Le 5 finali di Champions League più belle di sempre
Le 5 finali di Champions League più belle di sempre

Le 5 finali di Champions League più belle di sempre

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Quali sono le finali di Champions League più belle di sempre? Si tratta sicuramente di una domanda a cui è impossibile rispondere con sicurezza: la più importante competizione continentale targata UEFA ha scritto pagine importantissime nella storia del calcio europeo, senza considerare che la bellezza, nel gioco più bello e seguito al mondo, resta soggettiva e dipende da numerose variabili.

A voi le nostre 5 finali di Champions League più belle

Chi frequenta siti di scommesse sul calcio potrebbe ad esempio ricordare una determinata partita in un modo diverso a seconda del risultato, così come naturalmente lo stesso può accadere – e accade – con tifosi e semplici simpatizzanti di alcune squadre. Siamo sicuri che non saranno pochi quelli che leggendo la nostra classifica stenteranno a definire come “belle” alcune delle gare scelte.

Abbiamo comunque provato a stilare una nostra personale classifica delle 5 finali di Champions League più belle di sempre, in ordine cronologico e valutando numerosi fattori: i gol e lo spettacolo, le emozioni che sono state capaci di regalare a tifosi ed appassionati, l’importanza storica. Ecco a voi la nostra lista, accompagnata come sempre da un’infografica dedicata e comprendente alcune doverose menzioni d’onore.

Benfica-Real Madrid = 5-3

Data: 5 maggio 1962

Sede: Olympisch Stadion, Amsterdam (Olanda)

Tra le finali di Champions League più belle di sempre riteniamo non possa mancare quella che il 5 maggio del 1962 vede affrontarsi Real Madrid e Benfica, le uniche due squadre che all’ultimo atto della 7ª edizione avevano alzato il trofeo, allora denominato Coppa dei Campioni e nato nel 1955 da un’idea del giornalista francese Gabriel Hanot. Gli spagnoli avevano conquistato le prime 5 edizioni consecutivamente, scrivendo la storia con una squadra leggendaria, mentre i portoghesi erano emersi nella 6ª edizione superando in finale il Barcellona capace di eliminare proprio le merengues.

Nonostante il Benfica sia il detentore del trofeo e possa contare su uno dei più forti calciatori di sempre, la “Pantera Nera” Eusébio, nella finale di Amsterdam è il Real Madrid ad essere considerato favorito, potendo schierare nel proprio undici titolare fuoriclasse assoluti come Di Stefano, Gento e Puskás. È proprio quest’ultimo a portare avanti gli spagnoli con due gol nel giro di 5 minuti, ma la reazione dei lusitani è veemente: Águas accorcia ribadendo in rete una punizione di Eusébio che si è stampata sul palo, Cavém trova poi il pareggio quando è da poco passata la mezz’ora con un bel tiro da fuori.

Poco prima dell’intervallo il Real però si porta ancora avanti e ancora con Puskás, assolutamente scatenato, e poi coglie una traversa con Di Stefano. Il Benfica sembra alle corde, ma nel secondo tempo arriva prima il 3-3 di Coluna con un gran tiro da fuori e poi la doppietta di Eusébio, che in appena 5 minuti chiude la gara con un rigore e poi con uno splendido calcio di punizione. Questa sfida tra fuoriclasse è una delle finali di Champions League più spettacolari di sempre e segna il momentaneo tramonto del Real Madrid e quello definitivo del Benfica: all’indomani del successo i lusitani cacciano il tecnico Guttmann, che offeso si pronuncerà nella sua celebre “maledizione” che resiste ancora oggi.

Il tabellino

Benfica (3-2-4-1): Costa Pereira; Mário João, Germano, Ângelo; Cavém, Cruz; Augusto, Eusébio, Coluna, Simões; Águas. All.: Guttmann

Real Madrid (3-2-4-1): Araquistáin; Casado, Santamaria, Miera; Felo, Pachín; Tejada, Del Sol, Puskás, Gento; Di Stefano. All.: Muñoz

Gol: Puskás (RM) 18′, 23′, 39′, Águas (B) 25′, Cavém (B) 33′, Coluna (B) 50′, Eusébio (B) 64′ (rig.), 69′

Eusebio da Silva Ferreira, fuoriclasse epocale del Benfica e del calcio portoghese e autentico mattatore nella finale del 1962 (Getty Images)

Steatua Bucarest-Milan = 0-4

Data: 24 maggio 1989

Sede: Camp Nou, Barcellona (Spagna)

Il Milan di Arrigo Sacchi rivoluziona il calcio italiano e si siede sul trono d’Europa nel 1989, conquistando la Coppa dei Campioni davanti ai quasi 100mila tifosi presenti al Camp Nou con una vera e propria dimostrazione di calcio che resterà a lungo negli occhi di chiunque ami questo sport. Lo Steatua Bucarest è una sorpresa relativa, ha avuto un percorso piuttosto agevole ma rappresenta comunque l’espressione di un movimento calcistico che all’epoca gode di ottima salute e che mantiene in patria i suoi migliori talenti: il Milan, però, è di un altro pianeta.

