Gestione bankroll scommesse
Gestione bankroll scommesse

Gestione bankroll scommesse: le migliori strategie di money management

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L’attività di scommettere sugli eventi sportivi è un divertimento che va perseguito con passione e moderazione, ma non solo. Essendo qualcosa in cui si mettono in gioco soldi veri bisogna fare molta attenzione a mantenere una certa disciplina. In questo articolo parleremo di gestione del bankroll scommesse e delle varie strategie di money management per le scommesse. Esistono infatti diversi modi di approcciarsi al betting, in base ai profili di rischio che si intendono seguire e alla disponibilità economica. Oggi vi illustriamo alcuni tra i metodi più popolari, da quelli per principianti a quelli per giocatori più esperti.

In questa guida scopriremo:

Gestione bankroll scommesse: le basi da conoscere

Se siete arrivati a questo punto senza sapere cosa sia un bankroll o di cosa tratti il money management, vi conviene dare una lettura attenta alla nostra guida generale sul bankroll per le scommesse, in cui vengono spiegati tutti i concetti fondamentali per capire l’importanza del gestire bene il denaro anche in un’attività ludica come quella del betting. In questo articolo, invece, illustreremo alcune delle strategie di gestione del bankroll per le scommesse, da quelle più basilari a quelle un po’ più complesse, che necessitano di una minima preparazione matematica.

Quello che non cambia mai, di metodo in metodo, è appunto un concetto di base. Il bankroll per le scommesse sportive è una cifra che deve essere definita in partenza dal giocatore, in base a diversi fattori tra cui quello della disponibilità economica è solo uno dei più importanti.

Una volta stabilito l’ammontare del bankroll, si decide che metodo o strategia utilizzare, magari tra quelli che descriviamo qui sotto. Il metodo va scelto in base al proprio gusto riguardo al profilo di rischio, alle possibilità di vincere e alle altre caratteristiche proprie di ciascun metodo. Quindi, si inizia a scommettere attendendosi a quel metodo o strategia.

Altra cosa molto importante è che non esistono strategie infinite: ogni metodo deve avere un inizio e una fine, che scatta al raggiungimento dell’obiettivo prefissato. In seguito si può poi riprendere anche la stessa strategia, ma è importante darsi un termine perché così si dà il giusto peso al denaro eventualmente vinto, oppure si ragiona su quello perso.

Money management per principianti

Iniziamo da metodi e strategie che non hanno bisogno di particolari abilità o conoscenze in campo matematico. Si tratta di metodi caratterizzati dalla facilità di apprendimento e quindi anche di applicazione, in particolare per scommettere sul calcio.

Strategia percentuale fissa

Non c’è davvero nulla di più semplice di questo metodo basilare. Una volta che si stabilisce l’ammontare del bankroll, si stabilisce una percentuale da investire in ogni singola giocata, si fissa un obiettivo di vincita e si inizia, puntando in ogni occasione lo stesso ammontare di denaro.

Per fare un esempio, ipotizziamo di stanziare 400€ come budget per il nostro bankroll scommesse e di porci come obiettivo un ROI del 30%, ovvero di realizzare 120€ di profitto, dedicando a ogni giocata il 5% del bankroll. In tal caso l’ammontare iniziale della giocata sarà di 20€. Attenzione, abbiamo parlato di ammontare iniziale perché a rimanere fissa è la percentuale di bankroll da mettere in gioco volta per volta, non l’ammontare della stessa puntata. Infatti, ipotizzando sempre di aver giocato 20€ su un evento a quota 2,50 e di avere vinto, avremo incassato 50€. Questa vincita va a sommarsi al nostro bankroll che dunque diventa (400 – le 20€ giocate + le 50 incassate) di 430€. In tal caso, la nostra prossima giocata dovrà essere di 21,50€, ovvero esattamente il 5% del nuovo bankroll.

