Il calciomercato invernale 2022 va in archivio azzerando dal momento successivo al fatidico “gong” i margini di errore per i dirigenti che hanno dovuto muoversi faticosamente bilanciando le tante idee al ridotto (quasi per tutti) budget a disposizione. Proviamo a capire come cambiano i rapporti di forza in Serie A tra chi è stato costretto ad agire e chi si è potuto permettere di programmare.
Calciomercato invernale 2022, una sessione tra interventismo e attendismo
Il calciomercato di gennaio 2022 si è chiuso dopo quattro settimane esatte di trattative e di acquisti destinati a cambiare gli equilibri, a livello nazionale e non solo, e con essi le quote online sul campionato italiano. Come sempre si è trattato di una sessione sviluppatasi su dinamiche differenti rispetto a quella estiva. Questo perché costruire o comunque ritoccare un organico prima del via di una stagione non equivale a lavorare di cesello per provare a colmare le lacune emerse dopo la prima metà del percorso. In base alle rispettive esigenze è stato un mese a velocità differenti. Da una parte l’interventismo di chi ha dovuto effettuare investimenti per raggiungere i rispettivi obiettivi, dall’altra l’attendismo di chi si è invece potuto permettere di limitarsi a gettare le basi in vista dell’estate. In attesa che l’uscita definitiva dalla pandemia e il rivoluzionario giro di vite in arrivo dalla Fifa sui prestiti segnino l’inizio della nuova era del calciomercato.
Calciomercato Juventus: Madama pigliatutto, quasi 100 milioni di investimenti
In Italia la parte del leone l’ha fatta la Juventus, dalle cui casse è uscito di fatto il 50% del denaro totale movimentato dai club di Serie A a gennaio, pari a 190 milioni. I bianconeri hanno prodotto, a prescindere dai pagamenti rateali, una certezza di investimenti per 97,7 milioni per tre giocatori. Due di questi, Dusan Vlahovic e Denis Zakaria, rappresentavano obiettivi primari per la sessione estiva, ma il loro arrivo è stato anticipato proprio per quel rapporto di biunivocità detto prima. Senza la qualificazione alla prossima Champions League, infatti, certi investimenti non sarebbero stati possibile tra qualche mese; e dall’altra parte senza il necessario upgrade del valore tecnico della rosa il gap delle prime della classe non sarebbe stato ridotto.
Alle spalle della Juventus, che è stata comunque anche la società, ovviamente Fiorentina a parte, a far registrare il maggior volume di introiti, grazie alle cessioni di Dejan Kulusevski e Rodrigo Bentancur al Tottenham, che hanno fruttato 29 milioni complessivi, è il Genoa la società di Serie A che ha speso di più, avendo chiuso con un passivo di 19 milioni.
Calciomercato invernale 2022, Serie A: come cambia la corsa allo scudetto
È più importante correre per lo scudetto o assicurarsi la qualificazione alla Champions League? La domanda, figlia dell’evoluzione dei tempi calcistici, torna d’attualità come spunto di riflessione dopo il mercato invernale 2022. Si prenda proprio la Juventus, la cui rivoluzione, resa possibile anche grazie all’aumento di capitale sottoscritto a inizio autunno, è stata causata anche da una sopravvalutazione dell’organico effettuata lo scorso luglio. In estate, si ritenne che il ritorno in panchina del tecnico vincitore di cinque scudetti potesse bastare per ridare impulso ad un gruppo che era rimasto pressoché immutato rispetto alla deludente stagione precedente. Ma il campo ha detto altro.
Da qui gli innesti di Dusan Vlahovic e Denis Zakaria, che possono stravolgere le gerarchie e le quote sul calcio quantomeno per ciò che riguarda i piazzamenti alle spalle di un’Inter che non è rimasta a guardare. La squadra campione in carica si è potuta permettere di guardare sia al presente, puntellando l’attacco con l’affidabile Felipe Caicedo, che al futuro, ponendo le basi con l’acquisto di Robin Gosens per un ringiovanimento della rosa all’insegna della qualità e dei costi sostenibili. La rosa di Simone Inzaghi sembra quindi aver rafforzato la propria leadership considerando che le inseguitrici più immediate, Milan e Napoli, hanno preferito iniziare a lavorare in vista dell’estate. Il risultato è quindi stato quello di compattare il gruppo delle inseguitrici della capolista, che comprende anche un’Atalanta non uscita indebolita, complici gli strategici innesti di Jeremie Boga e Valentin Mihaila, frecce utilissime per la corsa sul doppio binario campionato-Europa League.
E in effetti, come si evince dalle quote sulla vincente della Serie A, l’Inter resta abbondantemente favorita per fare il bis tricolore, saldamente davanti a Napoli, Atalanta e Milan. Eppure, la quota scudetto della Juventus si è abbassata, da 26,00 a 23,00. Segno che una rimonta resta sempre nel campo dell’imponderabile, ma oggi è meno imponderabile di ieri.
Uno sguardo all’Europa: Premier League superstar, ma la contrazione continua
La sessione di calciomercato di gennaio 2022 è stata la quarta dopo lo scoppio della pandemia di Coronavirus. Forse l’ultima, ma intanto, dando uno sguardo d’insieme a livello europeo, anche a gennaio si è registrato un incremento della contrazione del volume d’affari iniziata proprio dalla prima estate di convivenza con la pandemia. Uniche eccezioni Premier League e Serie A, che con rispettivamente 307 e 174 milioni di spese per i soli cartellini hanno staccato irreparabilmente le altre tre leghe top del Continente: Francia, Germania e la non più opulenta Spagna arrivano infatti insieme ad appena 190 milioni di investimenti.
Eppure nella top 5 degli affari più costosi, oltre alla Juventus, prima della classe grazie al colpo Vlahovic, al Liverpool terzo e al Newcastle quarto grazie rispettivamente agli innesti di Luis Diaz (45 milioni dal Porto) e Bruno Guimaraes (42 dal Lione), figurano anche Barcellona e Lione, grazie agli acquisti di Ferran Torres (55 milioni dal Manchester City) e Tanguy Ndombele (42 milioni comprensivi di prestito al Tottenham). Due affari che si inseriscono proprio sulla falsariga dell’investimento “maestro” della Juventus, in quanto compiuti da due ex potenze di riferimento, dal punto di vista economico e tecnico, dei rispettivi campionati, costrette all’azione dalla consapevolezza acquisita che investire a gennaio sia la strada più sicura per non nutrire rimpianti a giugno.
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