Forse quella del 1989 non sarà ricordata come una delle finali di Champions League più belle di sempre in senso assoluto, visto lo squilibrio in campo evidente già dai primi minuti di gioco: il risultato non viene mai messo in discussione, il Milan annichilisce gli avversari giganteggiando sul piano tecnico, tattico e atletico e segnando quattro splendide reti con i suoi gioielli olandesi Van Basten, capocannoniere del torneo, e Gullit.

Tuttavia, se non tra le più belle in senso stretto, Steatua Bucarest-Milan deve essere decisamente inserita nella lista delle finali di Champions League più indimenticabili: la rivoluzione di Sacchi è servita, e con una prestazione strepitosa i rossoneri si prendono un posto tra le squadre più forti di sempre.

Il tabellino

Steaua Bucarest (4-4-2): Lung; Petrescu, Iovan, Bumbescu, Ungureanu; Minea, Stoica, Hagi, Rotariu (46′ Balint); Lăcătuș, Pițurcă. All.: Iordănescu

Milan (4-4-2): G. Galli; Tassotti, Baresi, Costacurta (75′ F. Galli), Maldini; Colombo, Rijkaard, Ancelotti, Donadoni; Gullit (59′ Virdis), Van Basten. All.: Sacchi

Gol: Gullit 18′, 38′, Van Basten 28′, 46′

Da sinistra a destra Frank Rijkaard, Marco Van Basten e Ruud Gullit, il trio di olandesi che farà la fortuna del Milan di Arrigo Sacchi e autentico mattatore nella finale di Coppa dei Campioni del 1989 (Getty Images)

Manchester United-Bayern Monaco = 2-1

Data: 26 maggio 1999

Sede: Camp Nou, Barcellona (Spagna)

Se la classifica delle finali di Champions League più belle dovesse essere stilata semplicemente guardando quante emozioni sono state concentrate nell’arco di meno di cinque minuti, non c’è dubbio che nessuno potrebbe avere dubbi su quale gara indicare per prima: Manchester United-Bayern Monaco, l’ultimo atto dell’edizione 1998/1999 tra due autentici squadroni che in una sera si giocano la possibilità di conquistare il Treble dopo aver dominato all’interno dei rispettivi confini nazionali.

Per buona parte dei 90 minuti la partita non regala particolari sussulti: il Bayern Monaco passa dopo appena 6 minuti con una punizione del talentuoso Basler e poi gestisce la reazione confusionaria degli inglesi, che non solo si rivelano incapaci di rendersi pericolosi dalle parti di Kahn ma addirittura concedono ampi spazi in difesa. I tedeschi potrebbero chiudere la gara, ma prima Scholl coglie il palo e poi Jancker viene fermato dalla traversa dopo una splendida rovesciata.

Qualcuno direbbe che sono segnali, segnali che l’allenatore del Manchester United Alex Ferguson coglie: deciso a giocarsi il tutto per tutto inserisce due attaccanti, Sheringham e Solskjær, che lo ripagano ribaltando incredibilmente il risultato nei 3 minuti di recupero concessi dall’arbitro Collina su altrettanti calci d’angolo. È un successo indimenticabile, che arriva in un finale sconsigliato ai deboli di cuore.

Il tabellino

Manchester United (4-4-2): Schmeichel; G. Neville, Johnsen, Stam, Irwin; Giggs, Beckham, Butt, Blomqvist (67′ Sheringham); Yorke, Cole (81′ Solskjær). All.: Ferguson

Bayern Monaco (1-4-2-3): Kahn; Matthäus (80′ Fink); Babbel, Linke, Kuffour, Tarnat; Effenberg, Jeremies; Basler (87′ Salihamidžić), Jancker, Zickler (71′ Scholl). All.: Hitzfeld

Gol: Basler (B) 6′, Sheringham (M) 91′, Solskjær (M) 93′

Solskjær viene travolto dai compagni dopo il gol che decide incredibilmente la finale della Champions League 1998/1999 in pieno recupero (Getty Images)

Milan-Liverpool = 3-3 (5-6 d.c.r.)

