Archiviato lo spettacolo e i colpi di scena del circuito dell’Algarve, il Mondiale MotoGP 2022 si trasferisce in Spagna per la prima delle quattro tappe previste dal calendario nella patria delle due ruote. Si comincia dal GP di Spagna vero e proprio, su una pista storica e tecnica come quella di Jerez, l’ideale per provare a capire fin dove proseguirà l’equilibrio emerso nelle prime cinque corse dell’anno.
Quote del: 27/04/2022
Partenza: domenica 1° maggio, ore 14
Sede: Circuito de Jerez-Angel Nieto (Jerez de la Frontera)
GP Jerez 2022: la presentazione e il programma del weekend
Con il GP di Spagna, sesta prova del Mondiale MotoGP 2022, va in scena la seconda delle cinque “doppiette” consecutive del calendario alle quali si aggiungerà il tris da metà settembre ai primi di ottobre, tra Aragon, Thailandia e Australia. Fin troppo facile chiedersi se per quei giorni la situazione in classifica sarà più chiara e l’equilibrio meno spiccato, di sicuro chi si aspettava che l’approdo nel Vecchio Continente bastasse per delineare i valori in pista è rimasto deluso dall’esito del GP del Portogallo, che ha accorciato ulteriormente la classifica.
Questo il programma del weekend del GP Jerez 2022:
Venerdì 29 aprile
- 9.55-10.40: prove libere 1
- 14.10-14.55: prove libere 2
Sabato 30 aprile
- 9.55-10.40: prove libere 3
- 13.30-14.00: prove libere 4
- 14.10-14.50: Qualifiche (Q1-Q2)
Domenica 1 maggio
- 9.20-9.40: warm Up
- 14.00: gara
Pronostici MotoGP 2022: Quartararo cerca continuità, la Ducati risposte
Come suggeriscono le quote sportive, il dominio di Fabio Quartararo a Portimao fa del pilota della Yamaha il favorito principale anche a Jerez. Un circuito al quale il nizzardo lega il ricordo delle prime due vittorie in carriera in MotoGP, consecutive, nelle corse che aprirono in piena estate il Mondiale 2020, il GP di Spagna e l’inedito, e finora non ripetuto, GP di Andalusia. Le difficoltà della prima parte di Mondiale paiono superate, in Portogallo il campione del mondo in carica ha tenuto un passo insostenibile per tutti, comprese le Suzuki, che sembravano le moto più affidabili.
A Iwata attendono la controprova, fallita finora quasi da tutti in stagione, con la parziale eccezione di Enea Bastianini, tradito in Portogallo dall’inesperienza, ma simbolo di una Ducati che si interroga su un inizio di stagione pieno di problemi inaspettati.
GP Jerez 2022: cadute, contatti e ritiri
Parlare del GP di Spagna e in particolare del circuito di Jerez significa fare la storia della MotoGP, ma anche della Formula 1. Sulla pista andalusa hanno corso infatti anche le monoposto, per sette volte, due delle quali valevoli per il GP d’Europa. Nella storia è entrata l’ultima, quella del 1997, quando il contatto tra Michael Schumacher e Jacques Villeneuve consacrò il canadese campione del mondo, ma Jerez ha fatto rima con contatti e cadute anche nel Motomondiale, dove si corre ininterrottamente dal 1989.
Il ricordo non può che andare alle collisioni tra Valentino Rossi e Sete Gibernau nel 2005 e Casey Stoner nel 2011, o a quella del 1996 tra Alex Crivillé e Mick Doohan, quando lo spagnolo fu danneggiato dall’invasione di pista di tifosi connazionali che permise all’australiano di avvicinare e sorpassare il pilota della Honda, poi caduto nel tentativo di tornare al comando. La storia si ripeté tre anni dopo, con la caduta dello stesso Doohan che costrinse la leggenda australiana all’addio alle corse da campione in carica, nell’anno dell’unico trionfo iridato dello stesso Crivillé, unico pilota della storia insieme allo stesso Rossi capace di vincere per tre anni consecutivi il GP di Spagna.
Per non parlare del capitombolo di Marc Marquez nel 2019, che segnò l’inizio del calvario che ancora tormenta il fuoriclasse di Cervera. Il rapporto del pilota della Honda con la pista di casa non è in realtà mai stato particolarmente favorevole, avendo ottenuto solo tre successi, tanti quanti i connazionali Jorge Lorenzo e Daniel Pedrosa, contro i sette del primatista Rossi.
Pronostici MotoGP 2022: caratteristiche del circuito di Jerez e quote scommesse
Nel 2021 a trionfare a Jerez è stato Jack Miller, capace di riportare la Ducati sul gradino più alto del podio in Andalusia per la seconda volta a 15 anni dal trionfo di Loris Capirossi. Così, oltre che dire dire se la Yamaha ha davvero trovato quell’equilibrio che ad Austin sembrava lontanissimo, il GP di Spagna dovrà dare risposte alle inaspettate difficoltà tecniche e non solo incontrate da Borgo Panigale, tra piloti discontinui o sfortunati (Bagnaia), irruenti (lo stesso Miller) o ancora in cerca della giusta stabilità (Bastianini e Martin).
Dall’altra parte il tempo per il primo successo stagionale della Suzuki, che a Jerez ha trionfato solo due volte, con Schwantz nel 1993 e Kenny Roberts Jr. nel 2000, sembrano maturi, con un Rins in stato di grazia da preferire a Mir, ma il ventaglio dei possibili vincitori comprende anche l’Aprilia di Aleix Espargaro, che in Algarve ha strappato un risultato che sa di laurea per una competitività a lunga scadenza, e la Honda dello stesso Marquez, l’unica altra scuderia a non avere ancora vinto in stagione. Per le migliori quote sulla MotoGP, il nostro suggerimento pende proprio verso Alex Rins.
Il tutto considerando un circuito che presenta caratteristiche di unicità: con le sue 13 curve e il rettilineo più lungo di appena 600 metri la pista si presta ad esaltare più la bravura dei piloti nei tratti guidati che la potenza del motore. Un vero e proprio circuito per “professori” e specialisti, quindi, nel quale esperienza e freddezza oltre che affidabilità del mezzo sono requisiti indispensabili quanto la classe. Trionfare a Jerez significa avere raggiunto un buon equilibrio nel pacchetto complessivo e avere tutto per puntare a vincere il Mondiale. Per un approfondimento su come scommettere bene sulla MotoGP, vi rimandiamo alla nostra guida apposita.
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