Parlare di Paola Egonu è facile, per il suo strapotere fisico e tecnico, per il sorriso, per il gran bel personaggio che è, persino per le polemiche che provoca, quasi sempre involontariamente. La verità è che l’opposto dell’Italvolley è una delle 2 o 3 pallavoliste più forti al mondo. Dunque, anche se il volley rimane uno sport di squadra, la sua presenza basta per alimentare speranze di medaglia. Ma, appunto, dove può arrivare l’Italia di pallavolo femminile alle Olimpiadi di Tokyo? Cerchiamo di capirlo insieme.
La nazionale italiana di pallavolo femminile e l’Olimpiade: il momento giusto?
Nonostante sia da moltissimo tempo tra gli sport più praticati e siano passate diverse giocatrici molto forti, la nazionale femminile di volley si è qualificata per la prima volta ai giochi olimpici soltanto nel 2000. Da allora cinque partecipazioni, con tre quinti posti e 2 noni posti, e qualche piccola delusione seminata per strada. Piccola, perché le squadre realmente favorite sono state sempre altre. Stavolta però qualcosa è cambiato, e lo si era capito da altre manifestazioni come l’ultimo campionato mondiale. La rassegna iridata disputata in Giappone nel 2018 aveva visto le ragazze allenate sempre da coach Mazzanti chiudere con la medaglia d’argento, dietro alla sola Serbia di un’altra grande fuoriclasse come Tijana Boskovic.
Perché l’Italia del volley femminile è tra le favorite alle Olimpiadi di Tokyo
La trentaduesima edizione dei Giochi Olimpici sembra quella del destio, quella in cui potrebbero aprirsi per l’italvolley femminile le porte del primo podio nella storia, e forse anche qualcosa in più. Andiamo a vedere i fattori che hanno prodotto questa valutazione.
Il fattore Egonu
Nel ranking della federazione internazionale, la nazionale azzurra di pallavolo occupa l’ottava posizione mondiale. Oltre a questa ragguardevole classifica, nella attuale generazione della nazionale allenata da Davide Mazzanti ci sono elementi che hanno contribuito in maniera decisiva ad accrescere il valore della squadra. Prima tra tutte, ovviamente, c’ lei: Paola Egonu. Prorompente, inarrestabile, devastante ma sempre col sorriso, l’opposto della Imoco Volley Conegliano è una giocatrice che sposta gli equilibri in maniera inequivocabile. Anche quando le cose si mettono male c’è sempre la soluzione “palla a Paola” , e poi ci pensa lei. Questo finisce per dare fiducia a tutto il gruppo, che ne beneficia dunque esplicitamente e implicitamente.
La ragazza poi ha una personalità notevole e non teme la grande pressione derivante da aspettative sempre più alte. Anche il dualismo con Boskovic non la spaventa, anche se la rivalità tra le due rischia di diventare qualcosa di simile al dualismo Messi-CR7 in salsa pallavolista. Stesso ruolo, stessa capacità naturale di essere decisive in qualunque contesto, Tijana e Paola potrebbero ritrovarsi a lottare per una medaglia, magari la più prestigiosa.
L’affiatamento
L’altro fattore importante per la crescita della credibilità della nazionale italiana di volley a livello internazionale è la presenza di gruppi molto affidabili. Ad esempio abbiamo Egonu, la capitana Sylla, la centrale Fehr e altri elementi come Chirichella, De Gennaro e Folie che vengono tutte dalla Imoco Volley, autentica superpotenza continentale. La squadra veneta ha vinto tutto in questa stagione: scudetto, Coppa dei Campioni, Coppa Italia e Supercoppa Italiana.
Il gruppo si completa poi con altre ragazze di assoluto valore. La palleggiatrice Orro era identificata un po’ come il punto debole ma si è dimostrata creativa e affidabile, riesce ad armare indifferentemente Egonu, le schiacciatrici o la giovanissima centrale Sarah Fahr. Quest’ultima, 19 anni e 192 centimetri, ha un potenziale devastante sia in attacco che in difesa.
Il torneo e le partite “vere”
Finora si è abbastanza “scherzato”, poiché i due gironi da 6 squadre ciascuna sono abbastanza definiti come rapporti di forza. Si qualificano le prime 4 di ciascun girone e, non a caso, Serbia e Italia sono prime nei rispettivi raggruppamenti con 3 vittorie in altrettanti match. La Serbia non ha ancora perso un set, mentre le ragazze di Mazzanti ne hanno lasciato uno per strada contro la Turchia.
All’Italia rimangono due partite da giocare, in questa fase a gironi: contro la Cina e infine contro gli Stati Uniti. Proprio questi ultimi sono forse l’avversario più temibile insieme alla Serbia anche in ottica medaglie, attualmente le ragazze USA sono seconde a un punto dalle azzurre quindi è piuttosto probabile che il match del 2 agosto prossimo sia una sorta di spareggio per il primo posto.
Quante possibilità ha l’Italia del volley femminile di vincere la medaglia d’oro?
Le prestazioni offerte, i piazzamenti nelle ultime grandi competizioni internazionali e il valore delle sue giocatrici più forti fanno dell’Italia di Davide Mazzanti una delle più serie candidate all’oro, alla quota di 3,50. L’unica quota più bassa, tra le scommesse sulla pallavolo relative alle Olimpiadi di Tokyo, è quella degli USA, che raramente sbagliano un appuntamento e infatti sono andati a medaglia nelle ultime tre edizioni. Gli Stati Uniti pagano 2,70 come candidati alla medaglia d’oro nel volley femminile. La Serbia della Boskovic è teoricamente la terza forza in campo a 4,00, mentre il Brasile vincitore del 2008 e 2012 si conferma sempre temibile e paga 5,00, anche se ha operato un profondo ricambio generazionale e potrebbe non essere ancora pronto a giocarsi obiettivi come la finale. Tra le favorite nelle scommesse sulla pallavolo a Tokyo c’era anche la Cina campione uscente, ma tre sconfitte nelle prime 3 partite hanno fatto lievitarne la quota fino all’attuale 26,00.
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