Il grande vantaggio di questo sistema è il bassissimo rischio di perdere il proprio bankroll, proprio per la percentuale fissa (che può essere anche inferiore al 5% del nostro esempio) che varia in base al fluttuare del bankroll medesimo. Fra gli svantaggi c’è invece l’impossibilità di fare più giocate in contemporanea, visto che ogni singola giocata deve corrispondere a una esatta porzione di bankroll. E poi  è forse un metodo un po’ noioso da mettere in atto, ma di certo aiuta a mantenere una disciplina.

Esiste una variante detta “a radice quadrata”, che accelera un po’ la progressione verso un ipotetico raddoppio del capitale. In questa variante, ogni volta che una giocata risulta vincente, la giocata successiva dovrà essere composta dal 5% del nuovo bankroll sommato alla radice quadrata della vincita. In termini pratici, ipotizziamo lo stesso scenario descritto poco sopra: 400€ di bankroll al 5% da destinare per ciascuna giocata, prima scommessa da 20€ a quota 2,50 che ci porta una vincita di 50€ e nuovo bankroll di 430€. In tal caso l’ammontare della giocata seguente sarà non più di 21,50€ ma di 28,57€ (21,50 più 7,07 che è la radice quadrata di 50). Calcolare la radice quadrata è estremamente semplice, essendo questa funzione facilmente reperibile in tutti le app di calcolo in dotazione agli smartphone, oltre alle varie calcolatrici dei pc.

Metodo Fibonacci

Un aspetto curioso della scienza è che a volte si fanno scoperte utili, o anche straordinarie, avendo però in mente scopi del tutto differenti. Ad esempio è il caso della progressione di Fibonacci, formulata dal matematico italiano Leonardo Pisano detto “il Fibonacci”, il quale aveva come scopo quello di trovare una legge matematica che descrivesse la crescita di una popolazione di conigli…

In questa successione ciascun numero, eccetto i primi due che per definizione sono 0 e 1, è la somma dei due numeri precedenti. Quindi avremo ad esempio 0, 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55, 89, 144, 233 e così via. Nel corso dei secoli, la successione di Fibonacci ha trovato applicazione in un numero incredibile di campi, ivi compreso il gioco d’azzardo. Esiste un “metodo Fibonacci” per la roulette, ma anche per le scommesse. Nella sua applicazione sul betting bisogna individuare una unità di scommessa da cui partire. Per comodità la stabiliremo in 2€, ovvero il minimo che si può giocare in Italia per ogni singola scommessa. Quindi iniziare a puntare, possibilmente su quote intorno al 2,00. Il principio di tale metodo impone di salire di un gradino in caso di perdita, e di scendere di due in caso di vincita. Ovviamente se dovessimo vincere al primo step rimarremmo su quello.

Il vantaggio di tale metodo è la certezza matematica di vincere nel lungo periodo, ma ciò non lo rende un metodo alla portata di tutti. Ricordiamo infatti che, come per tutte le altre strategie di money management per le scommesse, anche questa prevede che stabiliamo un budget e una puntata minima da giocare singolarmente in percentuale. Ipotizzando di stanziare 100€ e di iniziare da una giocata di 2€, nel caso in cui perdessimo le prime sei scommesse, alla settima dovremmo giocare 42€ e, in caso di nuova perdita, avremmo bruciato il nostro bankroll iniziale.

La morale della favola è che la progressione Fibonacci è sì un metodo che offre certezze matematiche, ma di fronte a lunghe sequenze di perdite costringe a una forte esposizione, a cui non tutti sono disponibili e che in generale non è consigliabile a chi con le scommesse vuole solo divertirsi, anche se con criterio.

Progressione D’Alembert

Come per il metodo Fibonacci, anche quello della cosiddetta “Progressione D’Alembert” è un metodo che funziona con quote intorno a 2,00. Quando leggerete come funziona capirete anche il perché. In sostanza tale progressione prevede di effettuare una puntata con una unità di scommessa stabilita, quindi di aggiungerne una in caso di perdita e di sottrarne una in caso di vincita. Ipotizzando di partire da 5€ e di perdere, la seconda giocata sarà da 10€, la eventuale terza dopo la nuova perdita sarà di 15. Se in quest’ultima dovessimo vincere, la quarta puntata dovrà essere di 10€ e così via. Il ciclo si chiude quando riusciremo a vincere la scommessa con l’unità iniziale, ovvero 5€.

