Nel weekend di ferragosto riparte la Liga, a caccia del successore dell’Atletico Madrid di Diego Simeone. I Colchoneros si sono persino rinforzati sul mercato, ma a rimane comunque altissima la curiosità sulle reazioni che proveranno Real Madrid e Barcellona, le grandi per eccellenza del calcio spagnolo ma che, nella passata stagione, sono state solo grandi sconfitte. E, naturalmente, sulla Liga 2021-22 non può che allungarsi l’ombra lunga del clamoroso addio di Leo Messi.
Liga 2021/22, cosa dobbiamo aspettarci?
Si dice che la Serie A sia un torneo squilibrato, poiché il trio Juve-Milan-Inter ha vinto 73 dei 119 scudetti disponibili. Da questo punto di vista la Liga spagnola esprime ben di peggio, visto che nella sua storia due squadre hanno vinto due terzi dei campionati totali. Real Madrid (34) e Barcellona (26) guidano nettamente l’albo d’oro della massima serie spagnola, che è arrivata alla vigilia dell’edizione numero 91. Se appena il 33% dei campionati disputati termina con la vittoria di una squadra diversa da Real Madrid e Barcellona, la stagione scorsa è uno di quei rari casi di “doppia cilecca”. La Liga è comunque in salute, come dimostra la nostra consueta infografica:
Real, Barcellona e i debiti: quanti sono?
Difficile stabilire a quanto ammontino i debiti di due società che sono sì legate a risultati sportivi, ma sono anche dei brand molto forti. La pandemia con lo stop provvisorio ai campionati e la ripresa a porte chiuse ha devastato le casse un po’ di tutti i club, in particolare quelle di big come Real Madrid e Barcellona. Ma quanto sono realmente in perdita le due società storiche del calcio iberico? Difficile dirlo con certezza, anche se il termine di una stagione conclusasi senza successi delle due squadre nelle principali competizioni aumenterà il fardello di costi nel prossimo esercizio. Nel gennaio scorso si era parlato di 1,2 miliardi di euro di debiti combinati, tra le due. A parte cessioni di giocatori e una rapida cura “dimagrante”, la situazione non dovrebbe essere molto migliorata da allora.
Se anche la Liga diventa succursale
Chi segue il calcio dai primi anni 2000 ricorda i tempi della famosa “legge Beckham”, ovvero quella normativa fiscale che consentiva ai club spagnoli di risparmiare un sacco di soldi di tasse nell’ingaggio di campioni stranieri. Da allora l’appeal della Liga è andato crescendo costantemente, anche dopo che tale legge è stata annullata. La pandemia globale ha però accelerato i tempi di una crisi che sarebbe comunque arrivata, ma qualche anno più tardi. L’improvvisa mancanza di liquidità diventa però un problema enorme, anche politico, da come si è visto che venivano trattati mediaticamente la proposta della Superlega e le reazioni delle varie componenti del mondo del calcio.
Ne consegue che la Liga, in questa stagione, rischia di consolidarsi come una prestigiosa vetrina per i ricchi divenuti sempre più ricchi, ovvero i club inglesi e il PSG. La perdita di giocatori come Ramos e soprattutto Varane è emblematica di una certa perdita di appeal del l’intero torneo. Per non parlare, ovviamente, del trasferimento più clamoroso del decennio: Leo Messi che saluta il Barcellona, tra lacrime e petrodollari, per accasarsi alla corte sfarzosa di Nasser Al-Khelaifi.
La coppia “clasica” tornerà a ruggire?
Secondo le scommesse sulla Liga, il prossimo campionato potrebbe tornare a essere un discorso tra Real Madrid e Barcellona. I Blancos sono dati a 2,00, i Blaugrana orfani della Pulce a 3,00. E i campioni in carica? L’Atletico Madrid si conferma come terza forza teorica del campionato, il cui successo è dato a 3,75. Come dire: se le due big dovessero fallire, ci siamo noi pronti ad approfittarne. Infatti non stiamo parlando propriamente di una cenerentola, e i dati sui valori delle rose lo confermano. L’Atletico di Diego Simeone è a tutti gli affetti una big europee nelle quote sul calcio, e questo aspetto viene spesso sottostimato. Alla fine gli appassionati continueranno a usare la Liga e soprattutto le gare di Real, Barcellona e Atletico come base per le proprie scommesse multiple.
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