Un anno dopo il ritorno dopo lo stop forzato dovuto al lockdown, il torneo di Wimbledon 2022 si appresta a vivere un’edizione molto particolare, che non vedrà l’assegnazione di punti validi per il ranking ATP. Eppure, l’attesa verso i Championships è inalterata, in particolare tra gli appassionati italiani, che vedono vicino come non mai il sogno di vedere un proprio rappresentante trionfare in uno Slam.
Wimbledon 2022, la presentazione
Nel ricco tabellone di eventi quotati sullo sport toglieteci tutto, ma non i Championships. Con o senza punti. La magia del torneo di Wimbledon si rinnova per la 135a volta. L’edizione 2022 passerà alla storia per la decisione dell’ATP di non assegnare punti per il ranking, risposta all’esclusione di giocatori russi e bielorussi, varata dall’All England Club dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Il risultato è stato un cortocircuito che ha scontentato tutti, eppure, nonostante di fatto Wimbledon 2022 sia stato ridimensionato a una sorta di esibizione, la risposta a livello di partecipazione non lascia dubbi circa l’immutato fascino del torneo…
Wimbledon 2022, entry list: tutti presenti (chi può)
Dal punto di vista pratico, i big del tennis mondiale ai quali è stato vietato di partecipare sono 16, tra i quali cinque uomini, a partire dal numero uno al mondo, il russo Daniil Medvedev, proseguendo con il numero 8 Andrej Rublev e Karen Khachanov, spintosi fino ai quarti nel 2021. L’elenco delle defezioni però si ferma qui, visto che in campo maschile saranno presenti tutti gli altri big, ad eccezione di Alexander Zverev, fermo dopo il grave infortunio alla caviglia subito al Roland Garros. Da Novak Djokovic a Rafa Nadal, passando per Carlos Alcaraz, nessuno dei grandi ha voluto rinunciare all’emozione di calcare l’erba più famosa del mondo, paradossalmente stimolati dalla mancata assegnazione dei punti che permetterà di giocare con meno pressioni e per il puro gusto di provare ad aggiungere il proprio nome a quello dei vincitori del torneo più famoso del mondo.
Wimbledon story: la tradizione e i miti di un evento senza eguali
Parlare della storia di Wimbledon significa narrare il romanzo di quello che non è solo un torneo, bensì un vero e proprio Evento. A partire da quelle tradizioni che si ripetono uguali nel tempo da quasi un secolo e mezzo, dall’obbligo del completo bianco per chi gareggia, al verde e il viola, i colori dell’England Lawn Tennis and Croquet Club, che ricorrono ovunque fino alle “strawberries and cream”, le mitiche fragole con panna consumate in quantità industriale per l’avvenimento che segna per tradizione l’inizio dell’estate inglese. Dal punto di vista tecnico, come il Roland Garros è il regno di Rafa Nadal, la storia di Wimbledon è invece legata a più corone, ma quella più luccicante appartiene a Roger Federer.
Il rapporto tra i Championships e il fuoriclasse di Basilea, otto volte campione e dodici finalista, è biunivoco, come pochi altri casi nella storia dello sport. L’uno ha contribuito a lustrare la storia e la leggenda dell’altro, sebbene la popolarità del torneo sia iniziata ben prima dell’avvio dell’era open, segnata da altri due miti oltre a Federer, gli unici insieme allo svizzero in grado di vincere il torneo per almeno cinque volte e che hanno scandito i rispettivi decenni: Bjorn Borg, il primo a fare pokerissimo di titoli consecutivi, tra il 1976 e l’80 e Pete Sampras, sette volte campione negli anni ’90 e l’unico a vantare il 100% di successi sulle finali disputate. Impossibile, ovviamente, non citare Novak Djokovic, vincitore in sei occasioni nonché campione in carica, capace di sconfiggere per tre volte in finale Sua Maestà Roger, l’ultima nel 2019.
Wimbledon 2022: quote e pronostico
L’edizione 2022 di Wimbledon sembra però pronta per aprire un nuovo capitolo di storia. Rafa Nadal è alle prese con la convalescenza dopo la nuova terapia intrapresa per combattere l’infiammazione al piede e nonostante il fuoriclasse maiorchino si sia aggiudicato i primi due Slam della stagione non sembra questa l’occasione per andare a caccia del terzo trionfo a Wimbledon.
Dal canto proprio Djokovic è a digiuno di partite dal quarto di finale perso a Parigi proprio contro Nadal. E allora? Difficile non considerare il serbo favorito, perché uno Slam è un mondo a parte e l’esperienza fa sempre la differenza, ma le possibili candidature alternative sono tante, anche se a dispetto del ranking Stefanos Tsitsipas, Carlos Alcaraz e Casper Ruud, specialisti della terra rossa, non partono favoriti rispetto ai giovani maghi dell’erba. Ma nel panorama delle quote sul tennis il pensiero va a Matteo Berrettini, Hubert Hurkacz, Felix Auger-Aliassime e Denis Shapovalov, in ordine di stato di forma e di possibilità di trionfo.
Il romano, reduce dalle vittorie a Stoccarda e al Queen’s, non potrà nascondersi: la sconfitta nella finale 2021 contro Djokovic è tuttora l’ultima subita sull’erba, superficie dove Matteo è al momento il miglior interprete del mondo, per l’adattabilità del suo repertorio di colpi, peraltro in continua ascesa, a iniziare dal rovescio. Il paradosso che lo vedrà precipitare nel ranking anche in caso di vittoria non gli toglierà motivazioni ed energia. Oltre che all’orgoglio di Djokovic, Matteo dovrà guardarsi dalle qualità sulla superficie di Cameron Norrie, ma soprattutto di Hurkacz, reduce dal successo su Medvevev ad Halle, quinta finale su cinque vinta in stagione. Un biglietto da visita che può bastare al polacco a caccia della rivincita su Berrettini dopo la sconfitta nella semifinale 2021. Se volete qualche dritta su come scommettere sul tennis qui la nostra guida.