Il principio che regola tale metodo è quello del ritorno all’equilibrio, ovvero la certezza che nel lungo periodo un evento che ha una probabilità su due di avverarsi uscirà circa il 50% delle volte. Infatti tale metodo è utilizzato anche per la roulette, giocando sul rosso e nero. Nel caso delle scommesse, come abbiamo detto prima, è dunque chiaro che la progressione D’Alembert necessita di quote vicine al 2 proprio per mantenersi sul 50% di probabilità.

Il vantaggio di questo metodo è la sua semplicità, ma non è tutto oro ciò che luccica. La grande (e affascinante) contraddizione di questa progressione è che il profitto sarà più alto tanto più che le sequenze di perdite saranno lunghe. Ecco qualche esempio per farvi capire meglio.

Scommessa 1 – puntata 5 euro —> VINTO

Fine progressione con profitto 5€

Scommessa 1 – puntata 5 euro – perso
Scommessa 2 – puntata 10 euro – VINTO
Scommessa 3 – puntata 5 euro – VINTO

Fine progressione con profitto 10€

Scommessa 1 – puntata 5 euro – perso
Scommessa 2 – puntata 10 euro – VINTO
Scommessa 3 – puntata 5 euro – perso
Scommessa 4 – puntata 10 euro – perso
Scommessa 5 – puntata 15 euro – VINTO
Scommessa 6 – puntata 10 euro – VINTO
Scommessa 5 – puntata 5 euro – perso
Scommessa 8 – puntata 10 euro – VINTO
Scommessa 9 – puntata 5 euro – VINTO

Fine progressione con profitto 25€

Come è facile comprendere, più lunga sarà la sequenza e dunque più numerosi saranno i colpi necessari per tornare all’equilibrio, più alti saranno i guadagni. Tuttavia, proprio l’allontanamento dall’equilibrio rende più difficile chiudere il ciclo.

Money management per esperti

Metodo Masaniello

Probabilmente il metodo più popolare tra le strategie di scommesse sul calcio, ma anche tra i più complessi da mettere in pratica. Serve infatti essere pratici di Excel, strumento indispensabile per questa metodologia di scommessa. Reso pubblico nel 2002 dagli inventori Massimo Mondò e Ciro Masaniello, si tratta di un sistema di ottimizzazione di giocate e guadagni.

Va innanzitutto stabilito un budget iniziale, che va inserito nel file alla voce “Cassa”. Dunque si dovranno selezionare gli eventi da puntare, facendo attenzione allo scegliere eventi con quote non troppo dissimili l’una dall’altra. Ad esempio si può optare per 7 eventi con quote intorno a 1,50. A questo punto va stabilito il margine di errore, ovvero la stima di quanti pronostici ipotizzate di potere sbagliare tra i 7 scelti. Ipotizziamo di prevedere due errori, andrà dunque aggiunto “5” alla casella del numero di eventi con esito positivo e “2” in quella degli eventi con esito negativo. Lo step seguente è quello di inserire la lista delle partite selezionate, con tanto di quota annessa.

Particolare importantissimo: non vanno scelti eventi che si giocano in contemporanea, proprio perché il sistema è ideato per stabilire una progressione delle giocate in base all’andamento delle partite già scommesse. Al termine di ciascun evento andrà aggiunto “1” nell’apposita casella in caso di evento azzeccato, “0” in caso di pronostico sbagliato. A questo punto l’algoritmo presente nel sistema produrrà la sua stima di quanto sarà necessario puntare sull’evento successivo e quali siano le prospettive di vincita globale.

Strategia Martingala

Si tratta di un metodo non complesso da imparare, anzi è piuttosto semplice. Si tratta però di una strategia riservata esclusivamente agli scommettitori più esperti perché ha un profilo di rischio decisamente aggressivo. Anche il metodo Martingala è applicato in altri giochi d’azzardo come la roulette, ma la sua applicazione alle scommesse sul calcio implica qualche accorgimento matematico in più.

