assoluto in questo senso si conferma il City di Guardiola, ma in Premier League lo insegue il Liverpool vincitore della Champions League, in Germania comanda il Bayern, in Spagna Real e Barcellona, in Francia il PSG, in Italia la Juve eccetera.
Di converso, tra quelle con i peggiori rapporti tra passaggi effettuati e concessi ci sono molte squadre di bassa classifica o coinvolte nella lotta per mantenere la categoria. Ci sono però delle eccezioni. Una di queste, ad esempio, è il Friburgo di Christian Streich, attualmente secondo in Bundesliga. I Breisgau-Brasilianer sono squadra paziente, che accetta di subire molto ma è comunque capace di colpire con regolarità pur non creando moltissime occasioni a partita.
L’esempio contrario è invece tutto italiano: lo Spezia. I bianconeri allenati da Vincenzo Italiano sono la sesta squadra italiana in assoluto, come rapporto tra passaggi eseguiti e concessi in attacco, ma ciò non è stato finora sufficiente a evitare ai liguri il quartultimo posto in Serie B.
Crotone più “sarriano” della Juve?
L’aspetto forse più curioso è proprio quello del Crotone. Quella pitagorica è la migliore squadra italiana come rapporto tra passaggi offensivi eseguiti e concessi, nettamente meglio della Juventus. Non sorprende che la squadra di Giovanni Stroppa (foto in alto) si trovi a lottare per la promozione, perché non solo ha elementi che tecnicamente fanno la differenza in Serie B (Benali, Barberis, Simy, il giovane Crociata) ma ha un impianto di gioco avvolgente e piacevole. Il tempo dirà se ciò basterà per riguadagnarsi la Serie A dopo due anni di purgatorio, ma la strada tracciata è incoraggiante.
In chiusura, due parole sulla Juve di Maurizio Sarri. Il fatto che, nonostante il tecnico toscano miri dichiaratamente a creare un predominio territoriale in attacco e con un organico di quel livello, non sia la migliore squadra italiana in questa speciale classifica, è considerato sorprendente. Nella realtà lo è meno di quanto si possa pensare. Se offensivamente i bianconeri sono il top, come era lecito attendersi e come testimonia la statistica dei passaggi offensivi effettuati, è nella fase difensiva che ancora la Juve deve lavorare molto.
I bianconeri subiscono ancora troppo le iniziative degli avversari, non hanno in difesa la stessa capacità di riconquistare prontamente il pallone come ce l’hanno dopo un attacco svanito. Le chiusure difensive sono troppo spesso tardive e così anche le situazioni di uno contro uno concesse sono più di quante sarebbe lecito attendersi da loro. Ma tutto questo dovrebbe avere una fine, o perlomeno venire progressivamente arginato, con il passare delle settimane.
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