Come scegliere le partite da scommettere
Come scegliere le partite da scommettere

Come scegliere le partite da scommettere: tutti i consigli necessari

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Quante volte, guardando ai palinsesti dei bookmaker a caccia dell’illuminazione, vi è capitato di dire “no, questa è una partita da evitare”? Senza dubbio diverse. Sarà capitato sicuramente nelle classiche partite “da tripla”, quelle con quote molto bilanciate proprio perché rebus difficili da risolvere. Rovesciamo allora la prospettiva, perché comprendere le partite da evitare è relativamente più semplice. La sfida è dunque ci capire come scegliere le partite da scommettere, e in questo articolo cercheremo di darvi qualche idea in proposito.

Cosa leggerete in questa guida:

  1. Come scegliere le partite: quote vs probabilità reali
  2. Le differenze tra le due squadre
  3. I pareggi, fascino e incognite
  4. Come analizzare una partita di calcio
  5. L’importanza della posta in gioco

Come scegliere le partite da scommettere: quote vs probabilità reali

Come avrete letto spesso nei nostri consigli per le scommesse sul calcio, i bookmaker usano metodi scientifici e personale molto preparato per studiare e calibrare le quote offerte sulle varie partite. Tuttavia ciò non è e non potrebbe mai essere a prova di errore, proprio perché fare pronostici implica fare delle valutazioni e prendersi dei rischi. Può capitare che le valutazioni dei bookmaker siano diverse da quelle che facciamo noi, in base a conoscenze dello sport e della sua attualità, statistiche e semplici sensazioni.

Ciò che dovete fare è sempre stilare una vostra valutazione sulle possibilità di vittoria di ciascuna squadra e confrontarla con quelle offerte dai bookmaker. Nella nostra guida su come si calcolano le quote vi abbiamo già dato delle dritte su come trasformare le probabilità percentuali in quote per le scommesse, e viceversa. Il consiglio è di fare delle prove senza scommettere, in modo da prendere confidenza con lo strumento e verificare anche l’efficacia della vostra capacità di fare valutazioni.

Una volta che avrete trovato un metodo affidabile per valutare le probabilità di vittoria di una squadra, confrontatela con le quote offerte dal bookmaker. Considerando anche l’ipotetico aggio che il bookmaker trattiene (generalmente tra il 6 e il 12%), ogni variazione almeno del 5% in più, tra la probabilità statistica di vittoria e la quota reale proposta dal bookmaker per quella vittoria, sarà da considerare rilevante.

Facciamo un esempio. Se voi ritenete che la Juventus abbia il 60% di possibilità di vincere contro il Milan, la probabilità si tradurrebbe su una quota di circa 1,67. Già se trovaste una quota identica sarebbe corretto giocarla, perché teoricamente rispettosa delle chance di cui è accreditata quella squadra. Se poi doveste trovarla a una quota anche di 1,72-1,75, sarà da prendere al volo!

Le differenze tra le due squadre

Quanto detto inizialmente sulle partite molto “close”, dalle valutazioni molto vicine tra loro, vale anche se rovesciamo totalmente la prospettiva. Una differenza apprezzabile tra le chance di vittoria stimate tra le due squadre in ballo è una delle chiavi per capire quando è il caso di appoggiare una favorita. Attenzione perché qui non stiamo parlando di differenze nettissime, come quando accade di avere una favorita a 1,25 o 1,30. Stiamo parlando di un range di quote, per la squadra favorita, diciamo tra l’1,65 e il 2,40. Ora ipotizziamo che, all’interno di questa forbice, la squadra favorita abbia una stima di chance di vittoria superiore a quella della sfavorita di più del 25-30%. In questo caso giocare sulla favorita sarà la mossa migliore da fare, perché generalmente i bookmaker applicano la maggior parte del loro aggio sulle quote alte. Dunque, in questa forbice di quote è più probabile che le quote delle favorite siano più vicine alle loro reali chance di vittoria.

I pareggi, fascino e incognite

Finora abbiamo parlato sempre di scommesse sul risultato finale 1×2, ma lasciando fuori il segno X. Singolare, ma fino a un certo punto. Il pareggio è un segno che ha delle sue peculiari dinamiche, non a caso esistono metodi che cercano di capirne e prevederne le frequenze. Affrontiamo in profondità questo argomento in un articolo della nostra guida, dedicato proprio allo scommettere sui pareggi. Lì potrete trovare appoggi statistici e consigli, nel caso foste interessati a questo particolare aspetto dei pronostici sul calcio.

Come analizzare una partita di calcio

Una delle cose più importanti da apprendere quando si deve capire come scegliere le partite da scommettere, è senza dubbio la capacità di analisi. Nella fattispecie, capire come analizzare una partita di calcio. Non c’è bisogno di essere allenatori o teorici del calcio per farlo, ma serve conoscere come funzionano partite, campionati, tornei. Per prima cosa può essere utile sapere come funzionano le scommesse sul calcio, quindi conoscere nel dettaglio tutti i tipi di scommesse possibili. Lo step successivo non può che essere quello di studiare situazione e tendenze delle due squadre coinvolte: posizione in classifica, strisce di vittorie o sconfitte in essere, media dei gol segnati e subiti eccetera. Fondamentale anche indagare sui precedenti tra le due squadre e sulla forma dei singoli. Una volta completati tutti questi passaggi, si può procedere a scegliere le direzioni in cui riteniamo sia più opportuno orientare i nostri investimenti di scommessa.

L’importanza della posta in gioco

Quando si pensa a come scegliere le partite da scommettere, un posto nella selezione dovrebbe venire infine occupato dall’importanza relativa del match stesso, o meglio dalla posta in gioco. Nella guida sull’opportunità dello scommettere su partite amichevoli abbiamo già accennato a quanto l’assenza di un grande stimolo possa a volte confondere gli equilibri. Al contrario in situazioni in cui ci si gioca molto in un singolo match (una finale, ma anche un playoff o gara a eliminazione diretta) gli stimoli sono sicuramente al massimo e abbiamo la ragionevole certezza che entrambe le squadre saranno al 100% possibile. Tuttavia si può e si deve essere in grado di trovare situazioni di sbilanciamento degli stimoli, ovvero quei match in cui l’importanza del risultato è altissima per una squadra e bassa o ininfluente per l’altra. Parliamo per esempio di situazioni – quasi sempre vicino a fine stagione – in cui una squadra è teoricamente più forte ma non ha più stimoli o traguardi da inseguire, mentre l’altra è più scarsa ma ha un bisogno vitale di punti per salvarsi. In questi casi i rapporti di forze potrebbero venire rovesciati, e non sempre le quote ne tengono conto a sufficienza.

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