Netflix sta dedicando sempre più spazio a contenuti dedicati in qualche modo allo sport e ai suoi campioni. Tra film, documentari e serie tv, gli appassionati hanno un menu sempre più ampio da sfogliare. Qualche giorno fa vi abbiamo raccontato di “The Last Dance”, la docu-serie sui Bulls di Michael Jordan. Il mese scorso ci eravamo invece occupati dei migliori film sullo sport. Oggi vi parliamo di “Apache – la vita di Carlos Tevez”, mini-serie presente nel catalogo Netflix da qualche mese, interamente dedicata al campione argentino.
Carlos Tevez, campione nonostante tutto
“Apache” ripercorre le prime tappe della carriera di uno dei più grandi calciatori argentini degli ultimi decenni. Un campione che è stato ritenuto a lungo un piantagrane, o comunque un soggetto dal carattere molto difficile almeno fino a quando è arrivato alla Juventus. Con la casacca della Vecchia Signora l’ “Apache” ha dimostrato tutto il suo valore, insieme a professionalità e dedizione che forse in pochi gli accreditavano.
La verità è che Carlitos ha avuto un’infanzia talmente difficile da rendere la sua carriera comunque una sorta di miracolo, oltre che una storia che meritava di venire raccontata. Netflix lo ha fatto, in una mini-serie di 8 episodi. Una serie che si può consigliare sia agli ammiratori di Tevez sia agli appassionati di serie tv come “Gomorra” e ancora di più “Narcos”.
Netflix e “Apache”, la serie tv su Tevez
“Apache – la vita di Carlos Tevez” racconta infatti dell’infanzia e adolescenza che Carlitos ha vissuto nel problematico Barrio denominato appunto “Fuerte Apache”. Un quartiere di 50mila persone dove imperavano il degrado, il crimine e lo spaccio di droga. Nonostante il soprannome di Tevez sarà poi proprio “Apache”, il campione argentino deve il suo successo proprio al fatto di essere riuscito a rimanere miracolosamente fuori dai guai, impresa difficilissima in quello e altri “Barrios” di Buenos Aires.
La serie su Tevez inizia con l’evento che ha segnato la vita – e il corpo – di Carlos. Una ustione accidentale di cui rimane vittima quando aveva appena pochi mesi di vita. Un incidente di cui porterà i segni per tutta la vita sul viso, sul collo e sul petto. Quindi, negli otto episodi di “Apache” si racconta la difficile crescita di Carlos ragazzino in un ambiente malsano, abbandonato dai genitori naturali e allevato dagli zii. Un altro evento, quest’ultimo, destinato a cambiare per sempre la sua esistenza, a partire dal nome. Il suo sarebbe stato Carlos Alberto Martinez, ma poi il ragazzo decide di adottare il cognome degli zii che lo hanno cresciuto e che egli sente come la sua vera famiglia. Tevez, per l’appunto.
Il racconto di Carlitos
“Grazie a loro ho imparato a distinguere tra il bene e il male. Senza di loro non sarei l’uomo che sono oggi”. A dichiararlo è proprio Carlos Tevez in prima persona. Il campione entra infatti nella “sua” serie con alcuni commenti all’inizio di ogni episodio, che aiutano a capire la sua storia e i momenti cruciali della sua crescita. Mentre intorno a lui imperversano la delinquenza, la droga e la morte, Carlos riesce a preservarsi e ritagliarsi il suo percorso che lo porterà a diventare professionista, dal piccolo Santa Clara al Boca Juniors.
L’amico che non ce l’ha fatta
Si potrebbe parlare di un predestinato ma non è il caso, poiché l’ambiente di “Fuerte Apache” rendeva quasi impossibile a chiunque uscire dal circolo vizioso di criminalità e droga. Nella serie è presente una figura che ci ricorda tutto ciò, un amico di Carlos che era forse anche più bravo di lui. In “Apache” si chiama Danilo, ma il personaggio che interpreta è quello di un Dario Coronel, amico d’infanzia di Tevez ma al quale non è riuscito lo stesso percorso di Carlitos. Si pensi che in un provino con il Velez Sarsfield Coronel era stato preso, mentre Carlos era stato scartato. Poi però Danilo-Dario cade nel tunnel della droga, un tunnel dal quale non riuscirà mai a rialzarsi fino al suicidio nel 2001. La presenza di questa figura, nella serie tv e nella vita di Tevez, aiuta a capire quanto fosse difficile farcela ad arrivare dove poi Carlitos è arrivato.
Apache, perché guardarla
In definitiva la serie tv su Tevez si lascia guardare, non solo se siete appassionati di crime stories. Va guardata anche perché è girata interamente nei veri luoghi dell’infanzia del campione argentino, il barrio “Ejército de los Andes”, meglio noto come “Fuerte Apache”. Va guardata perché è ammirevole vedere come Carlitos sia riuscito a vincere la sua scommessa. Una di quelle difficilissime, molto più dura di tutte le scommesse sportive possibili, poiché superare le enormi avversità che la vita gli aveva posto davanti, schivando anche proiettili e droga, per arrivare a costruirsi una carriera di altissimo livello, è qualcosa che comporta un livello di difficoltà stratosferico. Tuttavia negli 8 episodi non troverete nemmeno un accenno del Tevez che illuminerà Manchester e Torino, ma chissà che non venga prevista una seconda stagione…