La stagione sta entrando nel vivo appena adesso, quindi è il caso di osservare in profondità le performance delle varie squadre della Serie A, per come sono apparse fino ad oggi. Ecco uno sguardo approfondito a dati molto interessanti sulle migliori – e le peggiori – squadre del campionato.
Analisi performance Serie A: dai tiri ai cross al possesso palla, i migliori e i peggiori
Grazie ai dati InStat raccolti dal CIES e ai dati ufficiali della Serie A, ecco in grafica alcune classifiche specifiche del nostro campionato, relativamente alle prime 10 giornate. Sta a noi poi confrontare l’analisi di queste performance della Serie A con la graduatoria ufficiale.
La qualità del Napoli
Quello 0-3 a tavolino grida davvero vendetta. Il Napoli ha già subito sconfitte in questo campionato, con il Sassuolo e con la capolista Milan, ma tutto il malumore dell’ambiente ruota intorno a quel “pasticciaccio brutto” che ha portato alla nota e discussa sentenza della giustizia sportiva. Senza quello 0-3 il Napoli sarebbe potenzialmente secondo a 3 punti dal Milan, una posizione che si sposerebbe meglio con la qualità mostrata dai partenopei in questo primo scorcio di stagione. Gattuso ha rispolverato alcuni automatismi dell’era Sarri un po’ sopiti sotto Ancelotti, li ha personalizzati e ha beneficiato dell’innesto di un centravanti dalle caratteristiche uniche come Osimhen. Non solo, perché anche in assenza del nigeriano gli azzurri hanno saputo esprimersi su livelli egregi. Come vedete il Napoli è la squadra che tira di più, ma anche tra quelle che sfruttano di più e meglio l’ampiezza del campo e con ottimo fraseggio nella trequarti offensiva. Le qualità della squadra di Gattuso non si fermano però a quelle offensive ed è anche per questo che i partenopei sono tornati candidati forti nelle quote sullo scudetto. Nessuno infatti concede meno tiri e meno passaggi sulla propria trequarti difensiva. Queste non sono statistiche visibili, ma nel lungo periodo sono quelle che fanno vincere le partite. E i trofei.
Il Milan mette le ali
Quali sono i segreti di questo nuovo e brillante Milan d’alta classifica? Si è detto e ribadito l’importanza di esperienza, carisma e leadership di un fuoriclasse come Zlatan Ibrahimovic, il cui apporto vale tanto fuori quanto dentro il campo. Oltre allo svedese, tra i segreti del Milan di questa stagione c’è anche uno sfruttamento costante e di alto livello delle fasce laterali. Theo Hernandez da un lato e Saelemaekers dall’altro, ma anche il miglioratissimo Calabria e altri nuovi elementi di qualità come Dalot e Brahim Diaz. Se l’Inter è nettamente la squadra che usa di più le fasce (71 cross azzeccati e 80 sbagliati) il Milan è quella che le sfrutta meglio: 53 cross utili e solo 42 sbagliati sono sintomo di quella qualità che è elemento fondante di questa rinascita rossonera, insieme all’età media più bassa fra i top 5 campionati europei.
Conte, le fasce sorridono
Le polemiche non smettono di accompagnare Antonio Conte ovunque vada. Era dunque facile immaginare che, una volta accasatosi nella squadra da anni con l’ambiente più sensibile a critiche e polemiche (interne ed esterne), il connubio sarebbe stato esplosivo. La sua prima Inter è stata promossa con riserva (seconda in campionato, finalista di Europa League), quella della seconda stagione era attesa a un robusto salto di qualità da tutti i pronostici e le scommesse sul calcio. Mentre scriviamo la qualificazione in Champions è ancora fortemente in bilico, mentre in campionato le cose sono messe tutto sommato bene. Le critiche e le polemiche non mancano mai, vedi caso Eriksen e polemica con i tedeschi sui miglioramenti di Hakimi, però i progressi ci sono e sono altrettanto innegabili. L’Inter del Conte II eccelle nel gioco sulle fasce, dal cui apporto proviene gran parte della produzione offensiva dei nerazzurri grazie alle qualità del già citato Hakimi ma anche di Perisic, Darmian, Young e Sanchez.
I dolori della Juve
Per le quote sulla Serie A è sempre la favorita numero uno, ma diciamoci la verità: questo lunghissimo ciclo vincente ci aveva abituato a una Juve schiacciasassi, talmente superiore alle altre da lasciare le briciole a chiunque. Nell’anno della (mancata) metamorfosi sarriana diverse di queste caratteristiche erano venute meno, processo che in questi primi mesi con Pirlo al timone sembra essersi consolidato, e per i sostenitori juventini non è una buona notizia. Non sempre i numeri dicono tutto ma di sicuro non mentono: la tendenza a mantenere il possesso palla è rimasta, ma finora si è trattato di un possesso estremamente sterile. Pur essendo la squadra con la maggior percentuale di possesso, la Juve è tra quelle che usano meno (e peggio) le fasce, ma non solo. La Vecchia Signora versione 2020/2021 non è tra le prime 7 del campionato né come tiri totali (settima) né come tiri in porta (ottava). Ciò è dovuto un parte a un assestamento che la squadra ha dovuto fare direttamente in partite ufficiali, visto che quest’anno il pre-campionato non è praticamente esistito.
Ma non finisce qui. L’impietosa analisi delle performance in Serie A di questa Juventus fa ipotizzare che la strategia di costruzione della squadra non sia stata così ben pianificata. La qualificazione da prima in classifica in Champions, insieme al crescente numero di ore giocate insieme dalla squadra e alla migliore conoscenza della rosa da parte del nuovo tecnico, ci dice che questa Juve può solo migliorare. Anche perché, francamente, peggio di queste prime 10 partite non è semplice immaginarla.