Data: 25 maggio 2005

Sede: Atatürk Olimpiyat Stadyumu, Istanbul (Turchia)

Parlando di emozioni forti, una delle finali più indimenticabili resta quella che va in scena nel 2005 per il 50° anniversario della competizione: il Milan affronta il Liverpool, e nonostante gli inglesi meritino rispetto nelle quote relative alla Champions League della vigilia i rossoneri vengono considerati ampiamente favoriti, sia per il blasone che per quanto mostrato fino a quel momento.

I pronostici della vigilia sembrano trovare conferma nel primo tempo: il Milan appare decisamente superiore, e dopo aver sbloccato la gara subito dopo il calcio d’inizio con capitan Maldini sembra chiudere ogni discorso con una doppietta dello scatenato Crespo. Si tratta di una sfida a senso unico, che i rossoneri credono erroneamente di avere già vinto.

Al ritorno in campo dopo l’intervallo non solo il Milan sembra giocare con la sufficienza di chi si sente troppo superiore, ma dall’altra parte il Liverpool sembra trasformato: colpiti nell’orgoglio i Reds giocano con grande aggressività, attaccano a testa bassa e incredibilmente trovano il pari nello spazio di appena 6 minuti. L’inerzia della gara è completamente cambiata, e anche se la sfida si decide ai calci di rigore lo shock per la squadra di Ancelotti è talmente evidente che anche prima del primo tiro dal dischetto è ormai facile intuire chi trionferà. Gli errori di Serginho, Pirlo e Shevchenko consegnano meritatamente la coppa agli inglesi.

Il tabellino

Milan (4-3-1-2): Dida; Cafu, Stam, Nesta, Maldini; Gattuso (112′ Rui Costa), Pirlo, Seedorf (86′ Serginho); Kakà; Shevchenko, Crespo (85′ Tomasson). All.: Ancelotti

Liverpool (4-1-3-2): Dudek; Finnan (46′ Hamann), Carragher, Hyypiä, Traoré; Xabi Alonso; Luis García, Gerrard, Riise; Kewell (23′  Šmicer), Baroš (85′ D. Cissé). All.: Benitez

Gol: Maldini (M) 1′, Crespo (M) 38′, 44′, Gerrard (L) 54′, Šmicer (L) 56′, Xabi Alonso (L) 60′

Il portiere polacco del Liverpool Jerzy Dudek, assoluto protagonista nel finale di Milan-Liverpool ai calci di rigore: costringerà all’errore Serginho, Pirlo e Shevchenko (Getty Images)

Barcellona-Manchester United = 3-1

Data: 28 maggio 2011

Sede: Wembley Stadium, Londra (Inghilterra)

Come nel caso di Steaua Bucarest-Milan del 1989, anche nel caso di Barcellona-Manchester United del 2011 è difficile dire se i 90 minuti possano entrare di diritto nella classifica relativa alle finali di Champions League più belle di sempre. Si tratta sicuramente di una partita più equilibrata, almeno nel punteggio e sulla carta, tuttavia sarà evidente a tutti che una squadra, quella blaugrana, ha scritto un nuovo capitolo nella storia del calcio e della sua evoluzione tattica.

Nonostante nelle quote sulla vincente della Champions League dell’epoca spagnoli e inglesi non siano poi così lontani, quando il torneo entra nel vivo, la differenza tra le due squadre diventa sempre più evidente con il passare del tempo: il Manchester United sembra partire meglio, e incassato lo svantaggio firmato da Pedro trova quasi immediatamente il pari con una fiammata del suo fuoriclasse Rooney. Il Barcellona però non sembra mai scomporsi, gioca il suo rivoluzionario Tiki-Taka e lentamente arriva ad avere il completo controllo della gara.

Le reti di Messi e David Villa nel secondo tempo non sono così una sorpresa, ma il giusto premio per una squadra che sfiora il 70% di possesso palla e che registra 22 tiri contro i soli 4 concessi agli inglesi, che nel finale di gara non riescono letteralmente a toccare palla. Piaccia o meno, è il trionfo del Guardiolismo e il punto più alto toccato da una squadra destinata ad essere ricordata per sempre da studiosi e appassionati.

Il tabellino

Barcellona (4-3-3): Victor Valdes; Dani Alves (88′ Puyol), Masquerano, Piqué, Abidal; Xavi, Busquets, Iniesta; David Villa (86′ Keita), Messi, Pedro (92′ Afellay). All.: Guardiola

Manchester United (4-4-1-1): Van der Sar; Fabio (69′ Nani), Ferdinand, Vidic, Evra; Valencia, Carrick (77′ Scholes), Giggs, Park; Rooney; J. Hernandez. All.: Ferguson

Gol: Pedro (B) 27′, Rooney (M) 34′, Messi (B) 54′, David Villa (B) 69′

Il Barcellona festeggia la Champions League conquistata nel 2011 ai danni del Manchester United (Getty Images)
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