Solitamente infatti la Martingala è nota come “strategia del raddoppio”, in quanto prevede di giocare il doppio della puntata precedente in caso di perdita. Nelle scommesse è importante scegliere quote non inferiori a 2,00 per ovvie ragioni, ma nemmeno troppo alte perché altrimenti la difficoltà aumenta e con essa anche il capitale necessario, con alte probabilità di dilapidare il proprio bankroll. Diciamo che quote fra 2,00 e 3,00 sono abbastanza ideali a tale metodo. La formula per capire quanto scommettere è la seguente:

Ammontare da scommettere = (puntate totali + possibile guadagno) / (quota – 1)

Ipotizziamo di scegliere tutti eventi a quota 2,00 e di partire da 10€. In caso di perdita della prima scommessa, per capire l’ammontare della seconda scommessa dovremo fare (10 + 10) / (2 – 1) = 20€. La seconda giocata sarà dunque da 20€, che giocheremo ancora su un evento a quota 2,00. In caso di ulteriore perdita, la terza scommessa sarà da (30 + 20) / (2 – 1) = 50€.

Come vedete la progressione è piuttosto aggressiva. Si può avere una progressione più lieve scegliendo quote più alte, ad esempio 3,00. Ma ciò implicherà in ogni caso probabilità inferiori di azzeccare il pronostico. Il sistema si riterrà concluso quando si avrà una scommessa vincente. Risulta abbastanza comprensibile quanto la Martingala non sia assolutamente un metodo da consigliare né a principianti né a giocatori con un budget ridotto.

Il Criterio di Kelly

Chiudiamo con un altro metodo che è consigliabile solo a scommettitori con una certa esperienza. Per seguire il criterio di Kelly è infatti fondamentale avere una competenza e una capacità di stimare le probabilità di un evento, spogliandosi da qualsiasi influenza dettata dal tifo o altre emotività simili.

John Larry Kelly jr, lo studioso a cui si deve questo criterio, riuscì a determinare quale sia la porzione ottimale del proprio budget da destinare a un singolo e determinato investimento. Tale criterio ha trovato applicazione anche al mondo delle scommesse, poiché si tratta di uno ottimo strumento per calcolare l’importo ottimale da puntare in una determinata scommessa singola, tenendo in considerazione la quota offerta dal bookmaker e il proprio personale pronostico.

Per calcolare l’importo della puntata è necessario conoscere la quota proposta sull’evento dal bookmaker (detta Q) e determinare con precisione la probabilità (P) che il proprio pronostico risulti vincente.

In sintesi la formula è la seguente:

% del bankroll da scommettere sull’evento = (Q x P-1) / (Q-1)

Perché tale formula è affascinante ma rischiosa? Perché, in buona sostanza, richiede che siamo in grado di produrre una stima dell’evento in questione migliore di quella prodotta dal bookmaker. Può tornare utile in caso di infortuni dell’ultim’ora, magari di giocatori molto importanti e che dunque possono incidere sul risultato della partita e sulle probabilità di uscita dei segni 1X2. Ipotizziamo che la vittoria della squadra di casa sia quotata 2,00 dal bookmaker, il che coincide all’incirca con il 50% di probabilità di uscita. Ipotizziamo che, in base ad assenze improvvise, intuizioni sullo stato di forma delle squadre a altri elementi analoghi, noi siamo in grado di stabilire con buona certezza che le probabilità di vittoria della squadra di casa siano invece del 60%. Tale percentuale corrisponde circa a una quota di 1,65, dunque tale discrepanza rappresenta il vantaggio che possiamo vantare nei confronti del bookmaker.

Ecco la formula conseguente:

Kelly % = (2,00×60%-1 / 2,00-1) = 0,2%

Cosa significa? Significa che, se la nostra stima è corretta, la percentuale del nostro bankroll da destinare a questa scommessa è lo 0,2%. Ipotizzando un bankroll da 500€, dovremmo dunque puntare 10€.

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