La stagione degli Slam prende il via con gli Australian Open 2022, tornati nella tradizionale collocazione di gennaio, ma condizionati come nel 2021 dalla pandemia di Coronavirus. Segnata nella sua marcia di avvicinamento dal caso Djokovic, la 110a edizione del Major oceanico si annuncia la più incerta degli ultimi anni: finalmente la parola passa al campo.
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Australian Open 2022, la presentazione
Dopo l’anteprima della ATP Cup, la stagione tennistica 2022 entra nel vivo con la disputa del primo Major. Gli Australian Open 2022 faranno alzare il sipario su un’annata che ha già emesso uno dei propri verdetti più attesi. Dopo la clamorosa espulsione dall’Australia, e fatte salve nuove sorprese dell’ultima ora, Novak Djokovic non potrà infatti andare rinnovare la caccia al Grande Slam, svanito sul traguardo nel 2021 con la sconfitta contro Daniil Medvedev nella finale degli Us Open.
Adesso che la parola passa al campo c’è curiosità per un’edizione dalla quale ci si aspetta una risposta quasi definitiva circa il dibattito che domina ormai da mesi l’ambiente tennistico, quello sulla tempistica di un ricambio generazionale che sembra alle porte sulla scia dell’esito delle ATP Finals di Torino e della stessa ATP Cup e che aspetta il “sigillo” dello Slam che ha storicamente regalato meno sorprese. Prima di tuffarsi nelle emozioni del primo Slam dell’anno solare, diamo uno sguardo alla nostra guida sulle regole del tennis e tutto ciò che c’è da sapere sul gioco.
Australian Open 2022, il caso Djokovic e un avvicinamento tormentato
Senza entrare nel merito della vicenda, è doveroso sottolineare come il verdetto sul destino di Novak Djokovic sarebbe dovuto arrivare entro la data sorteggio del tabellone degli Australian Open 2022, avvenuto invece prima del giudizio definitivo del governo locale. Vero, infatti, che uno scenario simile lo si era già vissuto agli Us Open 2017, quando Andy Murray si ritirò poco prima del via del torneo, lasciando il proprio posto nel tabellone, come da regolamento, alla testa di serie numero cinque che scalò al primo posto del seeding, cosa che nel 2022 toccherà ad Andrey Rublev. In quel caso, tuttavia, le motivazioni furono solo di natura fisica. Il caso-Djokovic, tra le altre cose, avrà sicuramente effetti anche sulle quote delle scommesse sportive.
Fatto sta che per il terzo anno di fila si assisterà ad un’edizione tormentata degli Australian Open, già segnati nel 2020 dal dramma degli incendi boschivi e nel 2021 dalla pandemia di Coronavirus che portò allo spostamento del torneo a febbraio. Quest’anno la forza e la rapidità trasmissiva della variante Omicron hanno obbligato l’organizzazione a ridurre al 50% la capienza dei quattro impianti che ospiteranno gli incontri. La speranza è che il severo protocollo stabilito da Tennis Australia faccia sì che a parlare siano solo i campi.
Australian Open, storia ed evoluzione dello Slam meno “glamour”
Gli Australian Open hanno faticato per farsi apprezzare e riconoscere dai grandi della racchetta come un torneo di pari dignità rispetto agli altri Slam, venendo considerato a lungo il meno quotato e prestigioso dei Major. Solo dalla fine degli anni ’80 la competizione è riuscita a risalire le gerarchie dei big, grazie alla doppia svolta della collocazione temporale e logistica fisse con il trasferimento definitivo a Melbourne nel 1988. Fatto sta che 16 delle ultime 18 edizioni del torneo sono state vinte dai ‘Big Three’, che hanno monopolizzato anche i posti in finale, occupandone 21 su 36 nello stesso arco di tempo.
Novak Djokovic e Roger Federer hanno indossato i panni dei “cannibali”: il serbo vanta il 100% di successi sulle finali disputate (nove su nove), mentre lo svizzero è a quota sei successi su sette finali, con l’unica sconfitta subita nel 2009 nella storica finale contro Rafa Nadal, che conquistò quell’anno l’unico successo a Melbourne della propria carriera a fronte di quattro finali perse. Peggio ha fatto solo Andy Murray, sconfitto ben cinque volte all’ultimo atto. Lo scozzese è anche uno dei due numeri 1 del mondo degli ultimi 20 anni con almeno 40 settimane trascorse al comando del ranking ATP a non riuscire a vincere gli Australian Open insieme all’idolo di casa Lleyton Hewitt, fermatosi alla finale nel 2005.
Australian Open 2022, quote e pronostico
Dopo una simile premessa si sarebbe portati a pensare che anche l’edizione 2022 non si presti a un esito a sorpresa e del resto è dal 2008 che in finale non arrivano giocatori oltre la sesta posizione del seeding. Detto della “telenovela” Djokovic, l’altro grande tema degli Australian Open 2022 è il ritorno in campo di Rafa Nadal, fuori da agosto 2021 a causa dell’infortunio al piede. Lo spagnolo si presenterà da sesta testa di serie e sulle ali dell’entusiasmo per l’89° titolo della carriera, conquistato proprio a Melbourne nella finale contro Cressy.
Tabellone e quote di oggi sul tennis alla mano, il maiorchino sembra poter arrivare spedito fino ai quarti di finale, dove dovrebbe incrociare Alexander Zverev. Per il tedesco, come per Daniil Medvedev, il primo Slam della stagione rappresenterà la grande occasione per affermarsi definitivamente ad altissimi livelli. Il russo, finalista sconfitto in Australia nel 2021, ha già rodato la propria condizione disputando la ATP Cup e può essere considerato il vero favorito.
E gli italiani? Dopo il riscaldamento in ATP Cup, i moschettieri azzurri sono pronti a stupire: tre le teste di serie tricolori, Matteo Berrettini (7), che ai quarti avrebbe trovato proprio Djokovic, Jannik Sinner (11), deciso a iniziare nel migliore dei modi l’anno dell’auspicata consacrazione e Lorenzo Sonego (25). Tra gli outsider, tuttavia, puntiamo su chi ha iniziato il 2022 con il piede giusto, ovvero la coppia di ragazzi terribili canadesi freschi di successo all’ATP Cup, Felix Auger-Aliassime e Denis Shapovalov, oltre al polacco Hubert Hurkacz. Nessuno di loro si è mai spinto oltre il quarto turno a Melbourne e la prima volta sembra vicina.
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Crediti Immagine: Getty Images