Nations League volley femminile 2022. Formula rinnovata e più “accattivante”, il caldo pubblico del palazzetto di Ankara e, per la prima volta nella giovane storia della manifestazione, la presenza contemporanea di tutte le nazionali più forti. Si scrive Nations League, si legge mondiale in miniatura e allora dal 13 al 17 luglio gli occhi degli appassionati saranno puntati verso Ankara: gli Stati Uniti vogliono confermare la propria superiorità, ma la concorrenza è ben agguerrita…
NATIONS LEAGUE VOLLEY FEMMINILE
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Nations League volley femminile 2022, la presentazione
Per il ricco tabellone delle quote eventi sullo sport è tempo di annoverare la fase finale della quarta edizione della Nations League femminile di volley. Un anno dopo il terzo trionfo su tre degli Stati Uniti, che nella Final Four di Rimini si imposero sul Brasile come nel 2019 in un’edizione particolare e anticipata a maggio-giugno per fare spazio ai Giochi di Tokyo, anch’essi poi appannaggio degli Usa, sarà ancora la nazionale di coach Kiraly la grande favorita per il poker in un’edizione rinnovata che ha visto salire per la prima volta a otto il numero delle squadre promosse alla fase ad eliminazione diretta, in programma ad Ankara e alla quale sarà presente il gotha del volley femminile, dall’Italia campione d’Europa alla Serbia iridata in carica.
Fase finale, formula e programma
La formula della Nations League 2022, sia in campo maschile che in quello femminile, è stata modificata quest’anno, con la qualificazione alla seconda fase per le prime otto classificate del girone unico e non più alle prime quattro, trasformando di fatto il torneo in una sorta di “Mondiale sprint”, la cui fase finale allargata ad otto squadre si svolgerà in appena cinque giorni. Una scelta forse discutibile nell’anno del Mondiale, che si svolgerà tra settembre e ottobre in Olanda e Polonia, ma volta ad attirare più interesse da parte degli spettatori e anche delle stesse nazionali, dal momento che con sole quattro promozioni il rischio era di far svanire l’importanza delle ultime partite della prima fase, se non di spingere più di qualche nazionale al forfeit.
Nations League volley femminile 2022: Italia a caccia del primo successo
L’Italia non ha mai vinto la Nations League a livello femminile, né ha mai raggiunto un piazzamento sul podio. Il feeling delle Azzurre con il torneo è finora stato pressoché inesistente, dal 6° posto del 2018 alla precoce eliminazione dell’anno successivo per le sconfitte contro Cina e Turchia fino al 12° dell’edizione 2021, quando, a poche settimane da Tokyo, il ct azzurro Mazzanti scelse di sdoppiare il gruppo delle convocate tra Nations e Olimpiade, scelta poi rivelatasi non felice. L’immediato riscatto all’Europeo in Turchia ha però sanato la delusione giapponese per un’Italia che nella prima fase del torneo ha confermato di essere tornata tra le prime potenze mondiali.
Chiuso il girone al terzo posto, alle spalle delle sole Usa e Brasile, con 10 vittorie ed appena due sconfitte, un tabellone non impossibile aiuta a sognare: se infatti ai quarti l’ostacolo Cina sarà di quelli da non sottovalutare (proprio il ko contro le asiatiche a Tokyo avviò il crollo delle Azzurre), l’eventuale semifinale con la vincente di Turchia-Thailandia sembra alla portata per l’Italia, il cui approdo in finale rappresenterebbe il biglietto da visita ideale in vista del Mondiale autunnale, il vero obiettivo della stagione. Non a caso Mazzanti ha convocato tutte le più forti, proseguendo sulla strada del rinnovamento già iniziata all’Europeo: appena due le over 30, Alessia Gennari e il libero Monica Di Gennaro, il faro sarà ovviamente la solita Paola Egonu, oltre ad Anna Danesi, mentre la rivelazione potrebbe essere Elena Pietrini, i cui exploits nella prima fase hanno convinto il ct ad escludere a sorpresa dalle convocate per la Final Eight la pur ottima Alice Degradi.
Nations League volley femminile 2022: favorite, quote e pronostico
I favori del pronostico, tuttavia, non possono che andare agli Stati Uniti. Le ragazze di Karch Kiraly puntano a confermarsi al vertice del movimento con il quarto successo in quattro edizioni della Nations meno di un anno dopo lo storico trionfo ai Giochi nella finale contro il Brasile, ma per farlo saranno chiamate fin da subito a impegni probanti: il quarto contro la Serbia, rivincita della semifinale di Tokyo, e poi la semifinale contro la vincente tra lo stesso Brasile e il Giappone. Proprio le verdeoro, reduci da due secondi posti di fina in Nations, vanno considerate appena un gradino sotto alle americane, in virtù dell’inevitabile voglia di rivincita che animerà il gruppo di Zé Roberto, trascinato dal rendimento di Ana Carol Da Silva, miglior muro della prima fase.
Tra le outsider, più che la Cina, attenzione alla Turchia di Giovanni Guidetti, che si affiderà alle certezze del gruppo, da Meryem Boz a Cansu Ozbay fino a Eda Erdem e Zehra Gunes, e all’entusiasmo del fattore campo, ma anche al Giappone, che come la Cina sembra essersi messo alle spalle la cocente delusione dei Giochi. Koga e compagne sono state la rivelazione assoluta della fase eliminatoria, chiusa però in picchiata con quattro sconfitte consecutive. La finale tra Stati Uniti e Italia sembra la più probabile, come confermato dalle quote che le indicano ai primi due posti come possibili vincitrici: le campionesse olimpiche sembrano avere tutto per calare il poker.
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